ZBIGNIEW HERBERT
ROVIGO
STAZIONE DI ROVIGO. Vaghe associazioni. Un dramma di Goethe
o qualcosa di Byron. Sono passato da Rovigo
n volte e per l’ennesima volta ho capito
che nella mia geografia intima è un luogo
singolare anche se certo non uguaglia
Firenze. Non ci ho mai messo piede
ogni volta Rovigo s’approssimava o fuggiva all’indietro
Vivevo allor d’amore per l’Altichiero
dell’Oratorio di San Giorgio a Padova e per Ferrara
che mi era cara poiché ricordava
la rapita città dei miei padri. Vivevo inchiodato
tra il passato e l’attimo presente
crocifisso molte volte dal luogo e dal tempo
Eppure felice molto fiducioso
che il sacrificio non sarebbe stato vano
Rovigo non si distingueva per nulla di particolare era
un capolavoro di mediocrità strade diritte case non belle
soltanto prima o dopo la città (secondo la direzione del treno)
spuntava all’improvviso dalla piana di un monte – solcato da una cava rossa
simile a un prosciutto della festa guarnito di cavolo crespo
oltre a ciò nulla che allietasse attristasse attirasse lo sguardo
Eppure era un città in carne e pietra – come tante
una città dove qualcuno ieri è morto qualcuno è impazzito
qualcuno disperatamente per tutta la notte ha tossito
AL SUONO DI QUALI CAMPANE COMPARI ROVIGO
Ridotta a una stazione a una virgola a una lettera cancellata
nulla soltanto una stazione – “arrivi” – “partenze”
e perché penso a te Rovigo Rovigo
(da Rovigo, Il ponte del sale, 2008 – Trad.di Andrea Ceccherelli e Alessandro Niero)
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Rovigo. Un nome visto viaggiando in treno, una città cui non si è mai scesi ma che si è vista scorrere lentamente dietro i finestrini. Un nome e una città che diventano un’ossessione, che rappresentano agli occhi del poeta polacco Zbigniew Herbert tutti i posti in cui non è stato perché interessato ad altro – alla bellezza, all’arte, a ciò che il destino gli proponeva. Eppure eccola lì Rovigo – una città come tante senza le meraviglie artistiche delle vicine Ferrara e Venezia, Padova e Vicenza, che però assume in sé quel gozzaniano e malinconico amore per ciò che poteva essere e non è stato.
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FOTOGRAFIA © IL GAZZETTINO
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LA FRASE DEL GIORNO
Ti ringrazio o Signore per aver creato il mondo bello e vario e se questa è la Tua seduzione io sono sedotto per sempre e senza remissione.
ZBIGNIEW HERBERT, Rapporto dalla città assediata
Zbigniew Herbert (Leopoli, Ucraina, 29 ottobre 1924 – Varsavia, 28 giugno 1998), poeta, saggista e drammaturgo polacco. Discendente del poeta inglese George Herbert, durante la Seconda guerra mondiale prese parte alla Resistenza contro i nazisti. Esordì nel 1950 e la sua opera più nota è Il signor Cogito. Esule a Parigi dal 1986 al 1992 , tornò in Polonia dopo il trionfo di Solidarność.
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