CHANTAL MAILLARD
MEGLIO NON DIRE NULLA
Meglio non dire nulla.
Sarebbe inutile. È già passato.
Fu una scintilla, un istante. Accadde.
Io accaddi in quell’istante.
Forse anche Lei lo fece.
Succede con le poesie:
finiscon per condensarsi le forme
nei nostri occhi come il vapore
su di un vetro gelato;
le forme, e le ferite.
Chi costruisce il testo
ne sceglie il tono, lo scenario,
dispone prospettive, inventa personaggi,
propone i loro incontri, e gli detta gli impulsi,
ma la ferita no, la ferita va innanzi,
non inventiamo la ferita, andiamo
da lei e la riconosciamo.
(da Uccidere Platone, 2004 – Traduzione di Gloria Bazzocchi)
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Ha ragione la poetessa spagnola di origini belghe Chantal Maillard: la riconosciamo sempre, anche se ben nascosta sotto endecasillabi oppure dispersa nei versicoli. La riconosciamo nella sintesi ermetica o nella poesia che rasenta la prosa. La riconosciamo, anche se si è mimetizzata dietro le metafore, le analogie, le sinestesie: riconosciamo la ferita, quella ferita che ha spinto il poeta a scrivere i versi. La riconosciamo perché è anche dentro di noi, in altre parole la facciamo nostra, utilizziamo la poesia che leggiamo per esprimere con le parole di un altro la nostra stessa ferita.
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PARRA, “LINEAR POETRY”
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LA FRASE DEL GIORNO
Ma è già passato il tempo, / non c’è nulla che conta, se non l’aria, / due sillabe appena, sulla pagina.
CHANTAL MAILLARD, Uccidere Platone
6 commenti:
...come mi piace questa poesia....così tanto detto.
ciaoo Vania:)
...l'immagine accostata....è bella!
...e la trovo consona.
poesia sulla poesia... e ora sai, se già non lo sapevi, che ogni poesia è un modo per curare una ferita
Hai perfettamente ragione.. ogni poesia è un modo per curare una ferita.. come miele che cicatrizza e lenisce i graffi dell'anima..
é ciò che mi cura meglio di una medicina.
Per fortuna... non esiste cura migliore.
il potere taumaturgico della poesia
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