martedì 13 settembre 2011

L’incarnazione delle parole

 

ALBERTO BEVILACQUA

È STATO FORSE

È stato forse
un fortuito incontro di strade
quella metà del nostro segreto
che hai lasciato
a me come incombenza:
è dura, adesso,
il doverla accoppiare
- il problema, vedi, sta nella parola,
puoi dirle tutte le parole che sai,
puoi scavarle dentro la tua vita
farti sanguinare le dita,
gridarle col silenzio nella gola:
ma nessuna, credimi, nessuna
aspetta più l'incarnazione,
tantomeno
gli essenziali alfabeti.

(da Legami di sangue, Mondadori, 2003)

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Confesso di non avere letto molto di Alberto Bevilacqua come prosatore, forse solo La califfa, che risale alle sue prime produzioni – è un romanzo del 1964 dal quale l’autore stesso ha tratto un film con una bellissima colonna sonora di Ennio Morricone. Ma mi piace tantissimo l’Alberto Bevilacqua poeta: i suoi versi più datati vivono di una sensualità sanguigna, si lanciano all’inseguimento di un ricordo, si ritrovano in un amore carnale. I suoi versi più recenti, come questi del 2003 e quelli di  Tu che mi ascolti. Poesie alla madre, sono pura poesia, scavano alla ricerca delle radici, risalgono fino all’infanzia ricostruendo e valutando nuovamente la realtà sulla base del vissuto, individuano i collegamenti tra allora e adesso. Come ha rilevato Maurizio Cucchi, “Amore ed erotismo, consapevolezza degli indissolubili legami non solo con la propria terra d'origine, ma anche con le figure parentali, costituiscono altri elementi irrinunciabili della sua poesia, la cui tendenza, evidente anche nella sua più recente raccolta ("Legami di sangue"), parrebbe quella di ricondurre incessantemente al presente suggestioni, vicende, situazioni prelevate da una memoria anche remota”.

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UNA CELEBRE IMMAGINE DAL WEB

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LA FRASE DEL GIORNO
Il tempo sparso nella calca del mondo / non ha che un moto d'avvio sulla moviole: / lo scatto iniziale / del suo buio trasparente di luce.
ALBERTO BEVILACQUA, Legami di sangue




Alberto Bevilacqua (Parma, 27 giugno 1934 - Roma, 9 settembre 2013), scrittore e regista italiano, celebre per i romanzi “La Califfa”, “Questa specie d’amore” e “Il curioso delle donne”, è stato anche sceneggiatore, giornalista e poeta. Sensualità, nostalgia e disillusione sono tra i suoi temi prediletti.


2 commenti:

Vania ha detto...

...molto bella la poesia...in modo molto semplice e semplicemente dice "tutto l'alfabeto".

...la foto non mi piace affatto.....sorry.:(...:)
ciaooo Vania

DR ha detto...

ho faticato a trovare un'immagine da mettere: alla fine mi sono arreso e ho messo questa, che non soddisfa neanche me.