PAUL BÉLANGER
CI RISIAMO, L’OCCHIO
Ci risiamo, l'occhio
la notte, la fine, il libro
che una mano afferra
che liquida il giorno a favore
dei più ignoti gesti
e il vento ancora, e persino
l'assenza di vento
guardiano dei ritorni senza parola
mentre inciampi
notte dopo notte, sulla frontiera.
Non vedevo più che l'azzurro
del cielo: così l'uomo crea
un ponte che lo collega
al nucleo del tempo.
(da Origine dei meridiani, 2005 – Traduzione di Viviane Ciampi)
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La poesia del canadese francofono Paul Bélanger dà l’idea di un tempo sospeso, di un’attesa degli avvenimenti. E il poeta guarda dal suo osservatorio privilegiato, con i suoi libri e i suoi oggetti amati a portata di mano: nello spleen della sera cerca “una poesia / un fatto di pensiero che si trovi annodato / al mondo, in una visione / ancora indistinta”. Come in un teatro assiste alla scena e la pièce recitata altro non è che la vita – potrebbe essere una commedia oppure un dramma, ma misterioso resta il finale e non è ancora chiaro se un deus ex machina arriverà a sciogliere il dubbio.
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LA FRASE DEL GIORNO
Una volta di più la mia voce misura l’intensità del silenzio.
PAUL BÉLANGER, Finestre e altrove
2 commenti:
...che rebus la Poesia.:)
ciaoo Vania
...che rebus l'Uomo.:)
ciaoo Vania
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