KONSTANTINOS KAVAFIS
LO SPECCHIO DELL'INGRESSO
La casa lussuosa aveva nell’ingresso
un grande specchio molto antico;
comprato almeno ottant’anni fa.
Un ragazzo bellissimo, lavorante di un sarto
(la domenica atleta dilettante),
stava lì con un pacco. Lo consegnò
a qualcuno di casa, che rientrò
a prendere la ricevuta. Il lavorante del sarto
restò solo ad aspettare.
Si avvicinò guardandosi allo specchio,
s’aggiustò la cravatta. Cinque minuti dopo
portarono la ricevuta. La prese e se ne andò.
Ma il vecchio specchio che durante
la sua lunga esistenza aveva visto e visto
migliaia di oggetti e volti,
ora gioiva il vecchio specchio
fiero di aver accolto in sé
per pochi istanti la bellezza perfetta.
(Traduzione di Filippomaria Pontani)
.
Lo specchio nell'ingresso di una casa lussuosa come in una fiaba si trasforma in un essere vivente capace di apprezzare, ammirare e deliziarsi con la bellezza. Per il poeta greco Konstantinos Kavafis quel puro riflesso della bellezza e della gioventù diventa nella memoria una perfetta gioia.
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DAVID HOCKNEY, "SPECCHIO, SPECCHIO DELLE MIE BRAME"
.
LA FRASE DEL GIORNO
La bellezza è l'eternità che si contempla in uno specchio. / Ma tu sei l'eternità, e tu sei lo specchio.
KAHLIL GIBRAN, Il Profeta
.
Konstantinos Petrou Kavafis, (Alessandria d'Egitto, 29 aprile 1863 – 29 aprile 1933), poeta e giornalista greco. Pubblicò 154 poesie, spesso ispirate all'antichità ellenistica, romana e bizantina, percorre, mirando al sublime, i vari gradi di un'esperienza estetica congiunta alla pratica dell'amore omosessuale.
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