Alberto Mondadori, di cui ricorre oggi il centenario della nascita, nacque a Ostiglia l’8 dicembre 1914 e morì a Venezia nel 1976. Figlio dell’editore Arnoldo, seguì le orme paterne, lavorando nel gruppo editoriale. Fu lui a fondare settimanali famosi quali Tempo (1939) ed Epoca (1950) e a dare vita alla notissima collana di fantascienza Urania. Nel 1958 si staccò dall’azienda di famiglia fondando l’editrice Il Saggiatore. Scrittore e saggista, pubblicò anche quattro raccolte poetiche, tra cui la prima, la più celebre, Quasi una vicenda, vinse il Premio Viareggio 1957. Voce particolare, anche nello stile, si apre alle riflessioni sulla condizione della vita moderna e ai suoi dissidi: la storia di un “uomo di pena”, come notò Giacomo De Benedetti, che prova a “svincolarsi dalla pena per darsi concretezza formale e unità di visione poetica”.
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ALBERTO MONDADORI (A SINISTRA), CON ELIO VITTORINI NEL 1946 – © ARCHIVIO FONDAZIONE MONDADORI
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da Quasi una vicenda, Mondadori, 1957
LONTANANZE
Sprofondo
nel gorgo dei tuoi occhi già lontani,
compiute stelle di settembre.
La tuberosa sfoglia
il suo profumo
sul lago che minaccia:
a giorni ne vedrai solo lo stelo
imputridire
come
solo
dimora il tuo ricordo
amaro accordo di violini
che s’affoca tremando.
Le Pleiadi incoronano un cipresso
ed io cammino viottoli celesti
verso la luna,
salendo lungo il cielo.
Meina, ottobre 1935
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SOGNO DI PRIMAVERA
In silenzio consumo
ore anelanti
su sponde di luce,
e mi ridona
ilari e arcigne
il mondo
finestre di mattini.
Lucca, marzo 1947
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SONNO
Hai dormito in me
ed il tuo sonno era
distese bionde,
maraviglia grande di mare inconosciuto,
sommesso mormorio d’acque
che giovani canne
nascondono al passante,
antichi alberi, era, e forti
mura dell’erta Cattedrale,
e mutevole brezza
che praterie sotto cielo sereno
trascolori,
arcani fruscii d’insetti, era,
dall’alba smemorato della notte
in noi compiuta,
tutto ch’è d’esistere felice
era nel tuo dormire,
e stupito si taceva il mondo
ore dimenticando consuete.
Saint-Michel, agosto 1952
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RENOUVEAU
Lontani a venire
i giorni della sala
abbarcata in attesa dei carri,
pur s’annuncia
nei pastosi verdi della valle
nuova stagione.
Odi?
Anche la pioggia
più non lacrima pianto
di giorni perduti.
Piove dolcezza quieta
da turchina balaustra di monti
e il cielo sorprende
così grande così puro,
e lo smarrisce.
Camaiore, aprile 1956
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LA FRASE DEL GIORNO
Sterilità / sei tu che mi convinci a vivere, / spietata illusione di creare?
ALBERTO MONDADORI, Quasi una vicenda
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