GERARDO DIEGO
ROSA MISTICA
Era lei
E non lo sapeva nessuno
Ma quando passava
le piante s’inginocchiavano
Annidava nei suoi occhi
l’avemaria
s’intrecciavano nelle sue chiome
le litanie
Era lei Era lei
Svenni nelle sue mani
come una foglia morta
le sue mani ogivali
che davano da mangiare alle stelle
Volavano nell’aria
romanze senza suono
Nel suo guanciale di passi
rimasi addormentato
(Rosa mística, da Imagen, 1921 - Traduzione di Vittorio Bodini)
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Gerardo Diego, poeta spagnolo, portò all’estremo l’avanguardia del surrealismo iberico, seguendo l’esempio francese di Pierre Reverdy: cercava più che il nuovo, l’inedito, come si può apprezzare da questa poesia che racconta dell’incontro con una bellissima donna per la strada e risulta - come rilevò Vittorio Bodini - “una vetrina di immagini” che richiama dipinti di Picasso e di Chagall.
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MARC CHAGALL, “PRINTEMPS AU PRÉ”
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LA FRASE DEL GIORNO
Perquisite il mio taschino / Vi troverete piume in funzione di uccello / briciole in cerca di pane tarlate divinità / frasi d’amore eterno senza / carta d’imbarco / e gli occulti sentieri delle onde.
GERARDO DIEGO, Biografia incompleta
Gerardo Diego Cendoya (Santander, 3 ottobre 1896 – Madrid, 8 luglio 1987, poeta e scrittore spagnolo, appartenente alla cosiddetta Generazione del ‘27. Dapprima seguace del movimento "ultraista", subì l'influenza della poesia di Jiménez e di Antonio Machado, instaurando una poesia di gusto classico e gongorista.
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