CARLOS MEDELLÍN
OBLIO
Ho dimenticato il tuo nome,
Non ricordo
Se ti chiamavi luce o rampicante,
ma so che eri acqua
perché mi tremano le mani quando piove.
Ho dimenticato il tuo viso e le tue ciglia
e la tua pelle passata dalla mia bocca
quando cademmo sotto i cipressi
sconfitti dal vento,
ma so che eri luna
perché quando si avvicina la notte
i miei occhi si spezzano
dal volerti così tanto vedere alla finestra.
Ho dimenticato la tua voce e le tue parole,
ma so che sei musica
perché quando le ore si dissolvono
tra le sorgenti del sangue
il mio cuore canta per te.
(da Parole salvate, 1993)
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L'oblio non può essere totale: qualcosa rimane sottotraccia, continua a vivere nei nostri sensi per poi riaffiorare quando le circostanze - le emozioni - lo consentono. Così assume toni malinconici questa poesia di Carlos Medellín, giurista e poeta colombiano assassinato nel novembre 1985 durante l'assalto dei terroristi di M-19 al Palazzo di Giustizia di Bogotá.
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FOTOGRAFIA © WAL172619/PIXABAY
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LA FRASE DEL GIORNO
Io sono l'idea / io ero la parola / io sono l'amore / io ero il cuore / io sono la musica / io ero la canzone.
CARLOS MEDELLÍN
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Carlos José Medellín Forero (Pacho, 1928- Bogotá , 6 novembre 1985), poeta, scrittore e giurista colombiano. Morì come magistrato della Corte Suprema di Giustizia durante l' assalto al Palazzo di Giustizia effettuato dal Movimento 19 Aprile (M-19). Con Moradas (Sguardi) vinse il Premio Espiral de Poesía nel 1951.
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