martedì 17 settembre 2024

Il grande melo


OLAV H. HAUGE

HO TAGLIATO IL GRANDE MELO

Ho tagliato il grande melo
davanti alla finestra.
Mi bloccava la vista, questo era un motivo,
anche d'estate la stanza era buia,
e poi al mercato della frutta non volevano
più le sue mele.
Ho pensato a cosa avrebbe detto mio padre,
gli piaceva quel melo.
Ma l'ho tagliato.
Tutto è diventato più luminoso,
posso vedere tutto il fiordo
e seguire meglio ciò che accade
in tutte le direzioni,
la casa ora è più visibile,
è meglio esposta.
Non voglio ammetterlo,
ma mi manca il melo.
Non è più come prima.
Ci proteggeva dal vento
e ci dava buona ombra,
il sole filtrava tra i rami fino al tavolo,
e la notte mi sdraiavo
ad ascoltare il fruscio del fogliame.
E le mele,
non esistono mele migliori in primavera,
hanno un sapore così aromatico .
Mi fa male ogni volta che vedo il ceppo,
quando sarà marcito lo scaverò dal terreno
e lo taglierò per farne legna da ardere.

(da Chiedi al vento, 1971)

.

Abbiamo visto la poetessa statunitense Mary Oliver compiere la scelta contraria: evitare di tagliare il noce nero davanti casa in nome dei ricordi della famiglia e dell'affetto per il vecchio albero. Il poeta norvegese Olav H. Hauge invece quell'albero avito - un melo - lo taglia e per metà della poesia sembra convincersi di aver fatto la scelta giusta valutando i "pro". Ma, ahimè, ci sono anche i "contro" e sono proprio questi a lasciare infine un amaro e doloroso rimpianto.

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GINETTE CALLAWAY, "ALBERO DI MELE"

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   LA FRASE DEL GIORNO   

Gli alberi sono le colonne del mondo, quando gli ultimi alberi saranno stati tagliati, il cielo cadrà sopra di noi
PROVERBIO DEI NATIVI AMERICANI

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Olav Håkonson Hauge (Ulvik, 18 agosto 1908 – 23 maggio 1994), traduttore e poeta norvegese. Giardiniere, uomo di grande cultura, tradusse in lingua nynorsk Blake, Brecht, Celan, Hölderlin e Sylvia Plath. La sua è poesia modernista, che invade il territorio della poesia concreta.


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