lunedì 8 febbraio 2010

Baudelaire e il vampiro

CHARLES BAUDELAIRE

IL VAMPIRO

Tu che t'insinuasti come lama
nel mio cuore gemente; tu che forte
come un branco di démoni venisti
a fare, folle e ornata del mio spirito
umiliato il tuo letto e il tuo regno - infame
a cui, come il forzato alla catena,
sono legato, come alla bottiglia
l'ubriacone, come alla carogna
i vermi, come al gioco l'ostinato
giocatore - che tu sia maledetta!
Ho chiesto alla fulminea spada, allora,
di conquistare la mia libertà;
ed il veleno perfido ho pregato
di soccorrere me vile. Ahimè, la spada
ed il veleno, pieni di disprezzo,
m'han detto: «Non sei degno che alla tua
schiavitù maledetta ti si tolga,
imbecille! - una volta liberato
dal suo dominio, per i nostri sforzi,
tu faresti rivivere il cadavere
del tuo vampiro, con i baci tuoi!»

(da I fiori del male, 1857)

.

No, non è Dracula qui il vampiro né i patinati personaggi moderni di “Twilight” di Stephanie Meyer. Il vampiro è l’amore, è la donna divenuta perdizione satanica e maledetta. Charles Baudelaire cercava attraverso l’Amore, così come attraverso l’Arte, di vincere il suo ennui, lo spleen fatto di tristezza e di disperazione che gli impediva di stabilire un rapporto attivo con il mondo esterno, di sottrarsi all’angoscia dell’esistenza. E l’Amore ebbe il volto e il corpo della ballerina di colore Jeanne Duval: “Guidato dal tuo odore verso climi / affascinanti, vedo un porto fitto / d’alberi e vele ancora affaticate / dal fluttuare dei marosi” scrisse di lei in “Profumo esotico”. L’esperienza ben presto però si trasforma in una amara forma di insoddisfazione che rende ancora più dolorosa la vita del poeta. Ma a Jeanne lo lega un rapporto di amore e odio dal quale non è in grado di liberarsi: ecco allora la consapevolezza di questa schiavitù, la sottomissione alla donna-vampiro…

.

Victoria Frances, “Ragazza vampiro”

.

* * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * *
LA FRASE DEL GIORNO
La cerbiatta che vuole accoppiarsi al leone deve morire per quell’amore.
WILLIAM SHAKESPEARE, Tutto è bene quel che finisce bene, Atto I, Scena I




Charles Baudelaire (Parigi, 9 aprile 1821 - 31 agosto 1867), poeta francese, considerato il padre del Simbolismo. Dopo un viaggio in Oriente, trascorse quasi tutta la vita a Parigi in un alternanza di droghe, alcool, disordini e aspirazioni ideali. La sua poesia verte sull'uomo, le sue cadute e i suoi tentativi di rialzarsi tra spleen e ideale.


Nessun commento: