venerdì 28 febbraio 2025

Le parole e il mare


ANNA MONTERO

DAL CIELO LA NUVOLA

Dal cielo, la nuvola. Dalla parola, i silenzi.
Dalle acque, il fiume. Dal mare, la schiuma.
Dalle strade, la pioggia.
Dall'amore, il gesto,
la nuvola, il silenzio,
la pioggia, il fiume.
Dall’amore, le parole e il mare,
il cielo, l'acqua. Dall’amore, lo spazio
aperto che cresce dentro
e si fa parola.

(da Come se tornassi dal nulla, 1999)

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Come è possibile comprendere il mondo? Come lo si può conoscere? Ma attraverso la parola poetica, naturalmente; analizzandolo attraverso il filtro della poesia. E quale sentimento è in grado di generare questa ricerca, di attivare la forza della parola? Secondo la poetessa e traduttrice catalana Anna Montero, non può essere che l’amore la base di tutto.

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FOTOGRAFIA © COWINS/PIXABAY.

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  LA FRASE DEL GIORNO 

Tutte le parole sono belle / una volta che sono state dette.
ANNA MONTERO, Come se tornassi dal nulla

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Anna Montero Bosch (Logroño, 3 dicembre 1954), poetessa e traduttrice catalana. La sua produzione è stata classificata come "poesia pura e insinuante, dal tono dolce e dall'atmosfera delicata", che si compone di "brevi poesie che ci parlano di amore, poesia e sogni, sempre con un tono esistenziale che riflette l'angoscia di la mancanza di senso e il vuoto del mondo".


giovedì 27 febbraio 2025

I miei scritti più segreti


KONSTANTINOS KAVAFIS

SEGRETI

Da quanto ho fatto e da quanto ho detto
non cerchino di capire chi fui.
C'era un ostacolo che modificava
il mio modo di agire e di vivere.
C'era un ostacolo che spesso mi bloccava
quando stavo per parlare.
Le mie azioni meno evidenti
e i miei scritti più segreti –
questi soltanto mi sveleranno.
Ma forse tanti sforzi e tante cure
per conoscermi non valgono la pena.
In futuro - in una società migliore –
qualcun altro fatto come me
certo ci sarà e agirà liberamente.

(da Poesie d'amore e della memoria, Newton, 2006 - Traduzione di Paola Maria Minucci)

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Una specie di autoritratto emerge da questa "poesia nascosta" di Konstantinos Kavafis, scritta nel 1904. Un po’ come Jorge Luis Borges, che scrisse “Suppongo che le parole essenziali / che mi esprimono stanno in quelle pagine / che mi ignorano, non in ciò che ho scritto”, è nel non detto che deve emergere la sua personalità, ci dice il poeta greco, è in quello che non ha saputo o che non ha potuto dire, ma che rimane segreto, custodito, e che i posteri - mutata la società -sapranno leggere senza pregiudizi.

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ILLUSTRAZIONE DA TUMBLR

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  LA FRASE DEL GIORNO 

Arte della Poesia, mi appello a te, / che sai qualcosa di rimedi, e tenti / di alleviare la pena con Fantasia e Parole.
KONSTANTINOS KAVAFIS, Poesie

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Konstantinos Petrou Kavafis, (Alessandria d'Egitto, 29 aprile 1863 – 29 aprile 1933), poeta e giornalista greco. Pubblicò 154 poesie, spesso ispirate all'antichità ellenistica, romana e bizantina, percorre, mirando al sublime, i vari gradi di un'esperienza estetica congiunta alla pratica dell'amore omosessuale.


mercoledì 26 febbraio 2025

Un deserto profondo


DIONISIA GARCÍA

MARE D’INVERNO

Quando la terra si piegherà
e apparirà l'ombra,
questa luce non sarà più il beneficio,
non avrai più la carezza naturale
delle mani che cercano
il dono senza afferrarlo,
Sarai un deserto profondo,
spogliato di corpi,
la bellezza per nessuno;
Il sogno biancastro dell'attesa
non avrà melodia.

(da Antifone, 1978)

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Il mare deserto, le spiagge spoglie, attrezzate per resistere alle mareggiate. Il mare d’inverno che colpisce la poetessa spagnola Dionisia García: ne osserva la bellezza primitiva, quel suo silenzioso essere naturale, quella sua “pazienza sacra”, come la definì Pablo Neruda.

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FOTOGRAFIA © PXHERE

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  LA FRASE DEL GIORNO 

C’è una meta / per il vento dell’inverno: / il rumore del mare.
IKENISHI GONSUI

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Dionisia García (Fuente Álamo, 20 marzo 1929), poetessa e scrittrice spagnola. Laureata in Filologia romanza, risiede a Murcia, la cui Università destina un premio di poesia a suo nome. Le sue opere presentano una riflessione sulla natura della vita e sull’importanza della parola poetica, sulla memoria e sullo scorrere del tempo.


martedì 25 febbraio 2025

Più delle lucciole


KI NO TOMONORI

QUANDO CALA LA SERA

Quando cala la sera,
più delle lucciole
ardo di passione;
forse non ne scorge il bagliore
crudele la mia amata.

(da Kokin Wakashū)

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L'amore non corrisposto è un cruccio che attraversa la poesia da qualche millennio. Qui siamo nel Giappone del IX secolo dopo Cristo e il poeta di corte Ki No Tomonori si strugge al tramonto per la donna bella e crudele che non prende nemmeno in considerazione la sua sofferenza.

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ILLUSTRAZIONE DA ETSY

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  LA FRASE DEL GIORNO 

È meglio aver amato e perso che non aver amato mai.
ALFRED TENNYSON

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Ki no Tomonori (circa. 850 – circa 904), poeta giapponese. Segretario principale al palazzo dell'imperatore Daigo, fu uno dei primi poeti waka di corte del primo periodo Heian, membro dei sanjūrokkasen o Trentasei immortali della poesia. Fu un compilatore del Kokin Wakashū.


lunedì 24 febbraio 2025

Uno scampolo della sera


ISABEL OLIVA I PRAT

CARTOLINA NON SPEDITA

L'oro del sole al tramonto sotto il Ponte di Rialto,
Le campane di San Marco cadono lente
sui roseti dei giardini pensili del Canal Grande.
Le gondole disegnano cerchi infiniti
nell'acqua verde,
una luce diafana dissolve la nebbia, attraversa
le bolle d'aria delle finestre
ed entra nelle case come uno scampolo della sera.
In quel preciso istante,
nelle gallerie di vetro dei palazzi,
pezzi di cristallo di Murano brillano
degli stessi colori di una cartolina veneziana
non ancora spedita al destinatario.

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Non si spediscono più cartoline ed è un peccato. Al massimo si mandano fotografie scattate con il cellulare, effimere e virtuali. Anzi, a volte neppure quelle, non si fa nemmeno in tempo a fermare l'istante, se ne rimane esteticamente abbagliati come se fossimo colpiti dalla sindrome di Stendhal. Ma ci rimane negli occhi il momento, come questo tramonto veneziano al ponte di Rialto resta negli occhi della poetessa catalana Isabel Oliva i Prat.

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FOTOGRAFIA © MOST BEAUTIFUL PICTURES

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  LA FRASE DEL GIORNO 

Ma con qual virtù potrò io mai comunicare a chi m'ascolta questa mia visione di bellezza e di gioia? Non v'è aurora e non v'è tramonto che valgano una simile ora di luce su le pietre e su le acque.
GABRIELE D'ANNUNZIO, Il fuoco

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Isabel Oliva i Prat (Girona, 27 novembre 1924) poetessa catalana. Pubblicò il suo primo libro a settantaquattro anni. Coltiva una poesia profondamente radicata nell'esperienza di vita personale e collettiva, in cui l'attenzione per la memoria, il paesaggio, la solitudine e l'arte predominano come caratteristiche fondamentali dell'espressione umana.


domenica 23 febbraio 2025

Pomeriggi di domenica


AURORA BERNÁRDEZ

MALINCONIA DELLA DOMENICA

I pomeriggi della domenica
si allungano nell'attesa, annunciano
altri pomeriggi di domenica
che non annunciano più
nulla.

(da Il libro di Aurora, 2017)

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Quando le domeniche finiscono e sfiorisce la promessa di felicità che era sbocciat al mattino, lasciano - come nota la poetessa argentina Aurora Bernárdez  - quel gusto malinconico di cosa che declina, quel senso di essere prigionieri degli ingranaggi del tempo che a Giacomo Leopardi nel Sabato del villaggio fece dire “Ed al travaglio usato / ciascuno in suo pensier farà ritorno”.

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SUZANNE VALADON, "DONNA DISTESA SU UN DIVANO"

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  LA FRASE DEL GIORNO  

Il sabato promette, la domenica non mantiene / e torna un’altra volta - o neppure quella: / la stessa volta - la pioggia dei lunedì.
MIGUEL D'ORS, La musica estrema

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Aurora Bernárdez (Buenos Aires, 23 febbraio 1920 – Parigi, 8 novembre 2014), poetessa, traduttrice e scrittrice argentina. Moglie di Julio Cortázar fino al divorzio nel 1968, ne fu l''esecutrice letteraria e testamentaria. Tradusse Calvino, Sartre, Camus, Faulkner e Nabokov.


sabato 22 febbraio 2025

Teneri rami


HALLDIS MOREN VESAAS

ALBERO NEL BOSCO

Caro, mi sembra che il mio corpo
si avvicini al tuo, sempre di più,
come un albero nel bosco
che si piega verso un altro.

Teneri rami ti si attorcigliano intorno,
le nostre chiome mescolano le loro foglie,
le radici, invisibili,
s'intrecciano amorose
profondamente nella terra e nella notte.

Che grande bosco! e noi che qui possiamo crescere insieme!
Siamo immobili:
sta passando una sera mite e solenne
attraverso il bosco.

Passa ondeggiando anche attraverso la nostra chioma
nel suo andare per la terra intera
scivola come una lenta carezza
lungo i nostri corpi.

Svegli respiriamo verso di lei.
Prende il nostro respiro come,
come una corrente nel suo mare?
Quella corrente si chiama allora: felicità.

- Il buio si infittisce sulla nostra chioma.
Notte in tutto il nostro bosco.
E la notte diventa sempre più vicina e lontana,
piena di stelle -

(da Nuove poesie d'amore, Crocetti, 2010 - Traduzione di Paola Carú e Ann-Magritt Sævold)

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L'analogia alberi/amanti appare spontanea nella poesia di Halldis Moren Vesaas. La poetessa norvegese già in Arpa e pugnale scriveva con un'intonazione naturale: "Tutto il tuo corpo emana odor di terra / – Tra le tue braccia me ne inebrio e scaldo, / affondo in te come un corpo nel fango / e una notte ancora dormo sul tuo petto". Qui l'amore diventa una forza che unisce i due amanti/alberi e li lega insieme profondamente.

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IMMAGINE © WALLPAPERCAVE

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  LA FRASE DEL GIORNO 

Piantare un albero è aprire una strada / che conduca attraverso gli anni.
HALLDIS MOREN VESAAS, L'albero

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330px-Halldis_Moren_VesaasHalldis Moren Vesaas (Trysil, 18 novembre 1907 – Oslo, 8 settembre 1995) poetessa, traduttrice e scrittrice per l’infanzia norvegese. Visse in una fattoria con il marito poeta Tarjei Vesaas e fu molto nota nel suo paese per le sue coraggiose posizioni sui diritti delle donne.


venerdì 21 febbraio 2025

Il suo profumo


ALBANO MARTINS

SE IL TEMPO FOSSE UN FIORE

Se il tempo
fosse
un fiore, il suo
profumo
sarebbe
questa luce
che scende
dalle scogliere
del giorno.

(da Antologia poetica, 2000)

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Albano Martins, poeta portoghese, nei suoi versi dà valore alla bellezza sensoriale, all'emozione che sa estrinsecarsi apparendo dal nulla, ed è spesso nel rapporto tra uomo e natura che questo accade: la luce - per sinestesia - diventa in questo caso pura poesia, finendo con l'essere grazie al simbolismo caro all'autore, il profumo del tempo.

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FOTOGRAFIA © ICON0

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  LA FRASE DEL GIORNO 

Sulla carta bianca /  sono presenti alcune / tracce di inchiostro / indecifrabili. E / queste / sono solo / uno dei capitoli del libro / in cui si legge / tutto e non si scrive / nulla.
ALBANO MARTINS, Scritto in rosso

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Albano Dias Martins (Fundão, 6 agosto 1930 – Vila Nova de Gaia, 6 giugno 2018), poeta portoghese. Fu uno dei fondatori della rivista Árvore e collaboratore di Colóquio-Letras e Nova Renascença. La sua poesia mostra  una maggiore attenzione alla parola, alla ricerca di un'espressione raffinata e non discorsiva, che trova nella brevità e in un certo minimalismo nominale una forma originale.


giovedì 20 febbraio 2025

L’arte della parola


ROBERTO JUARROZ

SESTA POESIA VERTICALE, 40

Sbattezzare il mondo,
sacrificare il nome delle cose
per ottenere la loro presenza.

Il mondo è un nudo richiamo,
una voce e non un nome,
una voce con la sua eco al seguito.

E la parola dell'uomo è parte di quella voce,
non un dito puntato,
non un'etichetta di archivio,
non una definizione di dizionario,
non una carta d'identità sonora,
non una bandierina che indichi
la topografia dell'abisso.

L'arte della parola,
oltre la piccola miseria
e la piccola tenerezza di designare questo o quello,
È un atto d'amore: creare presenza.

L'arte della parola
È la possibilità che il mondo parli al mondo:
la possibilità che il mondo parli all'uomo.

La parola: quel corpo aperto verso tutto.
  La parola: quegli occhi aperti.

(per Roger Munier)

(da Sesta poesia verticale, 1975)

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Ritornare alla verginità delle cose, alla loro purezza non ancora toccata dal concetto o dallo stereotipo: l'arte della poesia, come dice il poeta argentino Roberto Juarroz, è  -o almeno dovrebbe essere - la capacità di rinominare il mondo, liberarlo dalle zavorre delle parole che lo hanno fossilizzato, cristallizzato in un'eco continua di sé. La parola deve dunque essere trasformata, divenire un'apertura, per consentire l'«esplosione dell'essere», che per Juarroz è lo scopo della poesia.



EMILIO ISGRÒ, “ODISSEA CANCELLATA”


  LA FRASE DEL GIORNO 

Avremmo dovuto fare dei nostri occhi / uno strumento musicale, / per concentrare in modo diverso / gli intervalli effimeri del nulla.
ROBERTO JUARROZ, Sesta poesia verticale

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Roberto Juarroz (Coronel Dorrego, 5 ottobre 1925 – Buenos Aires, 31 marzo 1995), poeta, saggista e bibliotecario argentino. La sua opera, salvo le prime Sei poesie scelte del 1960 è riunita con il titolo unico di Poesia verticale. Varia solo il numero d'ordine, da raccolta a raccolta, fino alla quattordicesima, uscita postuma nel 1997.


mercoledì 19 febbraio 2025

Era Ulisse?


WALLACE STEVENS

IL MONDO COME MEDITAZIONE

"J'ai passé trop de temps à travailler mon violon, à
Voyager. Mais l'exercice essentiel du compositeur
— la médiatation — rien ne l'a jamais suspendu en moi…
Je vis un rêve permanent, qui ne s'arrête ni nuit ni jour”
GEORGES ENESCO

È Ulisse che giunge da oriente,
L'interminabile avventuriero? Gli alberi si rinnovano.
L''inverno è lavato via. Qualcuno però si muove

All'orizzonte e su di esso si leva.
Una forma di fuoco lambisce i cretonnes di Penelope,
La sua sola presenza selvaggia risveglia il mondo in cui abita.

A lungo ha composto il suo animo a riceverlo,
Che fosse a entrambi  compagno, immaginando,
Due in un rifugio dalle fondamenta profonde, l'amica e il caro amico.

Gli alberi si sono rinnovati, come un esercizio essenziale
In una meditazione disumana, più grande di lei.
I venti non l'hanno vegliata come cani la notte.

Non volle nulla che lui non potesse portare venendo a lei solo.
Non volle doni. Le braccia di lui sarebbero state la sua collana
E la sua cintura, la fortuna finale del loro desiderio.

Ma era Ulisse? O era solo il tepore del sole?
Sul suo guanciale? Il pensiero batteva in lei come il cuore.
Battevano insieme. Era solo giorno.

Era Ulisse e non lo era. Eppure si erano incontrati,
L'amica e il caro amico e l'invito di un pianeta.
Mai le sarebbe mancata la barbara forza.

Avrebbe parlato un poco tra sé pettinando i capelli,
Ripetendone il nome in pazienti sillabe,
Mai dimenticandosi di lui che sempre le veniva così vicino.

(da La roccia, 1954 - Traduzione di Vittorio Lingiardi)

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"Ho passato troppo tempo a esercitarmi con il violino, a viaggiare. Ma l’esercizio essenziale del compositore – la meditazione – non si è mai fermato in me… vivo in un sogno permanente, che non si ferma né di giorno né di notte": la lunga citazione del pianista rumeno Georges Enesco posta in epigrafe a questi versi dal poeta statunitense Wallace Stevens è la chiave di lettura. Il ritorno di Ulisse è illusorio, è frutto della mente di Penelope che risolve così il suo conflitto interiore, rendendo autentica la propria illusione e creando così un mondo dove a regnare è l'ordine. "Il desiderio dà all'immaginazione la forza di soppiantare la realtà esteriore. L'immaginazione di Penelope trasforma Ulisse mentre pensa a lui, e nessun originale o ricordo dell'originale è disponibile nella poesia. Per realizzare qualcosa bisogna ricrearlo, interiorizzarlo", come scrive Loren Rusk.

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SIDNEY HAROLD METEYARD, "PENELOPE AL TELAIO"

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  LA FRASE DEL GIORNO 

Quanto tutto è pieno di sciocchezze! Sono solo i pensieri a riempire una stanza con qualcosa di più dei mobili.
WALLACE STEVENS, Lettera a Elsie Moll Kachel, 16 maggio 1907

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Wallace Stevens (Reading, Pennsylvania, 2 ottobre 1879 – Hartford, Connecticut, 2 agosto 1955) è stato un poeta statunitense. Laureato ad Harvard, avvocato dal 1904, lavorò per una compagnia di assicurazioni. Espressione tra le più alte del Modernismo, nei suoi versi risaltano  l'immaginazione e lo spessore metaforico del linguaggio.


martedì 18 febbraio 2025

Centenario di Jack Gilbert


L'amore e il dolore: si bilanciano tra questi due sentimenti la vita e la stessa visione poetica di Jack Gilbert, che nacque a Pittsburgh il 18 febbraio di cento anni fa. Visse a Parigi e poi in Italia, in Umbria, dove conobbe il suo primo grande amore, Gianna Gelmetti, con la quale rimase un anno. Trasferitosi in Grecia visse quattro anni sulle isole con la poetessa Linda Gregg. Tornato negli Stati Uniti, conobbe e sposò Michiko Nogami, un'insegnante di giapponese, che morì a soli 32 anni lasciandolo devastato. Gilbert era uno spirito libero e dedito all'emozione estetica e alla poesia. Di lui Linda Gregg disse: "Tutto ciò che Jack voleva sapere era di essere sveglio, che gli alberi in fiore erano mandorli, e di camminare lungo la strada per fare colazione. Non gli importava mai di essere povero o di dover dormire su una panchina del parco".

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FOTOGRAFIA © VOCA

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LA RISPOSTA

La chiarezza, la semplicità, sono un traguardo
o uno svuotamento? Se il cuore persiste
nell'attesa, comincia ad alleggerirsi?
Se siamo sempre buoni, Dio perde le nostre
tracce? Quando mi sveglio di notte,
c'è qualcosa di importante. Come il ronzio
delle turbine giganti nelle stazioni dagli alti soffitti
dei bassifondi. C'è un silenzio in me,
assoluto e scomodo. Sono ossessionato
dal giorno in cui ho camminato in un villaggio greco
dove tutti dormivano e qualcuno ha iniziato
a suonare Chopin, lentamente, debolmente, al piano
superiore di una semplice casa in pietra bianca.

(da La danza più di tutto, 2009)

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NEL PERUGINO ABBIAMO VISTO QUALCHE VOLTA IL NOSTRO PAESE

Per Gianna

Nel Perugino abbiamo visto qualche volta il nostro paese.
Per caso, dietro la Madonna, le dolci colline
e la valle che abbiamo sempre quasi ricordato,
la luce che spiega la nostra segreta convinzione
dell'esilio. Quella luce, quella valle, quelle colline,
quel paese dove le persone finalmente si toccano
come toccheremmo noi, raggiungendosi con la mano e il corpo
e la bocca, piangendo, e non incontrandosi.
Quei perfetti piccoli alberi di solitudine,
oscuri con il mio desiderio in controluce.

(da Visioni del pericolo, 1962)

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Altre poesie di Jack Gilbert sul Canto delle Sirene:

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  LA FRASE DEL GIORNO 

La poesia è una specie di menzogna, / necessariamente. A profitto del poeta / o  della bellezza. Ma anche in essa / la verità può essere detta solo così.
JACK GILBERT, Visioni del pericolo

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Jack Gilbert (Pittsburgh, Pennsylvania, 18 febbraio 1925 - Berkeley, California, 13 novembre 2012), poeta statunitense. Amico di Allen Ginsberg e Jack Spicer, non fu però vicino al movimento beat. Si è descritto come un "romantico serio" e un "contadino della poesia".


lunedì 17 febbraio 2025

L’anima delle cose


ROSE AUSLÄNDER

MISTERO

L'anima delle cose
mi fa percepire
le particolarità
di mondi infiniti
Con trepidazione
cerco il volto
di ogni cosa
e trovo in ognuna
un mistero
I segreti mi parlano
una lingua viva
Sento il cuore del cielo
battere nel mio cuore

(da Un altro giorno di caldo e vento, 1982)

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La poetessa tedesca Rose Ausländer nella sua meditazione riesce a sentire la presenza del trascendente nelle cose, l'esistenza di un mistero che rimane tuttavia insondabile, racchiuso nel suo ostinato segreto, eppure così vivo nel suo sfuggire.

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FOTOGRAFIA © SABINE BENDS/PIXABAY

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  LA FRASE DEL GIORNO 

La cosa più bella che possiamo sperimentare è il mistero. È la fonte di ogni vera arte e scienza.
ALBERT EINSTEIN, La mia concezione del mondo

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Rose Ausländer, nata Rosalie Beatrice Scherzer (Černivci, Ucraina, 11 maggio 1901 – Düsseldorf,  3 gennaio 1988), poetessa ebrea tedesca. Dai toni fiabeschi della gioventù passò a narrare con dolore la deportazione e lo sterminio degli ebrei e l’alienazione di New York, dove visse a lungo.


domenica 16 febbraio 2025

Centenario di Enrico Thovez


Ecco uno dei poeti che piacciono a questo blog: quelli oscuri, dimenticati, persi nei meandri del tempo e delle antologie scolastiche. Enrico Thovez, poeta, pittore e critico letterario nato a Torino nel 1869, moriva nel capoluogo torinese il 16 febbraio di cento anni fa. "Fare della mia esistenza un'opera di poesia è per me lo scopo più alto: anzi non è un desiderio, ma un bisogno" scrisse, "vi è in me qualcosa di incoercibile che m'incalza oltre dei limiti consueti". Ci riuscì? Solo in parte: la sua poesia, che si avvale di un verso prosastico per simulare l'esametro classico, scivola spesso nel moralismo o nell'enfasi o si perde nell'irrisolto o ancora si specchia troppo in se stessa.

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PIOVE. STO QUI SU I RAMI DEL CILIEGIO

Piove. Sto qui su i rami del ciliegio.
Odo il sottile crepitìo dell’acqua
sopra le foglie, una voce monotona, 
grave di un vago senso di dolore.
Il vento aggela: mi rannicchio e sogno
Fra l’intrico dei rami vedo a torno
le colline sfumanti nella nebbia: 
sale continua: il piano pare un mare.
Guardo in basso, ai miei piedi, i solchi bruni 
della terra inzuppata e l’erba magra: 
la pioggia cresce. Me la sento acuta
nella nuca e nel collo come spilli. 
Socchiudo gli occhi, e irrigidito, immagino 
di essere ramo anch’io, fatto partecipe 
di questa lenta vita vegetante, 
come la mia che torpe senza amore.

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IL RAMO DEL MELO RESISTE E SCRICCHIOLA FRAGILE

Il ramo del melo resiste e scricchiola fragile
alla mia mano che tenta
piegarlo a me prono
per giungere il frutto pendulo.
Dal ripido clivo,
tra l'esili foglie
vermiglie e citrine
splende la piana azzurrina
là giù lontana, infinita,
sotto il dorato languore del cielo d'ottobre;
coste boscose si arrossano;
vetri percossi sfavillano.
Nell'umida sera
dal fondo di valli
si leva un coro di vendemmiatrici;
lento, ondeggiante, dolente.
Un guizzo: un ricordo. Mi vedo
fanciullo in quell'atto stesso.
La vita trascorse
tra due frutti colti.

(da Poemi d'amore e di morte, Treves, 1922)

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Altre poesie di Enrico Thovez sul Canto delle Sirene:

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  LA FRASE DEL GIORNO 

La storia del pensiero umano ci dice quanto sia difficile la teoria dei fatti umani: psicologici, artistici, politici, economici, sociali. Ogni teoria è cacciata dalla successiva; e quello che pareva un sole di verità agli uni, si rivela agli altri un lumicino che si spegne con un soffio.
ENRICO THOVEZ, Il filo di Arianna

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Enrico Thovez (Torino, 10 novembre 1869 – Torino, 16 febbraio 1925) è stato un critico letterario, poeta e pittore italiano. La sua poesia usa il verso prosastico – due ottonari in realtà – e precipita spesso nell’enfasi, riuscendo a risaltare nella descrizione di ambienti oscuri e in penombra.


sabato 15 febbraio 2025

Un fiore dal tuo nome


CAROL ANN DUFFY

QUANDO ALLORA

Mi inginocchiai in giardino allora,
cercando di coltivare un fiore dal tuo nome;
dove i fiori languivano sugli steli,
finché avresti dato il permesso alla pioggia.
Nascosto nella boscaglia, uno scricciolo –
quando allora era ora, avrei voluto che il mio cuore avesse
fatto lo stesso.

2022

(da Poesie d'amore, Crocetti, 2024 - Traduzione di Floriana Marinzuli e Bernardino Nera)

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L'amore narrato dalla poetessa scozzese Carol Ann Duffy ha molti volti: dalla passione al desiderio, dallo struggimento alla sofferenza. Qui siamo dalle parti della separazione della lontananza, di quell'assenza che ferisce e che comunque proviamo a superare riempiendo in qualche modo il vuoto: "Ti voglio e non sei qui. Mi soffermo / in questo giardino, a respirare il colore che il pensiero è / prima di diventare linguaggio nell’aria ferma. Pure il tuo nome / è un pallido spettro e, per quanto lo esali senza / posa, non mi rimarrà accanto. Stanotte / ti invento, ti immagino, i tuoi movimenti più nitidi / delle parole che ti faccio dire e che hai già detto".

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ILLUSTRAZIONE © ROSZIE/PIXABAY

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  LA FRASE DEL GIORNO 

Un tuo bacio, / rievocato, sfila, come fossero perle, questa catena di parole. / Cieli immensi ci congiungono, unendo qui a lì. / Desiderio e passione nell’aria che pensa.
CAROL ANN DUFFY, Lo splendore del tempio

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Carol Ann Duffy (Glasgow, 23 dicembre 1955), poetessa e drammaturga scozzese, direttrice dei corsi di scrittura creativa presso la Manchester Metropolitan University e, dal 1º maggio 2009 Poeta Laureato del Regno Unito. Nelle sue poesie dà spesso voce a personaggi di outsiders.


venerdì 14 febbraio 2025

Amore è un faro


WILLIAM SHAKESPEARE

SONETTO 116

Non sia mai ch’io ponga impedimenti
all’unione di anime fedeli; Amore non è amore
se muta quando scopre un mutamento
o tende a svanire quando l’altro s’allontana.

Oh no! Amore è un faro sempre fisso
che sovrasta la tempesta e non vacilla mai;
è la stella-guida di ogni sperduta barca,
il cui valore è sconosciuto, benché nota la distanza.

Amore non è soggetto al Tempo, pur se rosee labbra e gote
dovran cadere sotto la sua curva lama;
Amore non muta in poche ore o settimane,

ma impavido resiste al giorno estremo del giudizio.
Se questo è errore e mi sarà provato,
io non ho mai scritto, e nessuno ha mai amato.

(da Sonetti, 1609 – Traduzione di Maria Antonietta Marelli)

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Per San Valentino, quest'anno sono andato sul classico: ecco William Shakespeare che presenta la sua concezione di amore ideale. E allora ecco gli ingredienti necessari: l'unione delle anime e la fedeltà, la certezza che fa dell'amore il centro del mondo, la sua resistenza al tempo.


FOTOGRAFIA © DANIELE RIVA

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  LA FRASE DEL GIORNO 

Oh, spirito d'amore, come sei fresco tu, e vivificante, tu che, se nella tua capacità puoi ricevere tutto, come il mare, non ti lasci da nulla penetrare, qual che ne sia l'altezza e la sostanza, senza svilirlo di senso e valore in men che non si creda! Perché l'amore è sempre così pieno d'estrose fantasie da esser alta fantasia da solo.
WILLIAM SHAKESPEARE, La dodicesima notte

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William Shakespeare (Stratford-upon-Avon, 23 aprile 1564 - 23 aprile 1616), drammaturgo e poeta inglese, considerato il più  eminente drammaturgo della cultura occidentale. Il suo dono poetico consiste nella trasformazione dall'interno dei modelli esistenti, dal poemetto ovidiano alla tragedia, dalla commedia plautina a quella romantica o romanzesca, storica o leggendaria.


giovedì 13 febbraio 2025

Accordi di cristalli


MANUEL ALTOLAGUIRRE

L'ANIMA

La pioggia è sguardi d’angeli
in gloria, accordi di cristalli.
E su tutto questo: l’allegria di stare
non accanto, né sopra e
neppure dentro, ma in lei.
Confusi entrambi, più che fusi.
Diventati ormai un solo corpo,
un’anima sola che bacia se stessa
negli spazi bianchi, dimentica del mondo.

(da Solitudini unite, 1931)

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L'immagine di cui si serve il poeta spagnolo Manuel Altolaguirre per descrivere la comunione dell’anima con la pioggia che lo avvolge è simile all’unione totale che raggiungono gli amanti: una totale fusione, la gioia di essere non insieme, né sopra, e nemmeno dentro, ma in essa, raggiungendo l’oblio del mondo.

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FOTOGRAFIA © ALEKSANDAR PASARIC/PEXELS

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  LA FRASE DEL GIORNO 

Il mio amore ha avuto la forma della tua vita.
MANUEL ALTOLAGUIRRE, Fine di un amore

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Manuel Altolaguirre Bolín (Malaga, 29 giugno 1905 – Burgos, 26 luglio 1959), poeta surrealista spagnolo della Generazione del '27. Con i suoi toni intimisti e spirituali cantò l'amore e la solitudine Egli stesso indicò Juan Ramón Jiménez e Pedro Salinas come suoi ispiratori.


mercoledì 12 febbraio 2025

Attraversando il sogno


SEBASTIÃO DA GAMA

STIAMO ATTRAVERSANDO IL SOGNO

Stiamo attraversando il sogno,
commossi e silenziosi.

Arriviamo? Non arriviamo?

Che ci siano frutti o no,
andiamo verso il sogno.
Basta la fede in ciò che abbiamo
basta, la speranza in ciò
che forse non avremo.
Basta che diamo la nostra anima,
con la stessa gioia,
a ciò che non conosciamo
e a ciò che fa parte del nostro quotidiano.

Arriviamo? Non arriviamo?

─ Partiamo. Andiamo. Siamo.

(da Stiamo attraversando il sogno, 1953)

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Il poeta portoghese Sebastião da Gama ci invita ad abbandonarci fiduciosi al sogno, a non richiuderci sul nostro quotidiano, ma a volare con la fantasia, ad affidarci alla speranza di qualcosa di più grande, senza timore dell’ignoto.

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DIPINTO DI SHAWN CARGILL


  LA FRASE DEL GIORNO 

Il sogno non è soltanto una comunicazione (magari una comunicazione cifrata), ma anche un’attività estetica, un gioco dell’immaginazione, che è di per sé un valore. Il sogno è la prova che immaginare, sognare ciò che non è accaduto, è tra i più profondi bisogni dell’uomo.
MILAN KUNDERA, L’insostenibile leggerezza dell’essere

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Sebastião Artur Cardoso da Gama (Azeitão, 10 aprile 1924 – Lisbona, 7 febbraio 1952), poeta e docente portoghese. La sua opera è legata alla Serra da Arrábida , dove visse e che assunse come motivo poetico primario (fin dal suo libro d'esordio, Serra-Mãe, 1945), e alla sua tragedia personale, causata dalla tubercolosi che lo colpì.


martedì 11 febbraio 2025

Scrivere il tuo nome


GLORIA FUERTES

VEDI CHE SCIOCCHEZZA

Vedi che sciocchezza,
mi piace scrivere il tuo nome,
compilare i documenti con il tuo nome,
riempire l'aria con il tuo nome;
dire ai bambini il tuo nome
scrivere a mio padre morto
e dirgli che quello è il tuo nome.
Credo che ogni volta che lo dico tu mi ascolti.
Penso che porti fortuna:
Cammino per le strade così felice
e non porto altro che il tuo nome.

(da Tutto fa paura, 1958)

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Gloria Fuertes, poetessa spagnola, trattava con ironia anche i temi universali, come l'amore. Scrivere il nome della persona amata, pronunciarlo inutilmente non è però cosa vana. Dirlo è come averla accanto, è una piccolissima cosa che procura un attimo di felicità.

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FOTOGRAFIA © PIXABAY

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  LA FRASE DEL GIORNO 

In questo mondo di secoli. / In questo mondo di sigle, / di idee e di partiti / (tutti bipartiti), / da sempre mi affilio / io appartengo all’AMORE.
GLORIA FUERTES, Peccavamo come angeli

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FuertesGloria Fuertes García (Madrid, 28 luglio 1917 - 27 novembre 1998), poetessa e scrittrice di libri per bambini, fu legata alla Generazione del’50 e al movimento denominato “postismo”. Femminista e omosessuale, difese l’uguaglianza tra uomini e donne, il pacifismo e la tutela dell’ambiente



lunedì 10 febbraio 2025

Ora abitiamo la nostalgia


MARINO MUÑOZ LAGOS

PARLIAMO DI TE

Ogni volta che tornerò
ti incontrerò.
E dovremo ricominciare da capo
alla scoperta della favola del bosco,
capirci con le parole
che ci porta la pioggia
e aprire la notte
con un lampo di lucciole.
E ricordare il tuo nome,
il tuo nome di mele e strade,
dell'eucalipto profumato delle farmacie,
di piccole e azzurre lontananze.
E dovremo tornare
alle stazioni ferroviarie
che esistono solo nel cuore
e aspettare quel treno notturno
che attraversa gli inverni
per andare insieme a quella città silenziosa
dove il sole matura presto
e le stelle scendono
fino a sfiorarci i capelli.
Era un'altra epoca. Non ne dubito.
Ora abitiamo la nostalgia
come se fosse una vecchia casa.
Una stanza chiusa che non ci permette di vedere
oltre le mani.
Così
Io ti ascolto, tu mi ascolti
Ti amo, tu mi ami.
E siamo di nuovo
quello che eravamo ieri.
Una specie di luce tra le reti del destino
Come uno che si sveglia, ritorno
a quando il tuo corpo si è girato verso il mio
e l'amore cresceva lentamente
in un bagliore rotondo
e cristallino.
E in mezzo a due mondi tremanti
quelle gocce di luce
attraverso l'oscurità.

(da I volti della pioggia, 1971)

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Marino Muñoz Lagos è il cantore del passato: le sue poesie passano attraverso il vaglio del tempo perduto e giocoforza attraversano la lente della nostalgia, questa casa affollata di ricordi in cui abitiamo ma dalla quale non possiamo uscire. È un tempo in cui tutto era più bello, in cui ogni cosa era più semplice e genuina. Ma era davvero un'altra epoca e tutto quello che ne rimane non sono che quelle rade gocce di luce filtrate attraverso il buio.

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IMMAGINE © STOCKSNAP/PIXABAY

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  LA FRASE DEL GIORNO 

Eppure è affascinante viaggiare / verso quei porti / dove i bar diventano / gli azzurri pontili della nostalgia.
MARINO MUÑOZ LAGOS, I volti della pioggia

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Marino Muñoz Lagos (Mulchén, 19 luglio 1925 - Punta Arenas, 15 aprile 2017), poeta cileno. Dopo aver conseguito il diploma di maestro elementare, si è stabilito a Punta Arenas, a seguito delle norme della cosiddetta Legge di Difesa Permanente della Democrazia. Le sue poesie hanno per sfondo il paesaggio magellanico con tempeste e marinai.


domenica 9 febbraio 2025

Domenica d’inverno


KARMELO C. IRIBARREN

LEGGENDO

Domenica.
Inverno.
Oltre la finestra, la sera
come un'immensa pagina grigia
piena di accenti
scossi
dal vento.

(da Facendo progetti, 2016)

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Una domenica d'inverno, anche piuttosto grigia, di quei giorni di febbraio che sembrano novembre, con la primavera ancora lontana. E si sta bene a leggere al caldo della casa, come il poeta basco Karmelo C. Iribarren. Quando lo sguardo si alza dal libro, ecco che quei segni grafici si trasferiscono fuori, nella pioggia che cade oltre la finestra.

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SCENA DA "BECOMING JANE" © EAGLE PICTURES

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  LA FRASE DEL GIORNO 

Il lettore ideale è quello che sente, che quasi s'impossessa dell'anima di chi scrive.
AMALIA GUGLIELMINETTI, Lettere d'amore

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IribarrenKarmelo C. Iribarren (San Sebastián,  19 settembre 1959), poeta spagnolo. Associata al “realismo sporco” di Bukowski e Carver, in realtà la sua è una poesia più minimale, molto spesso frutto di osservazione della strada e dei bar, che l’ha fatta definire “realismo pulito” e “poesia di esperienza”. Tra le sue raccolte poetiche Serie B, Dal fondo del bar, Ondata di gelo, Attraversando la notte, La pelle della vita.


sabato 8 febbraio 2025

L’acqua tra i miei palmi


LILIANE WOUTERS

UNA VOLTA, UNA SOLA VOLTA

Una volta, una sola volta,
L'acqua tra i miei palmi,
L'ombra del fico sopra la mia casa

Una volta, una sola volta,
L'acqua sulla mia lingua, il bagliore del sole
Tra le mie dita.

Ho vissuto, qualunque cosa accada,
Questo momento d'aria e di luce,
Questa pienezza di sete.

(da Diario dello scriba, 1990)

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"Io ho soltanto guardato l'acqua / che passa dicendo che tutto scorre. / Io ho soltanto cercato il fuoco / che brucia dicendo che tutto si consuma". Che accada: questo è importante, anche una sola volta. Che l'emozione esploda, che la sensazione si espanda. La poetessa belga Liliane Wouters teorizza la piena manifestazione dell'istante meraviglioso come appagamento di vita.

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FOTOGRAFIA © PXHERE

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  LA FRASE DEL GIORNO 

Povera e mortale, io sono la sovrana / del mio dominio interiore. Solo io ho / il diritto di respirare, lo spazio della / mia libertà…
LILIANE WOUTERS, Cambiare scorza

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Liliane Wouters, (Ixelles, 5 febbraio 1930 – Gilly, 28 febbraio 2016), poetessa, drammaturga, traduttrice e saggista belga di lingua francese. La sua poesia è all’insegna del “grido controllato”, rigorosa, precisa ed elegante, generalmente espressa in brevi componimenti ricchi di immagini e di musicalità.


venerdì 7 febbraio 2025

Ho dimenticato il tuo nome


CARLOS MEDELLÍN

OBLIO

Ho dimenticato il tuo nome,
Non ricordo
Se ti chiamavi luce o rampicante,
ma so che eri acqua
perché mi tremano le mani quando piove.

Ho dimenticato il tuo viso e le tue ciglia
e la tua pelle passata dalla mia bocca
quando cademmo sotto i cipressi
sconfitti dal vento,
ma so che eri luna
perché quando si avvicina la notte
i miei occhi si spezzano
dal volerti così tanto vedere alla finestra.

Ho dimenticato la tua voce e le tue parole,
ma so che sei musica
perché quando le ore si dissolvono
tra le sorgenti del sangue
il mio cuore canta per te.

(da Parole salvate, 1993)

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L'oblio non può essere totale: qualcosa rimane sottotraccia, continua a vivere nei nostri sensi per poi riaffiorare quando le circostanze - le emozioni - lo consentono. Così assume toni malinconici questa poesia di Carlos Medellín, giurista e poeta colombiano assassinato nel novembre 1985 durante l'assalto dei terroristi di M-19 al Palazzo di Giustizia di Bogotá.

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FOTOGRAFIA © WAL172619/PIXABAY

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  LA FRASE DEL GIORNO 

Io sono l'idea / io ero la parola / io sono l'amore / io ero il cuore / io sono la musica / io ero la canzone.
CARLOS MEDELLÍN

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Carlos José Medellín Forero (Pacho, 1928- Bogotá , 6 novembre 1985), poeta, scrittore e giurista colombiano. Morì come magistrato della Corte Suprema di Giustizia durante l' assalto al Palazzo di Giustizia effettuato dal Movimento 19 Aprile (M-19). Con Moradas (Sguardi) vinse il Premio Espiral de Poesía nel 1951.


giovedì 6 febbraio 2025

Maria Teresa Horta


La scrittrice e poetessa portoghese Maria Teresa Horta è morta martedì scorso a Lisbona all'età di 87 anni, dopo una vita dedicata alla difesa dei diritti delle donne e della democrazia in Portogallo. La notizia è stata diffusa dall’editrice Dom Quixote, che ha salutato “una delle personalità più notevoli e ammirevoli del nostro tempo, una riconosciuta paladina dei diritti e della libertà delle donne, in un'epoca in cui non era sempre facile accettarlo". Era nota come una delle famose "tre Marie" perché, insieme a Maria Isabel Barreno e a Maria Velho da Costa, nel 1972 aveva pubblicato il libro "Nuove lettere portoghesi", uno sguardo critico al regime che scosse la dittatura e per la quale fu processata. Nella sua lunga carriera letteraria ha saputo combinare perfettamente la tenace lotta per le cause difese con la brillantezza della sua scrittura.


FOTOGRAFIA © AHCRAVO

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AMORE MIO

Amore mio amore mio
mio profondo segreto

mio segreto angolo
mio travaglio
più assetato

Amore mio
amore mio
mia sete più
pura

mio corpo
mia invenzione

mio futuro lamento
mia grande tenerezza

(da Mia signora di me, 1967)

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SENSI

Io oso la passione
non la respingo

Ascolto i sensi senza la paura attorno
tocco la tenerezza della rosa
metto l’onda nel deserto

A tutto ciò che è impossibile
apro e strappo il cuore
Sotto colloco la mano
per cogliere l’incerto

Scopro l’amore
nel calore dell’imboscata
infrango regole e impedisco

Scambio il sogno degli dei
con un piccolo niente

Disobbedisco al precetto
e disordino la passione
Tesso e ricamo il mio rovescio
e sbaglio la ragione

(da Inquietudine, 2006)

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Altre poesie di Maria Teresa Horta sul Canto delle Sirene:



  LA FRASE DEL GIORNO 

La passione può far male, ma è la cosa più meravigliosa.
MARIA TERESA HORTA, Expresso, 8 agosto 2017

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Maria Teresa Horta (Lisbona, 20 maggio 1937 – 4 febbraio 2025), scrittrice e poetessa portoghese. Ha studiato Lettere e Filosofia presso l'Università di Lisbona.  Fece parte del Movimento Femminista del Portogallo. Ha saputo combinare perfettamente la tenace lotta per le cause difese con la brillantezza della sua scrittura.


mercoledì 5 febbraio 2025

Bella donna


GHIANNIS RITSOS

LA BELLEZZA

Bella donna,
porta la mano sinistra
dietro la nuca,
alza i capelli verso la luna.
I suoi capelli
mi sfiorarono le ginocchia.
Esisto.

Atene, 11.3.1985

(da Il loggione, Aiora, 2018 – Traduzione di Maria Caracausi)

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"Mi duole in petto la bellezza" scrisse Ghiannis Ritsos in una sua poesia, Sera grigia. E ancora, in Parola carnale, ribadisce: "Come sei bella. La tua bellezza mi spaventa. Ho fame di te. Ho sete di te". Quella bellezza è il dolore, il vorticare dei sensi, la fame, la sete. In una parola è ciò che come il maglio di Anacreonte - "Ancora Eros m’ha colpito: con un gran maglio, come un fabbro" - investe e fa sentire vivo il poeta.

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DIPINTO DI LISETH VISSER

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  LA FRASE DEL GIORNO 

Al centro del verso / tu e tu. /  Il tuo respiro riempie / tutte le parole, /  tutto il silenzio.
GHIANNIS RITSOS, Erotica

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Ghiannis Ritsos (Monemvasia, 1º maggio 1909 – Atene, 11 novembre 1990), poeta greco tra i maggiori del XX secolo. Fu candidato nove volte al Premio Nobel. La sua vita fu animata da un'incrollabile fede negli ideali marxisti e nelle virtù catartiche della poesia.


martedì 4 febbraio 2025

Tutt’al più la bellezza


CZESŁAW MIŁOSZ

NON DI PIÙ

Dovrei dire un giorno come ho mutato
Parere sulla poesia e come è successo
Che mi consideri oggi uno dei tanti
Mercanti e artigiani dell’Impero del Giappone
Che componevano versi sui ciliegi in fiore,
I crisantemi e la luna piena.

Se potessi descrivere le cortigiane veneziane
Che stuzzicano con un vinco un pavone nel cortile,
E sgusciare dal tessuto di seta, dalla cintura
Perlata i loro seni appesantiti, la striscia
Rossastra lasciatagli sul ventre dalla fibbia della veste,
Almeno come apparivano al capitano dei galeoni
Giunti quel mattino carichi d’oro;
E se al tempo stesso potessi le loro povere ossa
In un cimitero, dove un grasso mare lecca la porta,
Racchiudere in una parola più resistente dell’ultimo pettine
Che nella polvere sotto la lastra, solo, attende la luce.

Allora non dubiterei. Da una sostanza refrattaria
Cosa si può raccogliere? Niente, tutt’al più la bellezza.
E allora devono bastarci i fiori dei ciliegi
I crisantemi e la luna piena.

(da Poesie, Adelphi, 1996 - Traduzione di Pietro Marchesani)

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Di Czesław Miłosz il traduttore Pietro Marchesani scrisse: "Poeta metafisico, in perpetua complicità con l’invisibile, è stato costretto dalla storia a vivere l’invisibile innanzitutto nella sua forma più letterale e più ossessiva: come ressa dei morti e delle cose scomparse. Il poeta è qui sempre il sopravvissuto, che si mormora un verso sobrio e terribile". Il poeta che fa i conti con il passato, con il succedersi delle epoche storiche, dal Giappone imperiale alla Venezia della Serenissima fino ai giorni nostri, è quello che scopre l'essenza stessa della poesia, quella bellezza che ne è l'intrinseca ossatura.

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FOTOGRAFIA © GETWALLPAPERS

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  LA FRASE DEL GIORNO 

In sé la poesia è qualcosa di sconveniente: / esce da noi e non sapevamo che ci fosse, / dunque sbattiamo le palpebre, come se da noi fosse balzata / fuori una tigre, e stesse nella luce, / colpendosi i fianchi con la coda.
CZESŁAW MIŁOSZ, Poesie

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Czesław Miłosz (Šeteniai, Lituania, 30 giugno 1911 – Cracovia, 14 agosto 2004),  poeta e saggista polacco. La sua poesia ha grandi ambizioni formali e una decisa intonazione pessimistica. Nel 1980 gli fu conferito il Nobel con la seguente motivazione: “A chi, con voce lungimirante e senza compromessi, ha esposto la condizione dell'uomo in un mondo di duri conflitti”.