lunedì 30 gennaio 2012

Olio di luce


ALFONSO GATTO

OLIO E ACETO

A Giovanni Panarello

Per la verde lattuga trasparente,
fresca la foglia aperta al suo ventaglio,
c'è quest'olio di luce, queste mente
di poggio e dal suo tartaro fiorita
la viola d'aceto, spicca l'aglio.
Il carciofo nell'indaco s'abbruna
al suo verde di panno e di laguna.
Rosso il radicchio a prendere s'avvita
nel suo cespo croccante. È la tua tavola,
un giorno che riposa - nel nome d'ogni cosa.
Ed è quasi una favola.

(da Rime di viaggio per la terra dipinta, Mondadori, 1969)

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I poeti spesso sono anche pittori: Alfonso Gatto si dilettava a dipingere con pennellate che davano un tono luminoso e quasi trasparente al quadro – tecnicamente era un “chiarista”. La sua tecnica però si può esprimere anche con le parole, come rilevò Silvio Ramat: “La pittura non può debordare dai margini materiali del quadro. E appunto in relazione a questi argini rassicuranti noi verifichiamo la forza, il moto della parola e della strofa”. Così questa Olio e aceto diventa una natura morta non dipinta ma descritta in una particolare raccolta che fonde dipinti e poesie, Rime di viaggio per la terra dipinta, cento tempere trasformate in versi, “facoltà di combinazione intreccio innesto fra il segno pittorico e quello verbale” citando ancora Ramat. “Io parto dalla prima stesura del colore, dal primo segno, così come parto dal primo verso” spiegò Gatto. L’etimologia stessa della parola poesia, dal greco ποίησις (pòiesis) = fare, produrre, racchiude in sé tutta la tecnica necessaria per esprimerla: scrivere una poesia è come dipingere un quadro, se il pittore usa pennelli e spatole, il poeta si serve della metrica, di endecasillabi e settenari, di rime e quartine. Gatto riesce a fondere le due attività con l’uso dei giochi cromatici, tanto che sembra di vederlo quel riflesso di luce sull’ampolla dell’olio.

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ÉDOUARD VUILLARD, “NATURA MORTA CON INSALATA”

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LA FRASE DEL GIORNO
Vedere è solo credere ai tuoi occhi.
ALFONSO GATTO, Rime di viaggio per la terra dipinta




Alfonso Gatto (Salerno, 17 luglio 1909 – Orbetello, 8 marzo 1976), poeta e scrittore italiano. Ermetico, ma di confine, giornalista e pittore, insegnante di Letteratura all'Accademia di Belle Arti, collaboratore di “Campo di Marte”, la sua poesia è caratterizzata da un senso di morte che si intreccia al vivere.


3 commenti:

Vania ha detto...

...interessante.

...mantenere le righe, il principio dell'equlibrio....realtà/fantasia.
ciaoo Vania

DR ha detto...

il celebre detto di Orazio: Ut pictura poiesis (Come pittura è la poesia)

Alberigo Timioni ha detto...

Amo Alfonso Gatto, è stato l'argomento della mia tesi...