ANNA ACHMATOVA
TRANSLUCIDO VETRO DI CIELI DESERTI
mole bianca della grande prigione,
solenne canto di una processione
lungo il Vólchov, luminoso di azzurro.
Il vento di settembre defolia una betulla,
ulula e turbina fra i rami,
e la città ricorda il suo destino:
qui regnò Marfa, qui regnò Arakčéev.
Novgorod, 1914
.
Anna Achmatova sapeva scolpire i versi: li riduceva all’osso, li collocava nella loro essenziale nudità in quartine pienamente compiute che tutto dicono nella loro brevità. Così, in questa poesia dedicata alla antica città di Novgorod, dai pochi dettagli riusciamo a ricostruire un mondo, a immaginarci gli edifici, la grande chiesa russo-bizantina di Santa Sofia, il locale Cremlino, la prigione. E leggiamo i profili umani, la processione che scorre lungo il fiume, i paramenti, i gesti, le croci. Siamo lì, nella Novgorod del 1914, noi stessi osservatori, sentiamo il vento passarci addosso, vediamo le betulle dal bianco tronco spogliate dall’autunno.
Santa Sofia a Novgorod – Fotografia © Flydime/Flickr
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LA FRASE DEL GIORNO
E qui la mia Musa dolorosa / mi conduceva, come una cieca.
ANNA ACHMATOVA
LA FRASE DEL GIORNO
E qui la mia Musa dolorosa / mi conduceva, come una cieca.
ANNA ACHMATOVA
Anna Andreevna Achmatova, pseudonimo di Anna Andreevna Gorenko (Bol'soj Fontan, 23 giugno 1889 – Mosca, 5 marzo 1966), poetessa russa. Fu osteggiata dal regime sovietico per il suo “estetismo” e per il “disimpegno" politico”. La sua poesia spesso scarna, libera dalle analogie simboliche, scolpita fino all'osso, si veste di un’ironia e di una malinconia che sconfinano nel disincanto.
1 commento:
...non c'è dubbio ...ogni Paese ha "comunque" il suo Fascino.
Ciao Vania
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