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sabato 20 dicembre 2025

Un pezzo di eternità


EUGENIO MONTALE

INTERNO/ESTERNO

Quando la realtà si disarticola
(seppure mai ne fu una) e qualche sua parte
s’incrosta su di noi
allora un odore d’etere non di clinica
ci avverte che la catena s’è interrotta
e che il ricordo è un pezzo di eternità
che vagola per conto suo
forse in attesa di rintegrarsi in noi.
È perciò che ti rivedo
volgerti indietro dall’imbarcadero
del transatlantico che ti riporta
alla Nuova Inghilterra
oppure siamo insieme nella veranda
di ‘Annalena’
a spulciare le rime del venerabile
pruriginoso John Donne
messi da parte i deliranti abissi
di Meister Eckart o simili.
Ma ora squilla il telefono e una voce
che stento a riconoscere dice ciao.
Volevo dirtelo, aggiunge, dopo trent’anni.
Il mio nome è Giovanna, fui l’amica di Clizia
e m’imbarcai con lei. Non aggiungo altro
né dico arrivederci che sarebbe ridicolo
per tutti e due.

(da Altri versi, Einaudi, 1980)

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"Ammesso che in arte esista una bilancia tra il di fuori e il di dentro, tra l’occasione e l’opera–oggetto bisognava esprimere l’oggetto e tacere l’occasione–spinta" disse di Altri versi Eugenio Montale. Sono poesie popolate di figure della memoria, di fantasmi inghiottiti dal tempo che si bilanciano tra il ricordo vero e proprio e l'indagine metafisica che l'io poetico va compiendo: ritorna dunque Clizia, l'Irma Brandeis che fu musa indefinita dei tempi delle Occasioni, ritorna Giovanna, amica di lei e figlia della proprietaria della pensione Annalena di Firenze, che la seguì negli Stati Uniti e che riappare come voce al telefono tanti anni dopo.

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PEREGRINE HEATHCOTE, "VIAGGIATORE"

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   LA FRASE DEL GIORNO  

Fummo felici un'ora, un giorno, un attimo / e questo potrà essere distrutto?
EUGENIO MONTALE, Altri versi

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Eugenio Montale (Genova, 12 ottobre 1896 – Milano, 12 settembre 1981), poeta e scrittore italiano, Gli fu conferito il Premio Nobel per la Letteratura nel 1975 “per la sua poetica distinta che, con grande sensibilità artistica, ha interpretato i valori umani sotto il simbolo di una visione della vita priva di illusioni”, ovvero la “teologia negativa” in cui il "male di vivere"  si esprime attraverso la corrosione dell'Io lirico tradizionale e del suo linguaggio.


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