IDA VITALE
GIOSTRA
La giostra, il carosello, come
si chiamava, la giostra, una fiamma
che mi offriva un cervo, una carrozza,
un cigno e un cavallo impennato,
la meraviglia che girava così immobile,
che trottava così immobile in un'aria
con un organetto e i campanelli, un'aria
che non muoveva la coda del cavallo
bianco e dorato, ma piena di pericoli,
il pericolo di cadere a mezz'aria,
di cadere e così essere dimenticata
da mio padre, di atterrare in un punto diverso
da quello di salita e trovarmi sola,
senza nuvole, senza vento tra i capelli,
persa senza la deliziosa paura
di volare con le mani aggrappate
a criniere che mi lasciano andare, e io, argilla
che nel forno dell'aria riprende
la sua forma immobile, la forma dell'inizio,
di essere sola e senza ali.
(da Trema, 2005)
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Un ricordo d'infanzia per la poetessa uruguaiana Ida Vitale: bambina, orfana di madre in tenera età, è portata dal padre alla giostra. Sperimenta la vertigine del girare, quell'illusione di volare che la velocità crea insieme al timore di cadere, di smarrirsi; fonde tensione ed emozione, ebbrezza e timore.
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FOTOGRAFIA © ABBY CHUNG/PEXELS
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LA FRASE DEL GIORNO
Andare lentamente, per vedere se il tempo, se lo tenti, / fa lo stesso.
IDA VITALE, Pellegrino in ascolto
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Ida Vitale (Montevideo, 2 novembre 1923), poetessa, traduttrice, saggista, insegnante e critica letteraria uruguaiana, membro del movimento artistico denominato “Generazione del ‘45” e rappresentante della poesia essenzialista. Esule in Messico, dal 1974 al 1984, al suo attivo ha i Premi Octavio Paz, Reina Sofia e Cervantes.

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