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martedì 8 aprile 2025

Ritornare al giardino chiuso


LUIS CERNUDA

GIARDINO ANTICO

Ritornare al giardino chiuso,
che dietro gli archi del suo muro,
tra le magnolie de i limoni,
serba l’incanto delle acque.

Udire ancora nel silenzio,
popolato di trilli e foglie,
il sussurro caldo dell’aria
dove le anime antiche vagano.

Rivedere il cielo profondo
lontano, la torre slanciata,
fiore di luce sulle palme:
le cose tutte sempre belle.

Sentire ancora, come un giorno,
la spina acuta del desiderio,
mentre la gioventù trascorsa
torna. Sogno di un dia senza tempo.

(da Le nuvole, 1943 - Traduzione di Francesco Tentori Montalto)

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Il giardino di Prime poesie - "Nascosto tra le mura, / questo giardino mi offre / i suoi rami e le sue acque / di segreta delizia" - ritorna anni dopo provocando la nostalgia di Luis Cernuda. Ahimè, il tempo è passato e quel paradiso è perduto, lo sa bene il poeta spagnolo, ma vi ritrova comunque un momento di armonia, con la consapevolezza che già aveva allora dell'incessante fluire: "Ma il tempo già valuta / la potenza di quest'ora; / matura la sua misura, / fugge tra le sue rose".

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JOAQUÍN SOROLLA, "GIARDINO DI CASA SOROLLA"

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  LA FRASE DEL GIORNO  

Dobbiamo goderci il momento come se durasse per sempre.
LUIS CERNUDA, Come chi aspetta l'alba

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Luis Cernuda Bidón (Siviglia, 21 settembre 1902 – Città del Messico, 5 novembre 1963), poeta spagnolo. Come molti poeti della "generazione del '27", dopo la guerra civile ha ricercato un'espressione poetica diretta, una tematica umana e oggettiva che rifiuta però una generica etichetta di realismo.


lunedì 7 aprile 2025

Sul mio grammofono


JUAN EDUARDO CIRLOT

PRIMA DEL SONNO

Non esco quasi mai la sera.
Ascolto sul mio grammofono portatile
i dischi preferiti. Le stelle
brillano dietro la mia finestra. Interrompo
la diafana dolcezza del suono.

E immergo la mia ombra tra le ombre.

(da Ogni giorno, 1949)

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Il poeta spagnolo Juan Eduardo Cirlot inseguiva "la scoperta di un nuovo senso che includa tutti i precedenti": per questo aderì al simbolismo e al surrealismo. Ma non gli bastava: a quell'uomo inquieto che la sera si sedeva ad ascoltare musica mancava qualcosa - lo trovò nella spiritualità, studiando la cabala, i sufi e le religioni orientali.

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EUGENE IVANOV, "GRAMMOFONO"

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  LA FRASE DEL GIORNO  

Il mio cuore è mio quando sento / che l'infinito si spezza tra le mie dita / con il suo sguardo dolce, / con il suo bagliore segreto.
JUAN EDUARDO CIRLOT, Giorno per giorno

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Juan Eduardo Cirlot Laporta (Barcellona, 9 aprile 1916 – 11 maggio 1973), poeta e scrittore spagnolo. Surrealista e dadaista, assunse una vasta tradizione spiritualista con l'interesse per la simbologia che permeò tutta la sua attività letteraria. La sua scrittura riversa atti di giocoleria lessicale all'interno di un generale tono elegiaco.


domenica 6 aprile 2025

Hai nascosto la luce


HOMERO ARIDJIS

TERZA POESIA DELL’ASSENZA

"Hai nascosto la luce da qualche parte"
VICENTE HUIDOBRO

Hai nascosto la luce da qualche parte
e mi neghi il ritorno,
So che questa oscurità non è vera
perché davanti alle mie mani volavano le lucciole,
e ti cercavo
e tu eri tu
e noi eravamo occhi
nello stesso letto
e nessuno di noi ha pensato all'eclissi,
ma siamo diventati freddi e familiari
e la notte è diventata inaccessibile
per percorrerla insieme.
Hai nascosto la luce da qualche parte,
l'hai piantata in altri occhi,
perché da quando non esisti più
nulla di ciò che è accanto a me si illumina.

(da Gli occhi sdoppiati, 1960)

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L'amore che svanisce sottrae la luce - la donna amata, in questi versi del poeta messicano Homero Aridjis - condanna l'amato all'oscurità, a un'eclisse eterna perché l'amore sublime può esistere solo nello splendore della luce, e lo priva della bussola, se è vero che "conosco solo il senso particolare / che mi ha dato la tua visione dell'universo".

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FOTOGRAFIA © NIKA AKIN/PIXABAY

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  LA FRASE DEL GIORNO  

Sei come la luce che sorge durante il giorno / con occhi stupiti spegnendo la mia ombra.
HOMERO ARIDJIS, Gli occhi sdoppiati

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Homero Aridjis (Contepec, Michoacán, 6 aprile 1940), poeta, romanziere, saggista e diplomatico messicano. È anche un ambientalista molto attivo. La sua poesia  è spesso poesia d’amore, un amore universale e trascendente che sconfina nel territorio delle visioni, raccontato in modo limpido e originale.


sabato 5 aprile 2025

Un’eco di memoria


SALVATORE QUASIMODO

S'ODE ANCORA IL MARE

Già da più notti s'ode ancora il mare,
lieve, su e giù, lungo le sabbie lisce.
Eco d'una voce chiusa nella mente
che risale dal tempo; ed anche questo
lamento assiduo di gabbiani: forse
d'uccelli delle torri, che l'aprile
sospinge verso la pianura. Già
m'eri vicina tu con quella voce;
ed io vorrei che pure a te venisse,
ora, di me un'eco di memoria,
come quel buio murmure di mare.

(da Giorno dopo giorno, Mondadori, 1947)

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"E questa voce non ignota / a noi per sillabe risuona / scorrendo sopra il mare": Salvatore Quasimodo tradusse così il frammento 98 di Saffo. "S'ode ancora il mare", poesia scritta dopo la traduzione dei Lirici greci riverbera ancora quella sensazione, ammantata della nostalgia per la terra natia, di chi si trova a vivere lontano e della Sicilia serba solo una vivida memoria.

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FOTOGRAFIA © MANFREDI TAGLIALAVORO/PEXELS

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  LA FRASE DEL GIORNO  

A te ignota è la terra / dove ogni giorno affondo / e segrete sillabe nutro.
SALVATORE QUASIMODO, Acque e terre

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Salvatore Quasimodo (Modica, 20 agosto 1901 – Napoli, 14 giugno 1968), poeta e traduttore italiano, esponente di rilievo dell'ermetismo.  Essenziale ed epigrammatico, ha  temperato gli influssi originari in un linguaggio poeticamente sempre più autonomo, che libera un’intensa sensualità in trepide visioni. Premio Nobel per la letteratura 1959 “per la sua poetica lirica, che con ardente classicità esprime le tragiche esperienze della vita dei nostri tempi”.


venerdì 4 aprile 2025

Nel cuore della notte


JOSÉ MANUEL CABALLERO BONALD

INCONTRO QUOTIDIANO

Dove mi giro verso
il muro, nel cuore della notte,
dove sono solo
ogni notte, prigioniero
del mio stesso vigilare, lì
mi ritrovo secondo la fede che mi creo
ogni giorno.
La mia vita è ripulita
da questo stupore. Ieri, domani,
vivono insieme e fertili, formano
la mia memoria con me.
Io sono solo
la mia libertà e le mie parole.

(da Le ore morte, 1959)

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"Nel cuore della notte sento / la veglia rituale della natura, / il clamore dei cambiamenti delle piante" scrive il poeta spagnolo José Manuel Caballero Bonald: la notte, per chi è prigioniero dell'insonnia, si presta alle meditazioni, per quella sensazione di essere soli nel tempo e, come un reset su un computer, apre scenari sul giorno successivo: "La mia memoria è la voce della campagna insieme / e ancora una volta la speranza mi tenta lì. / Sotto i rami del fascino volubile, / vedo risorgere la mia solitudine: / segni favorevoli le danno vita".

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ILLUSTRAZIONE DI JOHN LEE

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  LA FRASE DEL GIORNO  

La mia profezia è la mia memoria: / la mia speranza di essere ciò che sono già stato.
JOSÉ MANUEL CABALLERO BONALD

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José Manuel Caballero Bonald (Jerez de la Frontera, 11 novembre 1926 – Madrid, 9 maggio 2021), poeta e scrittore spagnolo. Di famiglia cubana, studiò Astronomia e poi Lettere e Filosofia. Militante antifranchista, appartenne a l gruppo poetico dei ‘50. Nel 2012 vinse il Premio Cervantes. È noto per il suo stile barocco e ampolloso.


giovedì 3 aprile 2025

Il profumo dei lillà


JUAN JIMÉNEZ LOZANO

RICORDO

Non c'è più né il profumo dei lillà di allora,
né la risata della mamma,  né il mestolo d'argento,
né la vecchia e gialla siepe di evonimo.
Non ci sono.
Nemmeno il ricordo è indubitabile,
soltanto nebbia, ma
è un velo per la mia ferita.

(da Elegie minori, 2002)

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Il tempo è passato, gli affetti sono scomparsi, la nebbia comincia ad avvolgere il passato in maniera sempre più fitta. Eppure l'anziano poeta spagnolo Juan Jiménez Lozano riesce comunque a trovare la consolazione nella memoria.

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LAURA CUTULI, “LILLÀ”

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  LA FRASE DEL GIORNO  

Se hai amato / disperatamente la bellezza del mondo, non / la cederai mai alla polvere e alla cenere.
JUAN JIMÉNEZ LOZANO

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José Jiménez Lozano (Langa, 13 maggio 1930 – Valladolid, 9 marzo 2020), poeta e scrittore spagnolo, Premio Cervantes nel 2022. La sua opera riflette i paesaggi della vasta pianura castigliana, con orizzonti immensi che invitano al pensiero, alla riflessione e persino al misticismo che ispirò Giovanni della Croce e Teresa d'Avila.


mercoledì 2 aprile 2025

I susini


FUKUDA CHIYO-NI

SOLO CON IL LORO PROFUMO

Solo con il loro profumo
i susini rispondono
a chi spezza il ramo.


Nel 1755, quando aveva 52 anni, la poetessa giapponese Fukuda Chiyo–ni si rasò la testa e divenne monaca buddhista assumendo il nome di Soen per “insegnare al proprio cuore a essere come limpide acque che fluiscono giorno e notte”. Quell’essenza zen che la animava è chiaramente espressa in questo delicato haiku dove traspare la capacità di sofferenza, di resistenza al male e di perdono.

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FOTOGRAFIA DI PUBBLIUCO DOMINIO

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  LA FRASE DEL GIORNO  

Ciò che scrivo svanisce / più scrivo, più svanisce.
FUKUDA CHIYO-NI

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Fukuda Chiyo-ni  nota anche come Kaga no Chiyo (Matto, oggi Hokusan, 1703 – 2 ottobre 1775), poetessa giapponese. I suoi haiku esprimono un profondo amore per il mondo naturaleMonaca buddhista, svolse un ruolo pionieristico nello scambio internazionale attraverso l'haiku.


martedì 1 aprile 2025

Poesie per aprile XI


La dolcezza di aprile in due momenti della giornata: il poeta spagnolo Federico García Lorca si lascia contagiare dall'allegria dei bambini che escono a frotte dalla scuola nell'aria tiepida; il poeta messicano Amado Nervo invece insegue un sogno d'amore, tra margherite e stelle nella notte dolce e bella.

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FOTOGRAFIA © DIETER444/PIXABAY

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FEDERICO GARCÍA LORCA

CANZONE PRIMAVERILE, I

Escono allegri i bambini
dalla scuola,
lanciando nell'aria tiepida
d'aprile tenere canzoni.
Quanta allegria nel profondo
silenzio della stradina!
Un silenzio fatto a pezzi
da risa d'argento nuovo.

(da Libro de poemas, 1921)

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AMADO NERVO

PERLE NERE, XVIII

Nelle notti di aprile, dolci e belle,
nel mentre mediti o ricordi tu,
le margherite vanno verso il blu
e si trasformano in pallide stelle.
Quando il sole nelle onde infinite
del giardino sparge le sue scintille,
discendono dentro i campi le stelle
e si mutano in bianche margherite.
Ecco perché, quando diventi rossa
sfogliando margherite di alabastro,
ti predicono l'oblio e l'amore;
Sentono il futuro: sono state stelle!
Sanno l'amore: sono state fiori!

(da Perle nere, 1898)

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  LA FRASE DEL GIORNO  

Era mattina e aprile sorrideva.
ANTONIO MACHADO, Solitudini

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Federico García Lorca (Fuente Vaqueros, 5 giugno 1898 – Víznar, 19 agosto 1936), poeta e drammaturgo spagnolo). Voce tra le più originali del Novecento spagnolo, amico di Salvador Dalí e Luis Buñuel, partecipò ai vari tentativi modernisti, specialmente impressionisti. Morì durante i primi giorni della guerra civile, fucilato dai franchisti.


Amado Nervo, pseudonimo di Juan Crisóstomo Ruiz de Nervo Ordaz (Tepic, 27  agosto 1870 - Montevideo, Uruguay; 24 maggio 1919), poeta e scrittore messicano, appartenente al movimento modernista. La sua poesia è caratterizzata da un sentimento mistico e dalla malinconia.


lunedì 31 marzo 2025

Acero che si sveglia


PERTTI NIEMINEN

CHE CHIACCHIERONE

Che chiacchierone
                          questo amore mio:
non l'erba nella pioggia tiepida
                          né il fiore:
l'acero che si sveglia al vento di mezzogiorno.

(da Così impegnato in questa vita, 1972)

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L'Oriente sposa l'Occidente nelle poesie del finlandese Pertti Nieminen: la delicatezza della poesia cinese riesce a porre in essere una fusione tra l'inconscio del poeta e la natura, a comunicare quella sensazione altrimenti indicibile.

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FOTOGRAFIA © J. L. KRAMER/PIXABAY

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  LA FRASE DEL GIORNO  

Non ti adoro perché / sei bellissima / Adoro la tua bellezza perché /  è dentro di te.
PERTTI NIEMINEN

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Hannu Pertti Nieminen (Vaasa, 29 giugno 1929 – Vantaa, 8 novembre 2015), poeta e traduttore finlandese. Insegnante, pubblicò numerose raccolte di poesie e traduzioni finlandesi di poesie classiche cinesi e di letteratura taoista cercando di correggere le interpretazioni parzialmente errate della poesia cinese prevalenti nei paesi occidentali.


domenica 30 marzo 2025

Domeniche lunghe


TOVE DITLEVSEN

DOMENICA

La domenica non succede mai niente.
La domenica non si trova mai un nuovo amore.
È il giorno degli infelici.
Giorno della pensione o giorno della famiglia.
Le ore più dolorose dell'amante
quando immagina l'amato
con i figli sulle ginocchia
mentre sua moglie, sorridendo,
entra ed esce con vassoi invitanti.
Un giorno maledetto.

Una volta doveva essere diverso.
Perché altrimenti dovremmo tutti
aspettare con ansia la domenica per tutta la settimana?
Forse quando eravamo a scuola?
Ma già allora le campane suonavano
tristi e grigie come la pioggia e la morte.
A quel punto le voci degli adulti
erano deboli e silenziose come se cercassero
invano le parole della domenica.

L'odore di umidità e di pane ammuffito,
del sonno, di stivali di gomma e cicoria
già invadeva le scale allora
e la strada, che era dura, vuota e diversa
in modo desolato.
L'odore della domenica ci riempiva
con lo spesso strato di delusione
che segue un'aspettativa
senza un obiettivo specifico.

E quando, allora? In un luogo prima della memoria
C'era felicità, un'attesa irresistibile
che nessuno era ancora riuscito a deludere.
Allora le campane significavano che papà era a casa,
i baffi, le sopracciglia nere e l'odore del tabacco masticato
erano lì e lì rimanevano, vicino,
e - chissà - la risata della tua giovane madre
sembrava più felice rispetto agli altri giorni.

È domenica. Non troverai mai
un nuovo amore quel giorno.
Siedi in soggiorno
stordita e rigida come un ritaglio di cartone
agli occhi dei bambini.
Scavano con i piedi
e combattono senza energia.
"Dovremmo fare qualcosa", dici.
«Sì», dice una voce da dietro il giornale.
Allora restate entrambi in silenzio, perché tutto ciò che volete 
fare è nascosto e segreto
e sarebbe inaccettabile per l'altro.

Le campane della chiesa suonano. i nasi dei bambini
si riempiono di un odore ereditato.
Sui loro dolci volti scivola
una bruttezza passeggera.
Una luce appassita
sorge dai loro occhi.

Ma tutti aspettiamo con ansia la domenica
tutta la settimana, tutta la vita,
Aspettiamo l'emozione di centinaia
di domeniche lunghe, vuote, estenuanti.
Giornata della famiglia, giornata della pensione,
l'inferno degli amanti segreti.
Quel giorno in cui il grigiore nauseabondo degli adulti
impregna i bambini e stabilisce
l'incomprensibile malinconia domenicale degli anni a venire.

(da La finestra segreta, 1961)

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"Mi sembrava che i miei versi coprissero le crepe della mia infanzia, come pelle nuova e bella sotto una crosticina non ancora staccatasi dalla ferita": non fu un'infanzia felice quella di Tove Ditlevsen, poetessa danese. Le toccò di viverla nel pieno della crisi economica tra le due guerre a Versterbo, quartiere di Copenaghen, al quarto piano della casa sul retro di Hedebygade 30A. Il padre fuochista e la madre casalinga frustrarono sempre le sue aspirazioni letterarie, sostenute dagli insegnanti. La noia della domenica si trasformò quindi piano piano in malinconia, lasciando i suoi segni anche nell'età adulta, forse responsabile in parte della depressione che la portò a uccidersi a 58 anni con un'overdose di sonniferi dopo aver chiesto in prestito l'appartamento di un'amica.

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TOVE DITLEVSEN CON IL MARITO E I FIGLI - FOTOGRAFIA © NF

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  LA FRASE DEL GIORNO  

L’infanzia cade silenziosamente sul fondo della mia memoria, quella biblioteca dell’anima da cui attingerò conoscenza ed esperienza per il resto della mia vita.
TOVE DITLEVSEN, Infanzia

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tove-ditlevsenTove Irma Margit Ditlevsen (Copenaghen, 14 dicembre 1917 – 7 marzo 1976), poetessa e scrittrice danese, pubblicò 29 opere di poesia, narrativa e memorie in cui sono rappresentate la povertà, l'ingiustizia, i soprusi sull'infanzia, la condizione femminile.


sabato 29 marzo 2025

Guardano senza vedere


ANA BLANDIANA

CHIESE CHIUSE

Chiese chiuse
come le case i cui proprietari se ne sono andati
senza dire per quanto tempo,
e senza lasciare un indirizzo.
Per la città,
i tram e le biciclette girano,
Clacson, lamentele,
gli abitanti frettolosi
vendono e comprano, vendono e comprano,
mangiano in piedi,
e, di tanto in tanto, stanchi,
si siedono a bere un caffè
su una terrazza
accanto a una cattedrale dell'XI secolo,
che guardano senza vedere,
dal momento che parlano al telefono
e non si chiedono
chi è colui che ha mai vissuto
in una casa così grande.

(da La mia patria A4, 2010)

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Se ci guardiamo intorno - in metropolitana, sui treni, nelle sale d'attesa - c'è un sacco di gente che si perde nello schermo rettangolare del proprio telefonino. Una mania sociale che stigmatizza anche la poetessa rumena Ana Blandiana, che nota quanto le città moderne siano frettolose e caotiche, e i cittadini incapaci di soffermarsi anche un solo istante a cogliere la bellezza, a meditare sulle cose più grandi di noi.

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FOTOGRAFIA © WAL172619/PIXABAY

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  LA FRASE DEL GIORNO  

Le informazioni non sono più una merce rara, mentre l'attenzione sì.
CLIVE THOMPSON, Internazionale, 4 novembre 2005

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Ana Blandiana, pseudonimo di Otilia Valeria Coman (Timișoara, 25 marzo 1942), poetessa rumena, sostenitrice dei diritti civili in Romania .Prima della rivoluzione del 1989, famosa dissidente e sostenitrice dei diritti dell'uomo, ebbe il coraggio di contestare in numerose interviste e dichiarazioni pubbliche il dittatore Nicolae Ceaușescu.


venerdì 28 marzo 2025

A Londra piove


LOUIS CALAFERTE

È VERO CHE A LONDRA PIOVE

È vero che a Londra piove
e che i ponti s’annoiano

Il cielo moribondo e ipocondriaco
di nuvole annodate di fuliggine

A Londra piove a Londra
lustrini di pioggia

Abbiamo visto la città dissolversi
come irreale come in fuga

Un popolo indeciso confrontarsi
sotto le cupole degli ombrelli

Le nostre ombre andavano a confondersi
nell’ombra grigia della pioggia

È vero che a Londra piove
e che ti ho seguita.

(da Londoniennes, 1985)

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È un luogo comune che a Londra piova molto. In realtà la pioggia annua è 615 mm, meno che in altre città europee. La piovosità della capitale inglese è piuttosto "percepita" in quanto i fenomeni atmosferici sono frequenti, anche d'estate. Quella pioggerellina leggera che genera foschie è al centro di questi sette distici di Louis Calaferte, poeta francese, che a Londra è corso per seguire Nancy, la ragazza britannica di cui si è innamorato.

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FOTOGRAFIA © HALA ALGHANIM/UNSPLASH

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  LA FRASE DEL GIORNO  

La nebbia inglese è sempre all’opera come un pittore sottile, e Londra è una vasta tela preparata affinché la nebbia possa lavorare su di essa.
ARTHUR SYMONS, Città, coste e isole

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Louis Calaferte (Torino, 14 luglio 1928 – Digione, 2 maggio 1994) scrittore  francese di origine italiana. Nel 1952 pubblica Requiem des Innocents, il suo primo romanzo. Dedica poi quattro anni della sua vita alla scrittura di Settentrione. Autore di racconti, saggi, pièces teatrali, ha scritto più di 50 opere.


giovedì 27 marzo 2025

Il fiume e il salice


RICARDO GÜIRALDES

LEGGENDA

Il fiume disse al salice: «Io sono la vita e, nel mio incessante fluire, rinnovo le emozioni».

Il salice disse al fiume: «Io sono il poeta, non vedi come ti abbellisco, recitando per te le strofe dei miei rami?»

Il fiume disse: «Allora vieni con me, mi donerai la bellezza del tuo canto, io ti donerò l'incanto di nuove bellezze».

E il salice accettò; Ma alla prima caduta, la fragile ossatura di rami si strappò sulle rocce.

E il salice disse: «Lasciami solo, perché anche se sono un momento di gioia nel tuo viaggio, non posso seguirti per tutto il tempo senza farmi male».

E il fiume, per il quale il salice cominciava a essere un peso, lo depose in un angolo tranquillo.

Il salice è tornato verde e le sue foglie baciano l'acqua.

Il fiume continua il suo corso selvaggio, ma quando passa davanti al poeta, placa il suo delirio e le acque, accarezzandone le radici, si ritagliano un'oasi di pace.

Un fascino fatale avvolge quel luogo dormiente. La ragazza di passaggio non deve cedere al richiamo silenzioso.

La Porteña, 1913

(da La campanella di cristallo, 1915)

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È una favola ambientata nella pampa argentina questa poesia di Ricardo Güiraldes e quindi passibile delle interpretazioni più personali. C'è una sorta di dicotomia tra la tranquillità e la bellezza poetica e la furia della velocità - nonostante l'ebbrezza meccanica dei Futuristi. Oppure vi si può leggere l'aspro contrasto tra la contemplazione e la frenesia dei tempi moderni.

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FOTOGRAFIA © MELISSA JANSEN VAN RENSBURG/PEXELS

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  LA FRASE DEL GIORNO  

Ho sofferto per tutto, come l'acqua sensibile al declino, il vento, il sole e la piccola foglia del salice piangente che si taglia la schiena.
RICARDO GÜIRALDES, Don Segundo Sombra

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Ricardo Güiraldes (San Antonio de Areco, 13 febbraio 1886 – Parigi, 8 ottobre 1927), poeta e scrittore argentino. Con Borges e Rojas Paz fondò la rivista Proa, con la quale intervenne nel movimento d'avanguardia modernista.  La sua opera oscilla tra il mondo elementare dell'infanzia nella pampa e quello raffinato della cultura europea.


mercoledì 26 marzo 2025

L’occulto giardino


MANUEL ALTOLAGUIRRE

NUDO

Il cielo del tuo tatto
dorato copriva
l’occulto giardino
di passione e di musica.

Alte edere di sangue
abbracciavano le tue ossa.

La carezza dell’anima
– trepida brezza – moveva
tutto quel che tu eri.

Vaghissimo crepuscolo
di rossore e indolenza
era la tua pelle! Restavi
come astro senza scintillio
che dal sole riceva
la luce del tuo alone.

Soltanto sotto i tuoi piedi era notte.
Eri prigione di musica,
dalla musica catturata
che tentava fuggire
in ogni tuo gesto,
ma che uscir non poteva
e s’affacciava come un bimbo
ai vetri dei tuoi occhi limpidi.

(da Alba quieta, 1928)

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Per il poeta spagnolo Manuel Altolaguirre l'amore è una forma di conoscenza. Attraverso di esso possiamo comprendere la vita e noi stessi. Lo testimonia questa sinestesia tra donna e natura, tra colori e sensi. Anche se la carne diventa un ostacolo insormontabile alla vita pienamente spirituale.

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HENRI MATISSE, "NUDO BLU IX"

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  LA FRASE DEL GIORNO  

Il nostro amore imprigionato / è come la terra, / sotto il tuo corpo di giorno, / sotto il mio nell'oscurità.
MANUEL ALTOLAGUIRRE, Alba quieta

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Manuel Altolaguirre Bolín (Malaga, 29 giugno 1905 – Burgos, 26 luglio 1959), poeta surrealista spagnolo della Generazione del '27. Con i suoi toni intimisti e spirituali cantò l'amore e la solitudine Egli stesso indicò Juan Ramón Jiménez e Pedro Salinas come suoi ispiratori.


martedì 25 marzo 2025

Ciò che è simile a noi


EEVA KILPI

LA PRIMAVERA, IL FALCO

La primavera, il falco
e questo posto dove vivevamo,
tutto questo mi emoziona, disse mia sorella
mentre mangiavamo lamponi
sulle fondamenta della nostra vecchia casa.
Eravamo su una collinetta soleggiata, circondati dalla foresta.
Una lepre aveva visitato il soggiorno.
Dalla parte della camera da letto era entrato un alce.
Era una sera calda.
Era passato mezzo secolo.

Quanto amiamo tutto ciò che è simile a noi.

(da Tanti saluti, 1976)

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Con la pace di Mosca del 1940 parte della Carelia fu ceduta dalla Finlandia all'allora Unione Sovietica: 422.000 finlandesi persero le loro case e furono evacuati in Finlandia. Tra di loro la famiglia della poetessa Eeva Kilpi, che poté tornare come turista a vistare la terra natia. Questa poesia esprime tutta la nostalgia per quella patria perduta e l'emozione del ritorno riporta in vita gli antichi sapori, le antiche sensazioni di quelle che furono allora due bambine, Eeva e sua sorella Ritvaa: "Quando ho visitato Hiitola per la prima volta nella nuova era, ovviamente, come tutti coloro che viaggiano nella loro vecchia città natale, avevo lo scrigno pieno di sensazioni. Nella nostra casa vivevano degli sconosciuti. Non puoi superare una cosa del genere. Ma oggigiorno la gente sa essere amichevole e i nuovi inquilini della nostra casa sono stati ospitali. Ci hanno accolto calorosamente. Mia sorella ed io, ovviamente, abbiamo nascosto i nostri sentimenti e abbiamo pianto in segreto. E quando camminavamo da soli lungo le vecchie strade di Hiitola, tutto crollava. Quei vicoli mi sono sempre stati così cari e familiari."

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IRINA ARI, "STUDIO PER UNA CASA IN CARELIA"

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  LA FRASE DEL GIORNO  

Ricordo quella Carelia, / ricordo quel posto a Natale, / ricordo quello stesso posto / che forse non è mai esistito.
EEVA KILPI

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Eeva Karin Kilpi nata Salo (Hiitola, Carelia finlandese, oggi Russia, 18 febbraio 1928), scrittrice, poetessa e attivista femminista finlandese. La sua poesia è caratterizzata da un un’ironia di fondo e tratta i temi dell’esilio, delle relazioni umane e della natura.


lunedì 24 marzo 2025

Il violinista


LOLA RIDGE

IL VIOLINISTA

In un piccolo caffè ungherese
uomini e donne bevono
vino dorato in lunghi calici.
Attraverso la foschia lattiginosa del fumo,
il violinista, minuto e biondo,
si appoggia al suo violino
come sul seno di una donna.
I capelli rossi si accendono in fiamme
sulla  manica nera del suo cappotto,
dove la  mano bianca e sottile
trema e si tuffa,
come una scheggia di luce lunare,
quando il vento frantuma l'acqua.

(da Il Ghetto e altre poesie, 1918)

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Il modernismo è una corrente poetica che rivendica un significato universale alla poesia, trasformando in oggettività le emozioni dell'autore. È quello che riesce bene in questi versi alla poetessa irlandese-statunitense Lola Ridge: ci trasporta nella scena di un caffè ungherese per mostrarci la foga con cui un violinista trae musica dalle corde, riuscendo a cogliere la connessione tra l'esecutore e il suo strumento.

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IMMAGINE CREATA CON IA

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  LA FRASE DEL GIORNO  

L'ho suonato solo una volta il violino nero. Tanto tempo fa. È come l'amore. Quando hai amato una volta fai di tutto per dimenticartene. Non c'è niente di peggio che essere stati felici una volta nella vita. Da quel momento in poi tutto il resto ti rende infelice.
MAXENCE FERMINE, Il violino nero

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Lola Ridge nata Rose Emily Ridge, (Dublino, 12 dicembre 1873 – Brooklyn, New York, 19 maggio 1941), poetessa e anarchica irlandese-americana. Modernista, fu influente redattrice di riviste femministe, marxiste e di avanguardia. Le sue opere trattano del capitalismo, del conflitto generazionale, delle masse urbane e dell’immigrazione.


domenica 23 marzo 2025

Un trifoglio, un’ape e un sogno


EMILY DICKINSON

PER FARE UN PRATO

Per fare un prato bastano
un trifoglio, un'ape,
un trifoglio, un'ape
e un sogno.

Può bastare il sogno
se le api sono poche.

(da Poesie, 1896)

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Un trifoglio e un'ape e un sogno: un prato del New England è bell'e servito da Emily Dickinson. Certo, i primi due elementi sono di facile reperibilità in natura, e sono il segreto del ciclo vitale con l'impollinazione - una collaborazione che è il perno dell'ecosistema. Il terzo elemento, il sogno, la capacità visionaria, l'immaginazione, sono ciò che consente alla fantasia di volare e di cogliere il lato poetico, letterariamente romantico.

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IMMAGINE OTTENUTA CON IA

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  LA FRASE DEL GIORNO  

Il pedigree del Miele / Non interesse l'Ape - / Un Trifoglio, ogni volta, per lei / È Aristocrazia.
EMILY DICKINSON, Poesie

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Emily Elizabeth Dickinson (Amherst, 10 dicembre 1830 –15 maggio 1886), poetessa statunitense, è considerata tra i migliori lirici del XIX secolo. La sua vita fu priva di eventi esteriori: dopo i trent'anni scelse un volontario isolamento nella casa paterna. La sua poesia spazia dalle piccole cose della vita quotidiana – la natura, le stagioni – ai grandi temi dell’anima innestati sul tema della solitudine.


sabato 22 marzo 2025

Aprire la finestra


FERNANDO PESSOA

NON BASTA APRIRE LA FINESTRA

Non basta aprire la finestra
per vedere la campagna e il fiume.
Non basta non essere ciechi
per vedere gli alberi e i fiori.
Bisogna anche non aver nessuna filosofia.
Con la filosofia non vi sono alberi: vi sono solo idee.
Vi è soltanto ognuno di noi, simile ad una spelonca.
C’è solo una finestra chiusa e tutto il mondo là fuori;
E un sogno di ciò che potrebbe esser visto se la finestra si aprisse,
che mai è quello che si vede quando la finestra si apre.

(da Le poesie di Alberto Caeiro, Passigli, 2005)

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Alberto Caeiro, l’eteronimo cui Fernando Pessoa attribuì questi versi era l’alter ego del poeta portoghese che propugnava la non-filosofia: da buon contadino riteneva che gli esseri semplicemente "sono", e nulla più. Contrario quindi alla metafisica e all’interpretazione filosofica, considerava inesprimibile a parole la realtà. Occorre quindi uno sguardo vergine, scevro dalle idee e dai preconcetti per poterla osservare.

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HENRI MATISSE, "DONNA SEDUTA DAVANTI ALLA FINESTRA APERTA"

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  LA FRASE DEL GIORNO  

Non prendendo niente sul serio, e considerando che non ci è data, per certa, altra realtà che non le nostre sensazioni, ci rifugiamo in esse, e le esploriamo come grandi paesi sconosciuti.
FERNANDO PESSOA, Il libro dell’inquietudine

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Fernando António Nogueira Pessoa (Lisbona, 13 giugno 1888 – 30 novembre 1935),  poeta, scrittore e aforista portoghese, considerato uno dei maggiori poeti di lingua portoghese, diede l’avvio al Modernismo nel suo paese. In poesia si scompose in varie altre personalità, contrassegnate da diversi eteronomi, ognuno con un suo stile.


venerdì 21 marzo 2025

Giornata della Poesia 2025



È la Giornata mondiale della Poesia, quella poesia che, secondo Vladimír Holan, condivisa, genera tra il poeta e il lettore "un terzo cuore". Quella poesia sulla quale scommette José María Fernández Nieto, capace di creare un mondo.

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VLADIMÍR HOLAN

LA CAVERNA DELLE PAROLE

Il giovane non entra impunemente con la sua luce
nella caverna delle parole . Audace, non sa quasi
dove si trova… Giovane, benché abbia sofferto,
non sa cosa sia il dolore… Saggio prima del tempo…
fugge senza essere entrato
e adduce come scusa l’immaturità del suo tempo…

La caverna delle parole…!
Solo il vero poeta, e a suo rischio e pericolo,
perde nel delirio le ali e con esse il modo
di sottoporle nuovamente alla gravità
e di non intaccare quella forza che ci attrae verso la terra...

La caverna delle parole! Solo il vero poeta
ritorna con il suo silenzio
per trovare, ormai vecchio, un bambino che piange,
abbandonato dal mondo sulla sua soglia.

(da Una notte con Amleto, 1964)

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JOSÉ MARÍA FERNÁNDEZ NIETO

È INUTILE. NON SA. GIOCA CON COSE

È inutile. Non sa. Gioca con cose
che non valgono neppure la pena,
melodie, parole, pianti e gioie,
e ancora meno, con uccelli e rose.

Gioca a volte con carte misteriose
che non capisci, con la fantasia,
o con un fugace mazzo di giorni,
con questa vita che insegue farfalle.

Alla fine resta solo, d'estate,
nel suo mondo inventato ottenendo
a malapena del pane e del vino.

Ma quando sogna, quando lui crea,
è un bambino ebbro di tenerezza
che sembra giocare a fare il divino.

(da Un uomo chiamato José, 1965)

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  LA FRASE DEL GIORNO  

La poesia è l'arte di usare le parole cariche del loro estremo significato.
DANA GIOIA, La poesia è importante?

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Vladimír Holan (Praga, 16 settembre 1905 – 31 marzo 1980), poeta ceco. Dall’astrattismo e dal simbolismo ermetico con cui iniziò a scrivere versi passò a forme più realistiche e pessimistiche, centrate sul destino dell'uomo e della società, attuate con un linguaggio oscuro.


José María Fernández Nieto (Mazariegos, 7 dicembre 1920 – Palencia, 17 gennaio 2013), poeta spagnolo. Fondò la rivista di poesia e critica Rocamador , di cui furono pubblicati 45 numeri. Collaborò con la radio, la stampa e altri media culturali, tenendo numerosi recital e conferenze sulla poesia e la letteratura.


giovedì 20 marzo 2025

In stile fiorito


BIANCAMARIA FRABOTTA

ENTRANDO NEL CAMPO CERCAI

Il 1° maggio di quel 1789, scesi in giardino
all’alba, per vedere lo stato in cui si trovava
dopo quel terribile inverno in cui il termometro
era sceso, il 31 dicembre, fino a 19 gradi
sotto zero.”
                             Bernardin de Saint-Pierre

Entrando nel campo cercai
le roselline selvatiche nella rete
gli iris infestanti, i papaveri
i gelsomini bianchi e dopo,
i cavoli, i carciofi fra i narcisi,
sull’arancio ferito i grappoli
profumati della zagara.
In terra giaceva l’edera vizza
screziata di morte lumache
eppure, scriveva Bernardin
non tutto era stato ucciso
dalla terribile severità di quell’inverno.
Ancora, in stile fiorito, il suo giardino
godeva di tardive, ma robuste violette
promesse di fragole e primule, risalenti
filari e tracce di linfa nei peri.
In verità le viti cominciavano
appena ad aprire i germogli.

(da I nuovi climi, Brunello, 2007)

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L’equinozio – oggi alle 10.01 – segna l’inizio della primavera. Come sempre, è tempo di rinascita, tanto da segnare l’inizio dell’anno in molti calendari. Quella rinascita della natura che la poetessa Biancamaria Frabotta va cercando nel campo, inseguendo quei germogli da cui torna a sorgere la vita.

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FOTOGRAFIA © PXHERE

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  LA FRASE DEL GIORNO  

Gli uomini conoscono la primavera e tuttavia ogni anno la salutano con la stessa gioia bramosa.
JOSEPH ROTH, La milleduesima notte

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Biancamaria Frabotta (Roma, 11 giugno 1946 – 2 maggio 2022), poetessa, scrittrice, giornalista e accademica italiana. Intellettuale a tutto campo impegnata nelle cause civili e nella lotta politica, attivista negli anni Settanta nel movimento delle donne, è stata redattrice delle riviste Orsa minore e Poesia e collaboratrice del quotidiano Il manifesto.


mercoledì 19 marzo 2025

Tuo figlio


PIERLUIGI CAPPELLO

A MIO PADRE

Come altrove allora, sbattere gli stivali sulla soglia
appendere i berretti e dopo scuotere i giacconi,
quando fuori si avvicina il buio e la neve
è una musica sommersa. L’odore delle cortecce
resta per sempre sulle mani, anche se brucia
come una pagina scritta la tua voce che non ricordo
e nella mia trova riparo, dolce e arresa come un diminutivo.
Da allora ad oggi il mio guardarti è sempre quello:
afferra e propaga la luce pullulante della neve nel buio
in attesa di scorgere un’ombra, un soprassalto
che, col tuo, segni il mio arrivo. D’accordo,
le cose perdute fanno grandi le cose salvate
e grande, paterna, resta la tua assenza
ma sapessi il graffio, il taglio nella tela, il vuoto che riempie.
È come se ogni volta accendessi il fuoco per te,
da qualche parte, là fuori, nella neve e nel buio
mentre alzi il bavero e ad ogni passo ti avvicini alla soglia
dove trema il fuoco nell’aria di solitudine
e nello strappo tuo figlio si compie.

(da Stato di quiete, Rizzoli, 2016)

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"Ho fatto un buon tratto di strada, ormai, / e sono stato tuo figlio e sono stato tuo padre / e conosco i gesti che non si spezzano davanti / al dolore / l’incandescenza dell’istante che li ha generati / la tua mano sulla mia fronte / il palmo della mia sul dorso della tua / che non so come, non so dove / mi portano ancora con te": così scrive il poeta friulano Pierluigi Cappello in un'altra poesia dedicata al padre, "La neve che sei stato". Il rapporto padre-figlio può essere complicato, ma raggiunge un'altissima intensità emotiva e psicologica. Così, quando viene a mancare, ci rendiamo conto di essere in parte lui, di "compierci nello strappo".


JAMES COATES, "PADRE E FIGLIO"

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  LA FRASE DEL GIORNO  

Tutta la quantità d'amore che un padre può avere per un figlio è compensata dal fatto stesso che il figlio esiste, in altre parole un padre non può pretendere che un figlio lo ami con la stessa intensità con la quale lui lo ama né con la stessa qualità d'amore.
GIUSEPPE BERTO, Il male oscuro

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Pierluigi Cappello (Gemona del Friuli, 8 agosto 1967 – Cassacco, 1º ottobre 2017), poeta italiano. La sua vita è stata gravemente segnata da un incidente stradale occorsogli quando aveva sedici anni: dallo schianto della sua moto contro la roccia uscì con il midollo spinale reciso e una perenne immobilità. Ha scritto numerose opere, anche in lingua friulana.


martedì 18 marzo 2025

La primavera ha sempre fretta


KIKÍ DIMULÀ

INCONGRUAMENTE

Tutte le mie poesie sulla primavera
non hanno mai fine.

È perché la primavera ha sempre fretta,
è perché il mio umore è sempre in ritardo.

Ecco perché costringo
quasi ogni mia poesia sulla primavera
a finire
in una stagione autunnale.

(da In contumacia, 1958)

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"Coltivo fiori, / le emozioni sbocciano in me / e mi sento molto bene / in questo viaggio senza fine, / stando qui": la poetessa greca Kikí Dimulà amava la primavera e prolungava il piacere della sua presenza fino a lasciarsi distrarre dal suo splendore: "Mi trasformo in una piccola Terra naturale, / sdraiata, distesa / faccia a faccia / con l'universo che è in armonia con tutto".

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FOTOGRAFIA © WAL 172619/PIXABAY

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  LA FRASE DEL GIORNO  

La primavera ammalia il desiderio dell'anima.
GERASIMOS MARKORAS

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Vasiliki “Kikí” Dimulà nata Radou (Atene, 19 giugno 1931 – 22 febbraio 2020), poetessa greca. Impiegata a lungo presso il Banco di Grecia, fu ammessa all’Accademia di Atene nel 2002. La sua poesia tratta l’assenza, la perdita, la società, la solitudine e il tempo con la personalizzazione di concetti astratti e l’uso insolito di parole comuni, spesso con un velo di amara ironia.