martedì 25 settembre 2018

Nostro sole d’amore


DIEGO VALERI

BEL SOLE

Bel sole triste che già senti e porti
in te la notte lunga, ultimo sole
fuso nell’aria bianca del mattino,
ancora è verde la tua terra, verdi
la siepe e il prato, e la dolce collina
con le sue vigne toccate di rosso.
Ma su tutto è posata
una bruma sottile
di lontananza. Perché sei lontano
tu, nostro sole d’amore. E la sera
è già dentro al mattino,
e presto l’ombra avrà tutto il tuo cielo.

(da La sera, All'Insegna del Pesce d'Oro, 1963)

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“La concezione che Valeri ha del mondo non è affatto un concezione drammatica.  Valeri si accontenta del mondo così come si presenta, per cui preferisce sentirlo, lasciando da parte l’analisi, la prova, l’esame violento. Capire presuppone un’iniziale posizione d’umiltà e di modestia ma sempre - si badi - nell’ordine del naturale” scrive Carlo Bo. E “nell’ordine del naturale” si iscrive appieno questa poesia di Diego Valeri: una constatazione di un sole che porta all’autunno ma che si estende all’intimo sentimento, che dilaga nel vivere e nelle sue riflessioni, che malinconicamente legge in esso anche la vecchiaia e il suo inesorabile termine.

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Monet

CLAUDE MONET, “IMPRESSION: SOLEIL LEVANT”

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LA FRASE DEL GIORNO
O vita che mi segui come l’ombra, / e come l’ombra sei da me divisa.
DIEGO VALERI, Poesie




Diego Valeri (Piove di Sacco, 25 gennaio 1887 – Roma, 27 novembre 1976), poeta, traduttore e accademico italiano, fu ordinario di Letteratura Francese all’Università di Padova per oltre vent’anni, tranne nel periodo 1943-45 quando riparò in Svizzera come rifugiato politico.


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