lunedì 3 agosto 2015

Dall’altro lato della notte

 

ALEJANDRA PIZARNIK

POESIA PER EMILY DICKINSON

Dall’altro lato della notte
l’attende il suo nome,
la sua ansia surrettizia di vivere,
dall’altro lato della notte!

Qualcosa piange nell'aria,
i suoni disegnano l'alba.

Lei pensa all’eternità.

(da La figlia dell'insonnia, Crocetti, 2015 - Traduzione di Claudio Cinti)

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L’omaggio di una poetessa a un’altra: la tormentata argentina Alejandra Pizarnik, che si uccise inghiottendo una dose eccessiva di Seconal, trova qualcosa di sé nella ossessionata americana Emily Dickinson (1830-1886), che visse senza uscire mai di casa gran parte della sua vita. Una ventina d’anni fa ricordo di avere acquistato un volumetto di Stampa Alternativa – quei fascicoli che venivano venduti a mille lire – con le poesie della Dickinson: l’antologista l’aveva intitolato “Dietro la porta”. Ecco, dall’altro lato della porta, dall’altra parte della notte si aprono la vita e la morte, il mondo: “Ho celato me stessa nel mio fiore. Quando dentro il tuo vaso appassirà, inattesa tu, forse, sentirai quasi una solitudine, per me”.

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Arsenault
ISABELLE ARSENAULT, “EMILY DICKINSON”, PART.

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LA FRASE DEL GIORNO
Come se il mare separandosi / svelasse un altro mare (…) / questo è l’eternità.
EMILY DICKINSON, Poesie




Alejandra Pizarnik (Avellaneda, 29 aprile 1936 – Buenos Aires, 25 settembre 1972),  poetessa e traduttrice argentina. La sua poesia è la risposta alle ansie e alle crisi depressive che la portarono a uccidersi ingerendo 50 pastiglie di Seconal: pura indagine, continua domanda sull’esistenza, sulla colpa e sull’eterno soffrire.​


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