mercoledì 12 agosto 2015

Dove s’apriva l’alba

 

CESARE PAVESE

HAI VISO DI PIETRA SCOLPITA

Hai viso di pietra scolpita,
sangue di terra dura,
sei venuta dal mare.
Tutto accogli e scruti
e respingi da te
come il mare. Nel cuore
hai silenzio, hai parole
inghiottite. Sei buia.
Per te l’alba è silenzio.

E sei come le voci
della terra – l’urto
della secchia nel pozzo,
la canzone del fuoco,
il tonfo di una mela;
le parole rassegnate
e cupe sulle soglie,
il grido del bimbo – le cose
che non passano mai.
Tu non muti. Sei buia.

Sei la cantina chiusa,
dal battuto di terra,
dov’è entrato una volta
ch’era scalzo il bambino,
e ci ripensa sempre.
Sei la camera buia
cui si ripensa sempre,
come al cortile antico
dove s’apriva l’alba.

5 novembre ‘45

(da Verrà la morte e avrà i tuoi occhi, Einaudi, 1951)

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“La ricchezza della vita è fatta di ricordi, dimenticati” scriveva nel suo diario nel febbraio 1944 lo scrittore torinese Cesare Pavese. Ecco spiegata questa analogia della pietra, della cantina buia dove un tempo il poeta entrava da bambino: l’amore perfetto è questo un poco atavico del “secondo sguardo”, della scoperta, se è vero – come riporta in un’altra annotazione del gennaio 1942 - che “le cose si scoprono attraverso i ricordi che se ne hanno. Ricordare una cosa significa vederla – ora soltanto – per la prima volta”.

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Hannes Caspar

HANNES CASPER, “LAUREN B.”

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LA FRASE DEL GIORNO
Una donna, una che trasforma il sapore remoto del vento in sapore di carne.
CESARE PAVESE, Feria d’agosto




Cesare Pavese (Santo Stefano Belbo, 9 settembre 1908 – Torino, 27 agosto 1950), scrittore, poeta, traduttore, saggista e critico letterario italiano. Nato poeta con Lavorare stanca, si è poi dedicato alla narrativa scrivendo romanzi famosissimi: Paesi tuoiLa luna e i falòLa casa in collina. I suoi temi principali sono il mito e la terra.


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