DIEGO VALERI
ANACREONTICA
Splende la prugna dentro la frasca,
e l’aurora sopra il monte.
La ragazza ha le braccia bionde
immerse nel cielo della vasca.
L’albero bruno è una gallina
che si gonfia con tutte le penne.
La ragazza i panni distende,
scopre il petto quando si china.
Il monte è un pane sfornato or ora,
caldo, odoroso di grano e sale.
La ragazza si toglie il grembiale,
ed è tutta color dell’aurora.
C’è qualcuno che ride piano:
forse è il ruscello, forse son io.
Essa fugge, e mi dice addio
agitando la piccola mano.
Povero vecchio vagabondo,
scuoto il ramo, la prugna raccatto;
mordo, e mi sento nel sangue matto
tutta entrar la dolcezza del mondo.
(da Terzo tempo, Mondadori, 1950)
.
Una ragazza di campagna, che stende i panni e si lava ad uno di quegli antichi lavatoi che sono ormai scomparsi e rimangono come testimonianza di un passato perduto nell’arredo urbano dei paesi di provincia. Diego Valeri, il “vecchio vagabondo” che la sorprende in un’alba d’estate, pesca a piene mani il ricordo di Anacreonte, l’autore greco del VI secolo avanti Cristo: è la stessa tristezza di vecchio, la stessa consapevolezza dell’invincibilità del tempo e dell’amore; Valeri ci aggiunge il suo marchio di fabbrica: la fusione tra paesaggio e sentimento.
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CAMILLE PISSARRO, “JEUNE FILLE SE LAVANT LES PIEDS”
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LA FRASE DEL GIORNO
Vecchiaia. È quel momento della vita in cui si chiude un occhio sui vizi che ci si può ancora concedere e si scagliano fulmini su quelli che non si è più in grado di commettere.
AMBROSE BIERCE, Dizionario del diavolo
Diego Valeri (Piove di Sacco, 25 gennaio 1887 – Roma, 27 novembre 1976), poeta, traduttore e accademico italiano, fu ordinario di Letteratura Francese all’Università di Padova per oltre vent’anni, tranne nel periodo 1943-45 quando riparò in Svizzera come rifugiato politico.
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