GIORGIO CAPRONI
DIETRO I VETRI
A riva del tuo balcone
arioso, dai grezzi colori
degli orti già in fioritura
di menta, estate ansiosa
come una febbre sale
al tuo viso, e lo brucia
col fuoco dei suoi gerani.
Col gesto delle tue mani
solito, tu chiudi. Dietro
i vetri, nello specchiato
cielo coi suoi rondoni
più fioco,
da me segreta ormai
silenziosa t’appanni
come nella memoria.
(da Come un’allegoria, 1936)
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Una donna che si ritira dal balcone fiorito e chiude la finestra per lasciare fuori la calura estiva. I vetri di quella finestra ora accolgono il cielo riflesso e nello stesso tempo sfuocano il viso della donna, lo rendono più fioco, un’ombra eterea. Né più né meno di quello che accade nella nostra memoria, dice Giorgio Caproni: “Un brusio / di voci afone, quasi / foglie controfiato / dietro i vetri. / Foglie / che solo il cuore vede / e cui la mente non crede”.
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ELABORAZIONE GRAFICA © DANIELE RIVA
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LA FRASE DEL GIORNO
La memoria: specchio in cui guardiamo gli assenti.
ANTONIO CASTRONUOVO, Se mi guardo di fuori
Giorgio Caproni (Livorno, 7 gennaio 1912 – Roma, 22 gennaio 1990), poeta, critico letterario e traduttore italiano. Partito come preermetico attirato da uno scabro espressionismo, approdò a un ermetismo rivestito di un impressionismo idillico. Nella sua poesia canta soprattutto temi ricorrenti (Genova, la madre e Livorno, il viaggio, il linguaggio), unendo raffinata perizia metrico-stilistica a immediatezza e chiarezza di sentimento.
2 commenti:
triste…
trovo la memoria un luogo di tristezza dove vivono i morti ed i cattivi…
i buoni, quelli che amiamo e ci amano dovrebbero stare sempre con noi…
ok, sto facendo la bambina…
la memoria è uno scrigno... certo, ci sono le cose brutte, ma perdono un po' della loro malevolenza. Purtroppo i ricordi belli sbiadiscono nello stesso modo.
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