KIKÍ DIMULÀ
INCONGRUAMENTE
Tutte le mie poesie sulla primavera
non hanno mai fine.
È perché la primavera ha sempre fretta,
è perché il mio umore è sempre in ritardo.
Ecco perché costringo
quasi ogni mia poesia sulla primavera
a finire
in una stagione autunnale.
(da In contumacia, 1958)
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"Coltivo fiori, / le emozioni sbocciano in me / e mi sento molto bene / in questo viaggio senza fine, / stando qui": la poetessa greca Kikí Dimulà amava la primavera e prolungava il piacere della sua presenza fino a lasciarsi distrarre dal suo splendore: "Mi trasformo in una piccola Terra naturale, / sdraiata, distesa / faccia a faccia / con l'universo che è in armonia con tutto".
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FOTOGRAFIA © WAL 172619/PIXABAY
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LA FRASE DEL GIORNO
La primavera ammalia il desiderio dell'anima.
GERASIMOS MARKORAS
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Vasiliki “Kikí” Dimulà nata Radou (Atene, 19 giugno 1931 – 22 febbraio 2020), poetessa greca. Impiegata a lungo presso il Banco di Grecia, fu ammessa all’Accademia di Atene nel 2002. La sua poesia tratta l’assenza, la perdita, la società, la solitudine e il tempo con la personalizzazione di concetti astratti e l’uso insolito di parole comuni, spesso con un velo di amara ironia.
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