MARINO MUÑOZ LAGOS
PARLIAMO DI TE
Ogni volta che tornerò
ti incontrerò.
E dovremo ricominciare da capo
alla scoperta della favola del bosco,
capirci con le parole
che ci porta la pioggia
e aprire la notte
con un lampo di lucciole.
E ricordare il tuo nome,
il tuo nome di mele e strade,
dell'eucalipto profumato delle farmacie,
di piccole e azzurre lontananze.
E dovremo tornare
alle stazioni ferroviarie
che esistono solo nel cuore
e aspettare quel treno notturno
che attraversa gli inverni
per andare insieme a quella città silenziosa
dove il sole matura presto
e le stelle scendono
fino a sfiorarci i capelli.
Era un'altra epoca. Non ne dubito.
Ora abitiamo la nostalgia
come se fosse una vecchia casa.
Una stanza chiusa che non ci permette di vedere
oltre le mani.
Così
Io ti ascolto, tu mi ascolti
Ti amo, tu mi ami.
E siamo di nuovo
quello che eravamo ieri.
Una specie di luce tra le reti del destino
Come uno che si sveglia, ritorno
a quando il tuo corpo si è girato verso il mio
e l'amore cresceva lentamente
in un bagliore rotondo
e cristallino.
E in mezzo a due mondi tremanti
quelle gocce di luce
attraverso l'oscurità.
(da I volti della pioggia, 1971)
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Marino Muñoz Lagos è il cantore del passato: le sue poesie passano attraverso il vaglio del tempo perduto e giocoforza attraversano la lente della nostalgia, questa casa affollata di ricordi in cui abitiamo ma dalla quale non possiamo uscire. È un tempo in cui tutto era più bello, in cui ogni cosa era più semplice e genuina. Ma era davvero un'altra epoca e tutto quello che ne rimane non sono che quelle rade gocce di luce filtrate attraverso il buio.
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IMMAGINE © STOCKSNAP/PIXABAY
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LA FRASE DEL GIORNO
Eppure è affascinante viaggiare / verso quei porti / dove i bar diventano / gli azzurri pontili della nostalgia.
MARINO MUÑOZ LAGOS, I volti della pioggia
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Marino Muñoz Lagos (Mulchén, 19 luglio 1925 - Punta Arenas, 15 aprile 2017), poeta cileno. Dopo aver conseguito il diploma di maestro elementare, si è stabilito a Punta Arenas, a seguito delle norme della cosiddetta Legge di Difesa Permanente della Democrazia. Le sue poesie hanno per sfondo il paesaggio magellanico con tempeste e marinai.
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