İLHAN BERK
IL POETA E I SUONI
Tutti i giorni eccolo che viene
A riprendersi il suo posto nel mondo.
“La cosa difficile, dice, è vivere la vita nei versi.
La scrittura viene sempre di conseguenza”. Queste parole
Gli escono di bocca con facilità, quasi chiedesse dell’acqua.
Per stare un po’ con sé ritorna a sedere
Sulla poltrona usurata di sempre.
Incrocia lo sguardo degli alberi, del mare, del cielo. Passa le mani
Sul mazzo di garofani. Lo porta alle narici.
Si mette in ascolto dei suoni. Attraversa la strada una voce
Augurando buona sera. Il mattino che discende con mille suoni.
Il silenzio dell’erba. Il giorno che cade.
Suoni. Suoni. Suoni.
Ascoltati quei suoni per un giorno intero
Infine eccolo che si ritira
Nel suo posto nel mondo.
(da L'antico mare, 1982 - Traduzione di N. Verderame)
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È una poesia che si manifesta da sé quella che si presenta al poeta ritratto da İlhan Berk, è in effetti la vita stessa - un po' come nella celebre mappa in scala 1:1 dell'Impero cinese nel racconto di Jorge Luis Borges. Ogni sensazione, ogni profumo, ogni veduta, ogni suono, ogni attimo di vita è già poesia.
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DIPINTO DI PEREGRINE HEATHCOTE
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LA FRASE DEL GIORNO
Abbiamo bisogno di persone che leggano i nostri cuori, non ciò che scriviamo.
İLHAN BERK, Il libro delle cose
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İlhan Berk (Manisa, 18 novembre 1918 – Bodrum, 28 agosto 2008), poeta turco. Figura dominante nella corrente postmoderna, la cosiddetta “seconda nuova generazione”, è passato da un approccio di epica socialista alla visione onirica di una lirica erotica e individuale in una sintesi di poesia orientale e occidentale.
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