martedì 21 giugno 2011

Tre poesie per l’estate


Con il solstizio, la massima durata del giorno rispetto alla notte, comincia ufficialmente l’estate. Festeggiamola con alcune poesie che ne presentano la classica iconografia: il fieno, i ciliegi e il cuculo raccontati dal poeta tedesco Christoph Meckel, le brevi bellissime notti popolate di luci e panchine, evocate dall’intimista spagnolo Antonio Machado, i piatti di conserva e i grilli di una silenziosa notte del Sud testimoniata da Vittorio Bodini.
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FOTOGRAFIA © PARIDE81/WIKIPEDITHOMAS KINCADE, "CAFFÈ ITALIANO"


CHRISTOPH MECKEL

PAROLA ESTATE


Estate, lunga una parola:
il vento rivolta il fieno sul colle
e il sole beve al fiume
con calda lingua

Giardini di ciliegi tu doni al giorno
lungo una parola fiorita
e chiami paradiso la breve
notte, per un tratto

il cucù ti suggerisce alto
il suo nome
e tu lo pigli in parola
e lo battezzi nella sua lingua

perfetta estate:
le tue parole
trasportano fieno, e il giorno
è giovane o vecchio
perché tu l'hai chiamato fugace.


(Traduzione di Gio Batta Bucciol)
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ANTONIO MACHADO

NOTTE D'ESTATE


È una notte bellissima d’estate.
Nelle alte case stanno
spalancati i balconi
del vecchio borgo sulla vasta piazza.
In quell’ampio rettangolo deserto,
panchine di pietra, evonimi, acacie
disegnano in simetria
le nere ombre sulla bianca arena.
Allo zenit, la luna, e sulla torre
col quadrante alla luce l’orologio.
In questo vecchio borgo vado a zonzo
solo, come un fantasma.


(da Campi di Castiglia, 1912 - Traduzione di Claudio Rendina)

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VITTORIO BODINI

ESTATE. I GRANDI PIATTI


Estate. I grandi piatti di conserva
sulle terrazze
e il fumo che dai camini
nella luce s'invetria.

Ritrovano le cose nel sonno umano
il silenzio ch'è la loro forma.
Rivive così la vuota
carcassa d'un grillo
in una morte o delicata speranza.

Le formiche avanzano. Brilla
il coperchio come un re,
d'una scatola di latta.
E si ode il fiato sottile delle costellazioni,
quello dei santi nelle campane di vetro
sui freddi marmi dei comò.

Arcieri nelle grotte
saettano tori
e amori senza labbra,
occhi dalle palpebre lievemente arrossate
da un'intima congiuntivite.


(da Dopo la luna, 1956)
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LA FRASE DEL GIORNO
O primavera, o estate di passioni, bel tempo esclusivo…
BENIAMINO DAL FABBRO, Gli orologi del Cremlino



1 commento:

Vania ha detto...

...chissà ...stasera se riesco vado alla ricerca di lucciole come quando ero piccola.:)
ciaoo Vania