venerdì 11 novembre 2016

All’altra faccia del cuore


 

BARTOLO CATTAFI

UNA STANZA IN RUE DE SEINE

A Luciano Erba
A Deri Cappellin

La città; l’autunno
avanza sugli alberi, sui tetti,
muove lenta guerra
ai minuscoli uccelli,
abbasso un treno
percorre il panorama di sotterra.
Togli gli occhi, amico, dalla vita
che gli uccelli predicono nel cielo,
avvisi agli angoli aspettano le piogge
o l’improvviso, l’osceno
tratto di matita.

C’è freddo, è bene
bruciare arbusti
eleganti, rose antiquate, foglie persistenti
che raccolsi a Versailles
un tempo, un giorno
di giochi gentili e seriche
vesti nelle selve.

                       Il sole
tramontato in Europa,
fuochi, saluti, cenni
di silenzio sulle porte,
e poi un passaggio di squali e di gabbiani
come un forte stormire tra i perduti
vascelli, nelle acque
celesti.
Voglio un brindisi all’isola dipinta
volgermi altrove, c’è
un’estiva immagine stampata
sulle nostre bottiglie.
(Travestiti da indigeni sognare
nel fondo della stiva
la sete, il sesso, il mare,
le mosche posate sulla frutta
nella parte del mondo che eccita le idee.)
Rhum Rocroy
dell’Isola Riunione,
origine e purezza garantite,
partenza da una stanza, con un piede
in pericolo, già fuori
della brulla finestra.

Il pack il regno delle nubi può
rompersi nel cielo,
attento, amico, il piede
tasta un’esile crepa,
l’anima ancora folle ammira
i fuochi colorati, le musiche, i monili,
le feste della terra
e forse chiama un caldo
oscuro transito di renne
che ci schianti col nostro
livido fascio di licheni in braccio.
Travolti nell’inizio del disgelo,
affidati all’abisso, nel gelido tragitto,
e nord e sud due punti
senza luce in una stanza aperta
alla frusta del vento, ma solida,
ma appesa da gran tempo
sulla sua giusta strada.

Com’è duro, difficile arrivare
all’altra faccia del cuore,
leggerne il bigio, agevole disegno
mentre i fantasmi lasciano una traccia
di rischioso colore,
mentre l’insetto stordito guada il mare
il regno proibito
l’avventuroso fondo del bicchiere.

Parigi, 1954

(da Partenza da Greenwich, Edizioni della Meridiana, Milano, 1955)

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Il viaggio è tema fondamentale nella poetica di Bartolo Cattafi (1922-1979): “Si parte sempre da Greenwich / dallo zero segnato in ogni carta”, ma in realtà si parte sempre per ricominciare, per osservare la realtà con uno sguardo differente. Da questa stanza parigina, mentre fuori l’autunno ingrigisce la città e la avvolge in una pellicola fredda, il poeta siciliano affronta questo suo vuoto, cerca di porre rimedio alla labilità esistenziale, di arrivare “all’altra faccia del cuore”, forse quella segnata dalla fantasia sull’etichetta della bottiglia di rum che sta bevendo. Ma “Secco duro gessoso sovente è l’occhio, / le mani, lo scalpello lo assecondano, / foggiano cose a nostra somiglianza”.

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Doisneau

FOTOGRAFIA DI ROBERT DOISNEAU

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LA FRASE DEL GIORNO
Quella del poeta è secondo me una pura e semplice condizione umana, la poesia appartiene alla nostra più intima biologia, condiziona e sviluppa il nostro destino, è un modo come un altro di essere uomini.
BARTOLO CATTAFI




Bartolo Cattafi (Barcellona Pozzo di Gotto, 6 luglio 1922 – Milano, 13 marzo 1979),  poeta italiano. La sua poesia spazia sui dilemmi esistenziali con sensibilità di diarista, spesso con uno sguardo metafisico dove sono protagonisti il vuoto e la solitudine. Nei suoi versi il tema del viaggio è una costante metafora del vivere.


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