HOMERO ARIDJIS
IERI E OGGI
Il tuo passo, come un’ombra,
era difficile da seguire,
e perdendoti a una svolta
in me restava solo, come nella via,
un vago senso di vuoto.
La tua andatura, i tuoi fianchi
mi colpivano
e il giardino sembrava avere più rose
e l’estate più caldo,
poiché sulle mie labbra di bimbo ancora non avevo
la parola che definisce l’amore.
L’età ci separava,
come due corpi,
non di forme diverse,
ma di spazi differenti.
E le mie mani che ti afferravano,
le mie braccia che ti cingevano,
non potevano afferrarti,
non potevano raggiungere il tuo corpo, il tuo sguardo.
(da Construir la muerte, 1982)
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Non è amore quello di un bambino per una donna fatta e il poeta Homero Aridjis lo sa: è un’ammirazione, è uno stupore davanti alla bellezza, è una specie di omaggio innato alla femminilità, alla maternità. È una poesia, questa, che ricorda il Gozzano di Cocotte: “Sempre ch'io viva rivedrò l'incanto / di quel suo volto tra le sbarre quadre! / La nuca mi serrò con mani ladre; / ed io stupivo di vedermi accanto / al viso, quella bocca tanto, tanto / diversa dalla bocca di mia Madre!”.
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VLADIMIR VOLEGOV, “VITI FIORENTI”
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LA FRASE DEL GIORNO
Non ci possono essere due corpi / nello stesso spazio nello stesso momento / ma due tempi e due spazi / nello stesso corpo.
HOMERO ARIDJIS
Homero Aridjis (Contepec, Michoacán, 6 aprile 1940), poeta, romanziere, saggista e diplomatico messicano. È anche un ambientalista molto attivo. La sua poesia è spesso poesia d’amore, un amore universale e trascendente che sconfina nel territorio delle visioni, raccontato in modo limpido e originale.
2 commenti:
come è intonata l'immagine...grazia che trasuda nella foto e nella poesia.
ciaoo Vania:)
sì, è davvero aggraziata la modella del dipinto
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