CLAUDIO RODRÍGUEZ
CIELO
Ora come non mai mi è necessario
che guardi il cielo. Senza fede e solo,
in questo secco mezzogiorno, alzo
gli occhi. E è la stessa verità di prima,
anche se cambia il testimone. Rischi
senza leggenda d’avventura né angeli,
neppure quell’azzurro della patria.
Costa denaro respirare l’aria,
senza compenso, gli occhi in su, vedere
una grazia accettare che non sta
nei sensi ma gli dà nuova salute,
li acuisce e ricolma. Questo dono
basta al mio amore, come la bellezza
che non merito e merita nessuno.
Oggi ho bisogno più che mai del cielo.
Non che mi salvi, solo m’accompagni.
(da Alleanza e condanna, 1965 – Traduzione di Francesco Luti)
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Claudio Rodríguez, poeta spagnolo, nel 1960 si trasferì in Inghilterra, all’Università di Cambridge: lì si innamorò dei poeti romantici inglesi, che influenzarono notevolmente da quel momento la sua poesia, come in questa ode elevata al cielo, a quell’immensa coperta spesso azzurra che ci sovrasta, che ci sa donare il suo fascino e che silenziosamente parla al nostro spirito di grazia, d’amore, di vita, di bellezza.
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FOTOGRAFIA © DANIELE RIVA
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LA FRASE DEL GIORNO
Cieco chi guarda il cielo senza comprenderlo: è un viaggiatore che attraversa il mondo senza vederlo; è un sordo in mezzo ad un concerto.
CAMILLE FLAMMARION, Le stelle e le curiosità del cielo
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