MARK STRAND
IL MIO NOME
Una sera che il prato era verde oro e gli alberi,
marmo venato alla luna, si ergevano come nuovi mausolei
di strida e brusii di insetti, io stavo sdraiato sull’erba,
ad ascoltare le immense distanze aprirsi su di me, e mi chiedevo
cosa sarei diventato e dove mi sarei trovato,
e quanto a malapena esistessi, per un attimo sentii
che il cielo vasto e affollato di stelle era mio, e udii
il mio nome come per la prima volta, lo udii
come si sente il vento o la pioggia, ma flebile e distante
come se appartenesse non a me ma al silenzio
dal quale era venuto e al quale sarebbe tornato.
(da L’uomo che cammina un passo avanti al buio, Mondadori, 2011 – Trad. Damiano Abeni)
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Poeta meditativo l’americano di origini canadesi Mark Strand, sempre in cerca di un appiglio cui aggrapparsi: “Sono rimasto nella lunga / notte piena di sussurri, aspettando qualcosa, un segno, l’avvicinarsi / di una luce lontana”. Davanti alla vastità dell’universo vede srotolarsi il proprio destino, il proprio domani, e si sente piccolissima parte di questo infinito.
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IMMAGINE © STATRAVEL
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LA FRASE DEL GIORNO
Tutti abbiamo delle ragioni / per muoverci / io mi muovo /per tenere assieme le cose.
MARK STRAND, Sleeping with one eye open
Mark Strand (Summerside, Canada, 11 aprile 1934 – Brooklyn, 29 novembre 2014), poeta statunitense di origini canadesi, fu saggista e traduttore, professore di Letteratura inglese e comparata alla Columbia University. Nel 1990 fu insignito della carica di Poeta Laureato della Biblioteca del Congresso.
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