ÁNGEL CAMPOS PÁMPANO
IL TUO NOME
Questo scompiglio cerca un altro posto
dove mettere la tua voce
la sospensione dei giorni
la casa che fu tua
tutto questo timore
adesso la forma sfuggente di una nuvola
va sagomando
il tuo nome o il riflesso del tuo nome
e lo dico ad alta voce
e me lo dico
intimamente quasi balbettando
e devo ripeterlo
ancora quando il vento lo disfà
non potrò con la sua assenza
con il vuoto
che hanno lasciato in me
le sue due sillabe fugaci
nessuno risponderà se chiamo
ci sarà solo un vuoto
come erba che spunta dovunque
magnetico mutismo
asse immobile
che mi lascia orfano
tagliate per sempre le radici
(da Il seme nella neve, 2004)
.
Poesia dolorosa, poesia dell’assenza quella del poeta spagnolo Ángel Campos Pámpano, traduttore di Pessoa, Saramago e De Mello Breyner Andresen: il nome, le due sillabe del nome, sono tutto quello che resta nei primi giorni dopo un addio, quando il silenzio regna disperante e il vuoto pare assorbire ogni cosa come un enorme buco nero.
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EDWARD HOPPER, “OFFICE IN A SMALL CITY”
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LA FRASE DEL GIORNO
E la tua assenza so quel che mi dice, / la tua assenza che tumultuava, / nel vuoto che hai lasciato, /come una stella.
VINCENZO CARDARELLI, Poesie
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