ANNA ACHMATOVA
E CERTO MOLTE COSE ANCORA
E certo molte cose ancora
vogliono da me il loro canto.
Ciò che rintocca senza verbo,
ciò che scava nel buio la pietra sotterranea,
ciò che si apre una strada nel fumo.
E ancora non ho fatto i conti,
con la fiamma, col vento, coll’acqua…
Per questo nel dormiveglia
mi si aprono ad un tratto strane porte,
che mi indicano la stella mattutina.
(da Poesie, 1962 - Traduzione di Raissa Naldi)
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La poesia – come più volte si è visto in questo blog – ama imporsi da sé: arriva al poeta come per ispirazione divina o profetica: “Ed ecco è entrata. / Levato il velo, mi guarda attentamente. / Le chiedo: «Dettasti a Dante tu / le pagine dell’Inferno?» Risponde: «Io»”. L’ispirazione per la poetessa russa Anna Achmatova, autrice anche dei versi citati, è una sorta di dormiveglia, quasi una trance in cui le cose si manifestano alla rinfusa per essere poi scelte e ordinate secondo uno schema.
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RAFAL OLBINSKI, “CALENDaR OF YESTERDAYS WISHES”
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LA FRASE DEL GIORNO
Al poeta, come al profeta, è richiesto un atto di obbedienza e di sottomissione affinché la sua parola divenga energia creatrice.
ENZO BIANCHI, Avvenire, 13 aprile 2008
Anna Andreevna Achmatova, pseudonimo di Anna Andreevna Gorenko (Bol'soj Fontan, 23 giugno 1889 – Mosca, 5 marzo 1966), poetessa russa. Fu osteggiata dal regime sovietico per il suo “estetismo” e per il “disimpegno" politico”. La sua poesia spesso scarna, libera dalle analogie simboliche, scolpita fino all'osso, si veste di un’ironia e di una malinconia che sconfinano nel disincanto.
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