mercoledì 6 novembre 2024

Fusa nel paesaggio


BALDOMERO FERNÁNDEZ MORENO

A POCO A POCO SI FA LUCE NEL TUO VESTITO, LV

Adoro la tua maniera lieve e nebbiosa,
fatta di grigie tracce e di riflessi dorati,
di oscurare il sole e di velare la rosa,
di guardarti i piedi e di guardare lontano.

Amo vederti ferma, fusa nel paesaggio,
un groviglio di mattoni, salici e fiume,
immobile nel cupo strato del vestito...
fusa nel paesaggio ma ma al mio fianco.

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"A poco a poco si fa luce nel tuo vestito, / la notte del tuo vestito si dissolve nell'alba. / La prossima primavera ti regala la sua flora, / la sua leggerezza, la sua aria e il suo palpito d'acqua": la donna amata nei versi del poeta argentino Baldomero Fernández Moreno si fonde con il paesaggio, si dissolve in esso divenendo la città stessa, facendosi così contemporaneamente presenza costante al fianco del poeta.

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ELABORAZIONE GRAFICA © DANIELE RIVA/DUBBLE

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   LA FRASE DEL GIORNO   

La città, che già comincia, allodola bianca, / disegna il tuo volto per amarti.
BALDOMERO FERNÁNDEZ MORENO, Settanta balconi e nessun fiore

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Baldomero Fernández Moreno (Buenos Aires, 15 novembre 1886 - 7 giugno 1950), poeta e medico rurale argentino. La sua poesia, universale e profondamente nazionale allo stesso tempo, ha immortalato l'estetica dei quartieri di Buenos Aires e la calda placidità delle province e le loro caratteristiche rurali.


martedì 5 novembre 2024

La luce del sole


COR VAN DEN HEUVEL

UNA POZZA DI MAREA

Una pozza di marea
in una conchiglia
la luce del sole della sera

(da Buio, 1982)

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La bellezza degli haiku è questa capacità di contenere in pochissime sillabe - 17 in originale - la totalità dell'emozione. Il dono della sintesi giocoforza concentra tutto in un'immagine, in questo caso, nella poesia dello statunitense Cor Van den Heuvel, quella del sole al tramonto che si riflette come una perla nel guscio di una conchiglia in una pozza della bassa marea.

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FOTOGRAFIA © PXHERE

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   LA FRASE DEL GIORNO   

L'amore della natura è religione, e questa religione è poesia; queste tre cose sono un'unica cosa. Questo è il tacito credo dei poeti di haiku.
REGINALD HORACE BLYTH, Una storia degli haiku

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Cor Van den Heuvel, pseudonimo di Cornelisz A. van den Heuvel (Biddeford, Maine, 6 marzo 1931)  poeta, editore e archivista statunitense. Folgorato dall'haiku nel 1958 durante una lettura di Gary Snyder, iniziò a comporne. Nel 2002, gli è stato conferito il Masaoka Shiki International Haiku Prize a Matsuyama.


lunedì 4 novembre 2024

Voglio gridare il tuo nome


TASOS LIVATIDIS

QUESTA STELLA È PER TUTTI NOI, V

Voglio gridare il tuo nome, amore, con tutte le mie forze.
Lo sentano i costruttori dalle impalcature e bacino il sole,
lo imparino i fuochisti sulle navi e respirino tutte le rose,
lo senta la primavera e arrivi più velocemente,
lo imparino i bambini così da non temere il buio,
lo dicano le canne sulle rive dei fiumi, le tortore sugli steccati,
lo odano le capitali del mondo e lo ripetano tutte le loro campane
ne chiacchierino le lavandaie la sera accarezzandosi le mani gonfie.

Possa gridarlo così forte
che nessun sogno al mondo dorma più,
nessuna speranza muoia più.

Possa il tempo ascoltarlo e non toccarti mai, amore mio.

(da Questa stella è per tutti noi, 1952)

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Il poeta greco Tasos Livatidis dal 1948 al 1951 fu recluso nel campo di prigionia di Makronissos e poi esiliato sull’isola di Agiostratos per le sue frequentazioni comuniste durante la guerra civile. Fu lì che indirizzò questi versi d’amore all’amatissima moglie Maria Stoupas.

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ILLUSTRAZIONE DI ANDREI KOVALEV

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   LA FRASE DEL GIORNO   

La più grande virtù dell'uomo è avere un cuore.
TASOS LIVATIDIS, Questa stella è per tutti noi

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Tasos Livaditis (Atene, 20 aprile 1922 – 30 ottobre 1988), poeta, scrittore e critico letterario greco. Dalla poesia politicamente impegnata degli anni giovanili è passato a una forma di neo-romanticismo carica di erotismo mescolata a  un minimalismo malinconico dove la genuina umiltà offre omaggio alla magia del linguaggio.


domenica 3 novembre 2024

Donne che ho visto


KOSTAS OURANIS

PASSANTI

Donne che ho visto sedute su un treno
che si muoveva verso altri luoghi;
donne che ho visto da un’altra parte
ridere felici mentre passavano
o guardare nel vuoto dai balconi
con uno sguardo ormai dimenticato,
o su una nave che lasciava il porto
salutare agitando un fazzoletto:
non sapete con quanta nostalgia,
nelle sere piovigginose e fredde,
io vi riporto ancora alla memoria,
donne che avete trascorso un istante
della mia vita - e che ora custodite
la mia anima in qualche posto lontano!

(da Poesie, 1953)

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Non ce lo domandiamo, ma che ne sarà stato tutte le persone che incontriamo per caso nei nostri viaggi o per le strade della metropoli o delle città di villeggiatura, in autogrill, sui treni, sugli aerei? Come Antoine Pol (rifatto in una bella canzone da Fabrizio De André), Charles Baudelaire e Riccardo Bacchelli se ne innamorava anche il poeta greco Kostas Ouranis. Avrebbe potuto fare suoi i versi di Pol: “Allora, nelle sere di stanchezza, / riempiendo la solitudine / con i fantasmi del ricordo / si rimpiangono le labbra assenti / di tutte queste belle passanti / che non abbiamo saputo trattenere”.

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PEREGRINE HEATHCOTE, "UN GIORNO MEMORABILE"

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   LA FRASE DEL GIORNO   

Temo che tu sia passato, Amore, e non ti ho visto!
KOSTAS OURANIS, Poesie

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Kostas Ouranis, pseudonimo di Clearchos Niarchos (Istanbul, 12 febbraio 1890 –  Atene, 12 luglio 1953), poeta, scrittore e giornalista greco. Le sue poesie sono intrise di malinconia intensa e pervasiva, nostalgia, noia, desiderio di fuga, sentimento di impazienza e amarezza, nonché un senso di insoddisfazione classico della generazione del periodo tra le due guerre.


sabato 2 novembre 2024

Novembre, solitudine, tristesse


GOTTFRIED BENN

TRISTESSE

Le ombre non errano solo nei piccoli boschi,
dinanzi ai quali è il prato d’asfodeli,
errano in mezzo a noi e già nelle tue
tenerezze, se ancora ti culla il sogno.

Quel che è carne – di rose e di spine,
quel che è seno – ondulato velluto,
e i capelli, le ascelle, i profondi
meandri, lo sguardo sì caldo di fiamma:

ciò reca il tempo di ieri: i confidenti d’allora
e ancora il tempo di ieri: se più questo non baci,
non ascoltare, le sommesse e le imperiose
promesse hanno il termine loro.

E poi novembre, solitudine, tristesse,
tomba o bastone che lo storpio regge –
non benedicono i cieli, solo il cipresso,
l’albero mesto, si sta grande e immoto.

1954

(da Apréslude, 1955 - Traduzone di Ferruccio Masini)

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La tristezza del poeta tedesco Gottfried Benn - anzi, la tristesse, con vocabolo francese - è metafisica, è quell'immateriale che parla all'anima in un bosco di novembre, che evoca ricordi e illusioni perdute: "Oh, le rose - le ultime, e le onde dei garofani, e il bosco e la terra - tutto è stato consumato. C'è silenzio intorno a me, un silenzio mai udito prima".

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FOTOGRAFIA © JPLENIO/PIXABAY

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   LA FRASE DEL GIORNO   

Ovunque sono uomini, lì dimoreranno anche dei.
GOTTFRIED BENN, Problemi della lirica

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Gottfried Benn (Mansfeld, 2 maggio 1886 – Berlino, 7 luglio 1956), poeta, scrittore e saggista tedesco. Formatosi nel clima dell’Espressionismo, virò verso un Decadentismo fortemente venato di un nichilismo che coltivò maggiormente dopo il dissidio con il nazionalsocialismo, cui aveva aderito ai primordi e che gli vietò qualsiasi attività letteraria, considerando la sua “arte degenerata”


venerdì 1 novembre 2024

Poesie per novembre XI


La luce tenue di novembre che stempera gli ultimi colori dell’autunno e illanguidisce in giornate malinconiche è protagonista della poesia di Patrizia Cavalli. La stessa luce che ritrova, disciolta in grigio dalla pioggia nelle calli e nei rii di Venezia, il poeta polacco Adam Zagajewski.

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FOTOGRAFIA © GIOVANNI/PEXELS

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PATRIZIA CAVALLI

OGNI BELLA GIORNATA DI NOVEMBRE

Ogni bella giornata di novembre
è quasi sempre un’occasione persa.
La luce ha fretta
la luce di novembre non aspetta,
ci pensi sopra e non è più in offerta.
E ci si illanguidisce alla promessa
di una felicità, ah, più che certa
se solo avessi avuto l’accortezza
di predisporre il giusto materiale: 
un giro inconcludente in bicicletta
e labbra sfaccendate da baciare.

(da Pigre divinità e pigra sorte, Einaudi, 2006)

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ADAM ZAGAJEWSKI

VENEZIA, NOVEMBRE

Venezia, novembre, nera pioggia, Piranesi
a San Giorgio Maggiore continua a sognare i suoi
terrificanti sogni, che già da tanto tempo
si sono avverati e oggi, pare, annoiano un po'
i giovani visitatori. Essi vorrebbero
altri incubi, sognano di una nuova
paura, di un brivido completamente nuovo.

Piove ancora una pioggia nera e Venezia
curva, ingobbita, insicura,
vestita della pelliccia sfilacciata
dei merletti e le facciate moresche
lentamente scivola nell'inverno
come un infermiere che timidamente e a lungo
bussi alla porta di una cappella di palazzo.

(da Asimmetria, 2014)

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   LA FRASE DEL GIORNO   

La maestosa e cupa povertà di novembre è vividamente visibile nella sua silenziosa pienezza, come le mani vuote dei mendicanti, tese verso di noi da ogni parte..
KONSTANTIN MOSKALETS, L’oro caduto in silenzio

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Patrizia Cavalli (Todi, 17 aprile 1947 – Roma, 21 giugno 2022), poetessa e scrittrice italiana. La sua lirica, limpida e diretta, rivela spesso un'intensa drammaticità. Traduttrice di Shakespeare, ha anche riempito i teatri, dando alla letteratura una dimensione scenica, portando in scena l’amata Emily Dickinson.


Adam Zagajewski (Leopoli, Ucraina, 21 giugno 1945 – Cracovia, 21 marzo 2021), poeta, scrittore e saggista polacco. Esordì nel 1972 con Komunikat. Esponente della New Wave polacca, nel 1976 aderì al Comitato per la Difesa degli Operai e la dittatura comunista gli impedì di pubblicare. Cominciò allora il suo esilio a Houston e Parigi. Tornò a risiedere a Cracovia nel 2002.


giovedì 31 ottobre 2024

Un Jack-o’-lantern


CARL SANDBURG

TEMA IN GIALLO

Orno le colline
con palline gialle in autunno.
Illumino i campi di grano della pianura
- grappoli arancioni e bruno-dorati -
e mi chiamano:
zucche.
L'ultimo giorno di ottobre
quando scende il crepuscolo
i bambini si prendono per mano
e mi girano intorno
cantando canzoni di fantasmi
e l’amore per la luna del raccolto;
sono un Jack-o’-lantern
con denti terribili
e i bambini sanno
che sto scherzando.

(da Poesie di Chicago, 1916)

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Questa del poeta statunitense Carl Sandburg è un’ode all’autunno e alla festa di Halloween – un tempo tutta americana e ora “importata” anche nelle nostre case e nelle nostre strade. Un fiorire di giallo e di arancione in cui l’autore si diverte con l’allegro girotondo dei bambini.

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FOTOGRAFIA © PETR KRATOCHVIL/PDP

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   LA FRASE DEL GIORNO   

Per molti versi, Halloween è la più americana delle feste: laica, irriverente e sfacciatamente consumistica. E, come per molti prodotti culturali americani, è diventata un'esportazione di grande successo.
LISA MORTON, The Boston Globe, 28 ottobre 2012

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Carl Sandburg (Galesburg, Illinois, 6 gennaio 1878 – Flat Rock, North Carolina, 22 luglio 1967), poeta statunitense. Nella sua poesia, in cui è costante il richiamo ai principi della solidarietà democratica, l’evidenza delle immagini e l'andamento discorsivo creano un linguaggio sperimentale, giocato sui contrasti e sulla vivacità della scansione.