lunedì 28 ottobre 2024

Non per filtri e magie


EDNA ST. VINCENT MILLAY

PER CONQUISTARE E CONSERVARE L'AMORE

Per conquistare e conservare l’amore
gli esperti astute tattiche consigliano:
rivelare ai tuoi occhi d’improvviso
l’ago che punta diritto al tuo nord;

se voglio te, celare la paura
che tu mi lasci, o farti sospettare
la mia bussola volta ad altre rotte,
un po’ arrendermi, e accettare assai.

Ma essendo come la mia madre terra
sincera, generosa e poco scaltra,
preferisco che mi ami per il mio

schietto valore, magari anche per poco,
non per filtri e magie, per quanto possano
legarti a me, come vorrei, per sempre.

(da Poesie, Crocetti, 2020 - Traduzione di Silvio Raffo)

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La sincerità è alla base dell'amore: la poetessa statunitense Edna St. Vincent Millay vuole essere amata per quello che è, senza ricorrere a sotterfugi o a filtri, vuole che la rotta verso di lei sia liberamente scelta, senza costrizioni.

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SUZANNE VALADON, "RAGAZZA DAVANTI ALLA FINESTRA"

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   LA FRASE DEL GIORNO   

Mi hai scritto una lettera bellissima, mi chiedo se intendevi che fosse così bella. Penso di sì; perché in qualche modo so che il tuo sentimento per me, per quanto leggero, è della natura dell'amore…
EDNA ST. VINCENT MILLAY, Lettere

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Edna St. Vincent Millay (Rockland, Maine,22 febbraio 1892 – Austerlitz, New York, 19 ottobre 1950), poetessa e attivista femminista statunitense. Fu insignita del Premio Pulitzer per la Poesia nel 1923. Il poeta Richard Wilbur scrisse di lei che “ha scritto alcuni dei più bei sonetti del secolo”.


domenica 27 ottobre 2024

Quando si nutre il cuore


CLEMENTE REBORA

CUORE

O sciolta alla montagna
Lucente verità,
O beata dei bimbi
Sagace ingenuità,
O vogliosa amicizia
Che cresce, se più dà!
Quando si nutre il cuore
Un nulla è riso pieno,
Quando s’accende il cuore
Un nulla è ciel sereno:
Quando s’eleva il cuore
All’amoroso dono,
Non più s’inventan gli uomini, ma sono.

(da Frammenti lirici, 1913)

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Un paesaggio di montagna, dei bambini che giocano allegri e ingenui. Il poeta Clemente Rebora si lascia contagiare da quella spensieratezza e medita su come tutto sia più bello quando a comandare è il cuore e non la ragione, quando a essere protagonisti sono la passione, l'amore, l'amicizia.

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JAMES COATES, "GIOCO DI BIMBI"

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   LA FRASE DEL GIORNO   

Ma qui c’è un cuore e vorrebbe / Altri cuori trovare.
CLEMENTE REBORA, Frammenti lirici

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Clemente Luigi Antonio Rèbora (Milano, 6 gennaio 1885 – Stresa, 1º novembre 1957) poeta italiano. Dopo una giovinezza inquieta alla ricerca di una dimensione trascendente, prese parte alla Prima guerra mondiale rimanendo ferito sul Podgora. Nel 1928 una crisi religiosa lo avvicinò alla fede cattolica: nel 1936 fu ordinato sacerdote.


sabato 26 ottobre 2024

Tre mondi


NIKIFÒROS VRETTÀKOS

IL GIARDINO VERDE

Ho tre mondi. Un mare, un
cielo e un giardino verde: i tuoi occhi.
Se li attraversassi tutti e tre, potrei dirti
dove finisce ciascuno di essi. Il mare, lo so.
Il cielo, lo sospetto. Non chiedermi
del mio giardino verde.

(da La profondità del mondo, 1961)

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Le dimensioni sono relative: il mare certo ha una fine, per quanto si possa estendere; del cielo, o meglio dell’atmosfera, si può immaginare un limite – dice il poeta greco Nikifòros Vrettàkos – ma nel giardino che sono gli occhi verdi dell’amata è possibile perdersi fino all’infinito, ritrovarvi il passato e il futuro e persino il possibile e l’impossibile: “Nei tuoi occhi ho trovato i libri che non ho scritto: / pianure, città, boschi, orizzonti, canali. / Le montagne imperiali della terra ho trovato, / con i tramonti e le nuvole purpuree. I grandi viaggi / che non ho fatto li ho trovati nei tuoi occhi”.

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JACEK YERKA, "CAMERA FESTIVA"
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   LA FRASE DEL GIORNO   

Il sole è diviso in pezzi / tra i poeti. È il dono / che Dio distribuisce ai suoi servi.
NIKIFÒROS VRETTÀKOS




Nikifòros Vrettàkos (Krokeès, 1° gennaio 1912 – Plumitsa, 4 agosto 1991), scrittore e poeta greco. Partito per Atene alla scoperta del mondo, ne fu deluso. Prese parte alla resistenza e fu esule durante la dittatura dei colonnelli. Dai toni crepuscolari delle prime raccolte, che appaiono pervase dall'ottimismo degli ideali pacifisti e umanitari, la sua poesia ha adottato uno stile semplice e piano.


venerdì 25 ottobre 2024

Viali spogli


ÁNGEL GONZÁLEZ

QUASI INVERNO

Viali spogli,
il mio amore è caduto a terra.
Voli verdi, velati
dal giallo tenue
della malinconia,
grandi foglie di luce,
giorni caduti
di un autunno battuto dal vento.

E oggi mi chiedi perché sono triste?

Vengo dai pioppi.

(da Autunno e altre luci, 2001)

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La malinconia dell’inverno che arriva con tutto il suo grigio e i suoi rami nudi: il poeta spagnolo Ángel González, rientrato dagli anni di insegnamento in New Mexico, ritorna da una passeggiata per il Paseo de los Álamos di Oviedo, la sua città natale, riportandosi quell’amara prospettiva che coniuga la tristezza della stagione autunnale e la fine di un amore.

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FOTOGRAFIA © LARIS KOSHKINA/PDP

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   LA FRASE DEL GIORNO   

Questo cielo d'autunno, / la sua immagine depositata nelle mie pupille, / pietosa moratoria che il pomeriggio concede / alla debole oscurità che ancora mi abita.
ÁNGEL GONZÁLEZ, Autunno e altre luci

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Ángel González Muñiz (Oviedo, 6 settembre 1925 – Madrid, 12  gennaio 2008), poeta spagnolo della Generazione del ‘50. Premio Principe delle Asturie nel 1985 e Premio Regina Sofia nel 1996. La sua opera mescola intimismo e poesia sociale con un tocco ironico. Il passare del tempo, l’amore e la civilizzazione sono i suoi temi ricorrenti, giocati su toni di un’ottimistica malinconia.


giovedì 24 ottobre 2024

L’amore di una parola


JUAN GELMAN

CHE COSA?

Che cosa illumina la notte oscura? Una
parola. Che cosa
ravviva la notte
oscura? Una parola.
Una misura del mondo.
Una parola che
ha bevuto le ombre per risplendere
bruciando. Una
polvere di stelle sfiora
l'amore di una
parola che
ricuce la strappo.

(da Mundar, 2008)

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Che cosa? Che cosa può servirci a illuminare il buio che ci circonda? Ma la poesia, naturalmente! Juan Gelman, poeta argentino, trova che quel bagliore, illuminato da qualche mistero celeste, sia l’unica cosa in grado di approfondire l’arcano del vivere. Quella speranza che un altro poeta, Gaetano Arcangeli, riassunse così: “Basta che un lume, in una lontananza, / si riaccenda nel mondo, a quando a quando”.

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FOTOGRAFIA © PXHERE
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   LA FRASE DEL GIORNO   

La poesia ha il potere di riempire questo vuoto. Per questo è, io credo, una delle più grandi ricchezze che l'umanità possiede. Spesso senza avvedersene.
JUAN GELMAN

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Juan Gelman (Buenos Aires, 3 maggio 1930 – Città del Messico, 14 gennaio 2014), poeta, scrittore e giornalista argentino. Vincitore del Premio Cervantes nel 2007, è autore di una poesia esistenziale con accenti lirici e intimisti, divenuta più sociale con l’avvento della dittatura militare (il figlio e la nuora furono sequestrati e uccisi dal regime, la nipote data in adozione) e l’esilio.


mercoledì 23 ottobre 2024

Gli stracci della memoria


JOAN MARGARIT

IL NIPOTE DI VAN GOGH

È il figlio di Theo, ma non ha più nessuno
dei dipinti di zio Vincent – donati o svenduti -
che oggi sono così ricercati.
Si è ricordato dello strofinaccio
che, giocando con lui, una volta dipinse.
Rovista tutto, cerca il girasole
che può liberarlo dalla miseria.

Non so se l'ha trovato: ciò che conta è sapere
che tra gli stracci della memoria,
tra la sfortuna e gli errori,
ci è rimasto qualcosa di valore.
Forse di grande valore. Chissà se mai
abbiamo avuto qualcosa di così prezioso.

(da Calcolo strutturale, 2005)

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Vale per il nipote di Van Gogh, che ha dissipato l’opera dello zio senza sapere quanto valore avrebbe avuto in futuro. Ma – dice il poeta catalano Joan Margarit – vale anche per tutti noi: quanti sentimenti, quanto tempo, quanti ricordi dimenticati, quanto della nostra vita abbiamo dato via che ora potrebbe avere un inestimabile valore.

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CARL LARSSON, "VISTA ALLO SPECCHIO"

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   LA FRASE DEL GIORNO   

Il rumore della città dietro i vetri / finirà per essere la tua unica musica, / e le lettere d’amore che avrai conservato / saranno la tua ultima letteratura.
JOAN MARGARIT, Acqueforti

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Joan Margarit i Consarnau  (Sanaüja, 11 maggio 1938 – Sant Just Desvern, 16 febbraio 2021), poeta e architetto catalano. Si definiva poeta bilingue catalano/castigliano, disdegnava le correnti poetiche e considerava il poeta  "l’essere più realista e più pragmatico perché beve dalla realtà”.


martedì 22 ottobre 2024

La gente


GHIANNIS RITSOS

ATENE, 1970

In queste strade
la gente cammina; la gente
corre, ha fretta
di partire, di andarsene (da cosa?),
di arrivare (dove?) — non lo so — non sono facce
— aspirapolvere, lattine, scatole —
Hanno fretta.

In queste strade, una volta,
sono passati con grandi bandiere,
avevano una voce (mi ricordo, l'ho sentita),
una voce udibile.

Adesso,
camminano, corrono, hanno fretta,
un'urgenza frenetica —
il treno arriva, ci salgono, si schianta;
luce verde, rossa;
l'uomo dietro la porta con il vetro rotto;
la prostituta, il soldato, il carnefice;
il muro è grigio
più alto del tempo.
Nemmeno le statue possono vedere.

(da Poesie scelte, 1974)

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Sul finire del 1970 Ghiannis Ritsos, dopo due anni di esilio a Samo ritorna ad Atene per sottoporsi ad una delicata operazione chirurgica. Arrivando dalla tranquilla vita delle isole, ritrova la città frenetica, rassegnata alla dittatura - durerà sette anni, dal 1967 al 1974 - ben diversa da quella che manifestava nelle piazze, muta e ripiegata nel grigiore del lavoro quotidiano.

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FOTOGRAFIA © NEWCASTLE LIBRARIES/FLICKR

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   LA FRASE DEL GIORNO   

Non cantiamo per separarci dalle persone, fratello mio, / cantiamo per unire le persone.
GHIANNIS RITSOS, Quarta dimensione

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Ghiannis Ritsos (Monemvasia, 1º maggio 1909 – Atene, 11 novembre 1990), poeta greco tra i maggiori del XX secolo. Fu candidato nove volte al Premio Nobel. La sua vita fu animata da un'incrollabile fede negli ideali marxisti e nelle virtù catartiche della poesia.