giovedì 21 novembre 2024

Sulla tua bocca


JUAN RAMÓN JIMÉNEZ

FUSIONE

Col nuovo mattino,
il mondo mi bacia
sulla tua bocca, donna.

(da La stagione totale, 1946 - Traduzione di Angela Urbano

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La poesia di Juan Ramón Jiménez tenta una concordanza della realtà che crediamo di conoscere e del trascendentale che invece crediamo di non conoscere. Quello che nasce è una nuova visione del mondo, questo mattino in cui splende il nuovo sole e si incarna nell’amata, che assume un valore cosmico nell’intima e completa fusione dell’amore.

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FOTOGRAFIA © PXHERE

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   LA FRASE DEL GIORNO   

L'estasi dinamica è romanticismo assoluto, eroismo assoluto.
JUAN RAMÓN JIMÉNEZ, La ragione eroica

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JimenezJuan Ramón Jiménez (Palos de Moguer, 24 dicembre 1881 - San Juan, Portorico, 29 maggio 1958), poeta spagnolo premiato con il Nobel nel 1956, fu uno dei principali esponenti della Generazione del ’14 e del Modernismo. La sua ricerca poetica lo portò a privilegiare la poesia nuda ed essenziale, fatta solo di immagine e di parola al di là della musicalità esteriore.


mercoledì 20 novembre 2024

Shuntarō Tanikawa


Shuntarō Tanikawa, pioniere della poesia giapponese moderna, in discontinuità con l’haiku e le altre tradizioni, è morto il 13 novembre a Tokyo all’età di 92 anni. La sua “nuova poesia”, colloquiale nell’uso vivido del linguaggio quotidiano e attenta al significato delle piccole cose, mira alla trasmissione della “nuda voce” attraverso il ritmo e la melodia e pone interrogativi metafisici sulla solitudine dell’individuo nell’universo abbozzando profonde verità emotive. “Per me, la lingua giapponese è il terreno. Come una pianta, metto radici, bevo i nutrienti della lingua giapponese, germogliando foglie, fiori e dando frutti" disse nel 2002 in un’intervista all’Associated Press.

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FOTOGRAFIA © PEN

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ESSERE VIVI

Essere vivi
essere vivi ora
vuol dire avere sete
essere abbagliati dal sole fra gli alberi
ricordare all’improvviso una melodia
starnutire
tenerti per mano

essere vivi
essere vivi ora
vuol dire minigonna
un planetario
Johann Strauss
Picasso
le Alpi
vuol dire imbattersi in tutte le cose belle
e poi
essere attenti e opporsi al male che vi si nasconde

essere vivi
essere vivi ora
vuol dire poter piangere
poter ridere
potersi arrabbiare
vuol dire libertà

essere vivi
essere vivi ora
vuol dire un cane che abbaia in lontananza ora
la terra che sta girando ora
da qualche parte il primo vagito che si alza ora
da qualche parte un soldato ferito ora
è un’altalena che dondola ora
è l’ora che passa ora

essere vivi
essere vivi ora
vuol dire il battito d’ali degli uccelli
vuol dire il fragore del mare
il lento procedere di una lumaca
vuol dire gente che ama
il tepore della tua mano
vuol dire vita

(1971)

(da Poeti giapponesi, Einaudi, 2020 – Traduzione di Alessandro Clementi degli Albizzi)

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LA STAFFETTA DEL MATTINO

Mentre in Kamčatka un giovane
sogna le giraffe
in Messico una ragazza
aspetta l'autobus nella bruma del mattino
mentre a New York una ragazzina
si gira nel letto con un sorriso sulle labbra
a Roma un ragazzino
strizza l'occhio ai primi raggi del sole che tingono i capitelli
su questa Terra
da qualche parte un mattino ha sempre inizio

è la nostra staffetta
che da longitudine a longitudine
protegge per così dire a turno la Terra
se prima di addormentarti provi ad ascoltare
sentirai che da qualche parte lontano sta suonando una sveglia
è la prova che qualcuno ha afferrato saldamente
il mattino che tu gli hai porto.

(1968)

(da Poeti giapponesi, Einaudi, 2020 – Traduzione di Maria Teresa Orsi)

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Altre poesie di Shuntarō Tanikawa sul Canto delle Sirene:

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   LA FRASE DEL GIORNO   

Quando scrivo, mi chiedo sempre se le mie parole siano adatte alla nostra epoca.
SHUNTARŌ TANIKAWA, Pen Magazine, Luglio 2023

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Shuntarō Tanikawa (Tokyo, 15 dicembre 1931 – 13 novembre 2024), poeta, scrittore e traduttore giapponese.  Le sue opere sono caratterizzate da una varia gamma di stili. Più volte candidato al Premio Nobel per la Letteratura, ha vinto l'American Book Award nel 1989. È il traduttore dei Peanuts in giapponese.


martedì 19 novembre 2024

Il cielo


GHIÒRGOS SARANDÀRIS

HO VISTO IL CIELO

Ho visto il cielo con i miei occhi
Con i miei occhi gli ho aperto gli occhi
Con la mia lingua ha parlato
Siamo diventati fratelli e abbiamo parlato
Abbiamo apparecchiato la tavola e cenato
Come se tutto il tempo fosse davanti a noi

E ricordo il sole che rideva

Ricordo che rideva e piangeva

(da Come un soffio d’aria, 1999)

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Donna, mare, solitudine, cielo, uccelli: sono i temi preferiti dal poeta greco Ghiòrgos Sarandàris, che fu ispiratore di Odysseas Elytīs. Il suo cielo è quello che è al di sopra di lui ma anche quello che ha dentro, quel pezzo di cielo con il quale si identifica e con il quale dialoga, simbolo di libertà e forma per i sogni.

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RENÉ MAGRITTE, "LA RICONOSCENZA INFINITA"

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   LA FRASE DEL GIORNO   

Parlo perché c'è un cielo che mi ascolta / Parlo perché i tuoi occhi parlano.
GHIÒRGOS SARANDÀRIS

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Ghiòrgos Sarandàris (Istanbul , 20 aprile 1908 – Atene , 25 febbraio 1941), poeta, filosofo e saggista greco della Generazione degli anni '30. Formatosi in Italia, si ispirò alla lirica pura di Ungaretti.Trasferitosi ad Atene, partecipò attivamente al rinnovamento delle lettere greche. Morì in seguito alle sofferenze patite sul fronte albanese, combattendo contro gli Italiani.


lunedì 18 novembre 2024

Per tendere il tuo arco


RAFAEL CADENAS

POCHE PAROLE

Hai poche
      parole
sottomano,
eppure
dovrai fartele bastare
per tendere
                il tuo arco
verso il bersaglio
                oscuro.
E dovrà
essere il far centro
senza volontà.

(da Lettera aperta in risposta, Einaudi, 2024 – Traduzione di Laura Pugno)

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Rafael Cadenas, poeta venezuelano vincitore del Premio Cervantes 2022, basa la sua poetica sull’osservazione filosofica: la parola, ridotta alla sua essenza, liberata da ogni peso, diventa allora il mezzo per rapportarsi con il mondo e con la gente, sebbene la realtà continui a essere impermeabile e inespugnabile.

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VLADIMIR KUSH, "LA FRECCIA DEL TEMPO"

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   LA FRASE DEL GIORNO   

I lettori di poesia cercano, alla fine, rivelazioni.
RAFAEL CADENAS, Poéticas, n.2, Settembre 2016

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Rafael Cadenas (Barquisimeto, 8 aprile 1930), poeta, saggista e docente universitario venezuelano. Fece parte del gruppo «Tavola Rotonda. Dotato di una raffinata sensibilità poetica, ha creato un’opera vincolata al pensiero filosofico.


domenica 17 novembre 2024

Tracciare il tuo nome


OCTAVIO PAZ

SCARABOCCHIO

Con un pezzo di carbone
con il mio gesso rotto e la mia matita rossa
tracciare il tuo nome
il nome della tua bocca
il segno delle tue gambe
sulla parete di nessuno

Sulla porta proibita
incidere il nome del tuo corpo
finché il filo del mio coltello
sanguini
e la pietra gridi
e il muro respiri come un petto.

(da Salamandra, 1962)

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L'erotismo è spesso presente nelle poesie di Octavio Paz. Ma in questo caso il Premio Nobel messicano assume un atteggiamento più sensoriale che contemplativo: il carboncino, il gesso spuntato, la matita, sono estensioni del suo io e agiscono di metafora in metafora per ricostruire il corpo della donna e la passione.

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ILLUSTRAZIONE © LUCIANA PAPP DESIGN/PIXABAY

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   LA FRASE DEL GIORNO   

L'amore ci sospende, ci strappa a noi stessi e ci proietta nello strano per eccellenza: un altro corpo, altri occhi, un altro essere. E solo in quel corpo che non è il nostro e in quella vita irrimediabilmente estranea, possiamo essere noi stessi.
OCTAVIO PAZ, L'arco e la lira

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Octavio Irineo Paz Lozano (Città del Messico, 31 marzo 1914 – 20 aprile 1998),  poeta, scrittore, saggista e diplomatico messicano, premio Nobel per la letteratura nel 1990. La sua poesia è fatta di sperimentazione e anticonformismo, un continuo mettersi in discussione del linguaggio, “lotta continua contro la significazione”.


sabato 16 novembre 2024

Un fuoco


MARIO LUZI

L'ALTA, LA CUPA FIAMMA RICADE SU DI TE

L’alta, la cupa fiamma ricade su di te,
figura non ancora conosciuta,
ah di già tanto sospirata
dietro a quel velo d’anni e di stagioni
che un dio forse s’accinge a lacerare.

L’incolume delizia, la penosa ansietà
d’esistere ci brucia e incenerisce
ugualmente ambedue. Ma quando tace
la musica fra i nostri visi ignoti
si leva un vento carico d’offerte.

Pari a due stelle opache nella lenta vigilia
cui un pianeta ravviva intimamente
il luminoso spirito notturno
ora noi ci leviamo acuminati,
febbrili d’un futuro senza fine.

Così spira ed aleggia nell’anima veemente
un desiderio più prossimo a sgomento,
una speranza simile a paura,
ma lo sguardo si tende, entra nel sangue
più fertile il respiro della terra.

Assunto nella gelida misura delle statue,
tutto ciò che appariva ormai perfetto
si scioglie e si rianima, la luce
vibra, tremano i rivi fruttuosi
e ronzano augurali città.

L’immagine fedele non serba più colore
e io mi levo, mi libro e mi tormento
a far di me un Mario irraggiungibile
da me stesso, nell’essere incessante
un fuoco che il suo ardore rigenera.

(da Quaderno gotico, Vallecchi, 1947)

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L'alta, la cupa fiamma spirituale è quella del fuoco rigeneratore dell'amore. Ed è un amore - come scrive lo stesso Mario Luzi - "tanto più esaltante quanto più l'animo umano ne aveva bisogno dopo l'aridità, la paura, l'angoscia, l'odio".  Occorre ricordare che questa poesia apre Quaderno gotico, la prima raccolta del dopoguerra del poeta fiorentino: l'amore rigenera, il futuro accende nuove promesse.

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IMMAGINE GENERATA CON INTELLIGENZA ARTIFICIALE © IFFANY/PIXABAY

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   LA FRASE DEL GIORNO   

Ah questa oscura gioia t’è dovuta, / il segreto ti fa più viva, il vento / desto nel rovo sei, sei tu venuta / sull’erba in questo lucido fermento.
MARIO LUZI, Quaderno gotico




Mario Luzi (Castello di Firenze, 20 ottobre 1914 – Firenze, 28 febbraio 2005), poeta italiano, fu uno dei grandi rappresentanti dell’Ermetismo. Più volte candidato al Nobel, fu insignito della Legion d’Onore. Fu Accademico della Crusca e senatore a vita.


venerdì 15 novembre 2024

È tua questa assenza


CARMEN CONDE

AMANTE

È come ridere dentro una campana:
senza aria, senza sentirti, senza sapere che odore hai.
Con un gesto passi la notte del tuo corpo
e te lo chiarisco: io sono te per la vita.

I tuoi occhi non finiscono; sono gli altri a essere ciechi.
Non ti collocano con me, nessuno sa che è tua
questa assenza mortale che dorme nella mia bocca,
quando la voce grida nei deserti del pianto.

Teneri allori spuntano sulla fronte altrui,
e l'amore si consola prodigando la sua anima.
Tutto è leggero e fioco dove nascono i bambini,
e la terra è un fiore e nel fiore c'è il cielo.

Solo tu ed io (una donna sullo sfondo
di quel vetro opaco che è una campana calda),
Stiamo considerando che la vita…, la vita
può essere amore, quando l'amore inebria;
è senza dubbio struggersi, quando si è felici;
sicuramente è luce, perché abbiamo gli occhi.

Ma ridere, cantare, fremere liberi
di desiderio, ed essere molto più della vita…?
No, lo so già. È tutto qualcosa che sapevo
e per questo, per te, rimango nel Mondo.

(da Terra illuminata, 1951)

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I miei anni di speranza, la mia forza ardente / liberata dal mio corpo dominato; / i  miei sogni dell'amore che non arriva mai, / riempiendo quel sogno di tanto spirito!” è un sogno d’amore quello della poetessa spagnola Carmen Conde, un amore sensuale e vitale.

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JOCELYN HOBBIE, "PUNTO FIAMMA"

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   LA FRASE DEL GIORNO   

Essere tutto questo tuo, poter godere di tutto senza averlo sognato, senza che una minima attesa prometta mai la felicità.
CARMEN CONDE, Ansia della grazia

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Carmen Conde Abellán (Cartagena, 15 agosto 1907 - Majadahonda, 8 gennaio 1996), poetessa e scrittrice spagnola. Con lo pseudonimo di Florentina del Mar ha pubblicato varî volumi di narrativa, pagine biografiche e saggistiche. In poesia il suo surrealismo è temperato dal rigore della forma, e il suo erotismo si placa in un linguaggio intimista.