domenica 17 novembre 2024

Tracciare il tuo nome


OCTAVIO PAZ

SCARABOCCHIO

Con un pezzo di carbone
con il mio gesso rotto e la mia matita rossa
tracciare il tuo nome
il nome della tua bocca
il segno delle tue gambe
sulla parete di nessuno

Sulla porta proibita
incidere il nome del tuo corpo
finché il filo del mio coltello
sanguini
e la pietra gridi
e il muro respiri come un petto.

(da Salamandra, 1962)

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L'erotismo è spesso presente nelle poesie di Octavio Paz. Ma in questo caso il Premio Nobel messicano assume un atteggiamento più sensoriale che contemplativo: il carboncino, il gesso spuntato, la matita, sono estensioni del suo io e agiscono di metafora in metafora per ricostruire il corpo della donna e la passione.

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ILLUSTRAZIONE © LUCIANA PAPP DESIGN/PIXABAY

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   LA FRASE DEL GIORNO   

L'amore ci sospende, ci strappa a noi stessi e ci proietta nello strano per eccellenza: un altro corpo, altri occhi, un altro essere. E solo in quel corpo che non è il nostro e in quella vita irrimediabilmente estranea, possiamo essere noi stessi.
OCTAVIO PAZ, L'arco e la lira

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Octavio Irineo Paz Lozano (Città del Messico, 31 marzo 1914 – 20 aprile 1998),  poeta, scrittore, saggista e diplomatico messicano, premio Nobel per la letteratura nel 1990. La sua poesia è fatta di sperimentazione e anticonformismo, un continuo mettersi in discussione del linguaggio, “lotta continua contro la significazione”.


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