VICENTA CASTRO CAMBÓN
SAI QUANDO?
Fatti caldo raggio di sole all'alba,
o mutati in fresco crepuscolare,
o diventa corolla profumata,
o prendi forma e voce di uccellino.
Quando sarai carezza mattutina
del sole, o brezza della sera, o fiore,
o ti sei trasformato in cardellino?
forse allora... Fino ad allora, no.
(da Carillon, 1928)
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"Per chi ci vede / è la luce del sole è; / la luce è data a volte / a chi non vede. / Per chi sa amare / il bello è il fiore; / il fiore viene regalato a volte / a chi è senza cuore". Per la poetessa argentina Vicenta Castro Cambón, cieca, la luce dell'alba o del tramonto è associata ad altre sensazioni che emergono dal suo buio totale attraverso gli altri sensi: il calore del sole, il canto degli uccelli, la carezza del vento sulla pelle...
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FOTOGRAFIA © GETWALLPAPER
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LA FRASE DEL GIORNO
Fratello, i tuoi occhi sono molto sani, / eppure, come un cieco attraversi la vita, / per te nel cavo delle mie mani, guarda! / porto la luce. La vuoi?... È la luce della Verità.
VICENTA CASTRO CAMBÓN, Carillon
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Vicenta Castro Cambón (Buenos Aires, 28 settembre 1882 – 7 maggio 1928), poetessa argentina. Cieca dall'età di sei anni e sofferente di una deformità della colonna vertebrale e di una sordità incipiente, inclinò la sua vita a leggere e scrivere poesie, con i suoi mezzi, attraverso il metodo Braille.
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