LUIS ALBERTO DE CUENCA
GIANO
Dici che io sono soltanto Henry Jekyll
e non esiste formula nel mondo
capace di cambiarmi in Mr. Hyde.
Quando trascorreranno i giorni o gli anni,
quando il tempo ci avrà condotti ad altri fuochi,
verso un’altra pienezza o un altro disastro,
immaginami allora, immagina
i tratti del mio volto, ricostruisci
ciò che il tuo gelo ha trasformato in cenere.
E nel ricordo schivo della tua freddezza,
nella memoria della tua lontananza,
Edward Hyde sarò, e per un istante
mi amerai, anche se sarò ormai lontano;
e sarà bello, ché per un istante
io, e non altri, sarò la tua tristezza.
(Jano, da La caja de plata, 1985 - Traduzione di Stefano Bernardinelli)
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Giano è il dio romano delle porte, dei ponti e dei passaggi: quindi può con le sue due facce opposte guardare avanti e indietro, può conoscere il passato e il futuro, l’inizio e la fine, al contrario di noi che siamo immersi in un continuo presente. Il poeta spagnolo Luis Alberto De Cuenca investiga sulla forza del tempo, sulla possibilità del mutamento, sul fatto che un amore possa dissolversi e l’amante premuroso Jekyll diventare l’ex amante Hyde, divenuto un giorno insopportabile ma poi nuovamente rimpianto.
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VALKEA, “JANUS“
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LA FRASE DEL GIORNO
Il futuro entra in noi, per trasformarsi in noi, molto prima che accada.
RAINER MARIA RILKE, Lettere a un giovane poeta
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