MARIO RIVERO
LE FOGLIE DORATE DELL’AUTUNNO
Le foglie dorate dell'autunno cadono,
in un batter d'occhio giallo e sussurrante.
Gli ori scuri s'innalzano, e si cullano.
Io ascolto e taccio, nel rifiuto
d'ogni altro suono che non sia quello
che soltanto d'autunno si ricrea.
Mi raccolgo in silenzio per sentire l'agonia,
quel sospirare lieve delle foglie che cadono
come lo sfilacciarsi dolce della malinconia.
Mentre girano in cerchi di noia e di vita,
in riparati giorni, nella stanza ben chiusa,
e un aroma d'oro vecchio e freddo passa
- l'oro dei giorni in estasi rapiti -,
le ore ingialliscono anche esse, come le foglie.
(da Del amor y su huella, 1992 – Traduzione di Martha Canfield)
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Con il passare degli anni il poeta colombiano Mario Rivero ha adottato toni più lirici, più adatti ai temi intimisti trattati rispetto alla voce secca e tagliente delle sue poesie “sociali” e “urbane”: un tono adattissimo allo scorrere del tempo, alla dolce malinconia dell’autunno descritto in questi versi, alla musica triste delle foglie che ingialliscono e cadono, al passaggio dorato delle ore languidamente accarezzate dal sole ormai più basso.
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ROBERT STRONG WOODWARD, “AUTUMN WINDOW”
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LA FRASE DEL GIORNO
Autunno. Il post-scriptum del sole.
PIERRE VÉRON, Il carnevale del dizionario
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