CARLOS VILLALOBOS
CHE TORNINO I TRENI
Che i treni diventino pazzi
e ci portino agli angoli dove la sorpresa
di un volto è un’allegria che non era in agenda,
che i treni, pazzi da legare, navighino come gondole
sulla riva dei parchi
dove i baci diventano eroi
e scendono da un solo strapiombo le stelle.
Che i treni scardinati
fingano delirando appuntamenti al buio con gli uccelli
e se ne vadano laggiù mischiando storie
e nonni
e ancora una volta raccolgano la venditrice di mango
che una sera a Orotina
mi offrì un sorriso così imprevisto
che non potrò ripagare, perché non so quanto affetto vale.
Che i treni che portarono mio nonno al porto
tornino qui
pensando d’essere i cani di casa,
non importa, che giungano muovendo la coda,
ma che giungano pazzi di gioia
e ancora ci portino alle pianure dove faceva
un sole del diavolo
e i ragazzi e le ragazze
escano correndo dalle case un’altra volta
e tornino a colmare di addii le finestre.
Che i treni tornino qui
non importa se giungono in un pacchetto
per posta,
se arrivano a cavallo
vantando una collezione di tatuaggi nei vagoni,
non è per caso, l’importante è che arrivino
e ci portino a scivolare tra i puledri,
a continuare il volto delle formiche.
(da AA.VV. - Ad ora incerta – traduzioni di Tomaso Pieragnolo - www.ebook-larecherche.it)
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La vita è un viaggio, è una metafora che torna sovente: Fernando Pessoa considerava che “la vita è un viaggio sperimentale fatto involontariamente”. Il poeta costaricano Carlos Villalobos la trasforma in treni: quelli del futuro, quelli del carpe diem, quelli del passato e della memoria. Treni perduti, treni desiderati, treni attesi e invocati…
NOTA: Segnalo la possibilità di scaricare gratuitamente presso il sito dell’editore l’e-book con la raccolta di poeti centroamericani - da cui è tratta questa poesia di Carlos Villalobos - tradotti da Tomaso Pieragnolo.
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LIONEL WALDEN, “CARDIFF DOCKS”
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LA FRASE DEL GIORNO
La vita è ciò che facciamo di essa. I viaggi sono i viaggiatori. Ciò che vediamo non è ciò che vediamo, ma ciò che siamo.
FERNANDO PESSOA, Il libro dell’inquietudine
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