WISŁAWA SZYMBORSKA
IN EFFETTI, OGNI POESIA
In effetti ogni poesia
potrebbe intitolarsi «Attimo».
Basta una frase
al presente,
al passato o perfino al futuro:
basta che qualsiasi cosa
portata dalle parole
stormisca, risplenda,
voli nell’aria, guizzi nell’acqua,
o anche conservi
un’apparente immutabilità,
ma con una mutevole ombra;
basta che si parli
di qualcuno
o di qualcuno accanto a qualcosa,
di Pierino che ha il gatto
o che non ce l’ha più;
o di altri Pierini
di gatti e non gatti
di altri sillabari
sfogliati dal vento;
basta che a portata di sguardo
l’autore metta montagne provvisorie
e valli caduche;
che in tal caso
accenni al cielo
solo in apparenza eterno e stabile;
che appaia sotto la mano che scrive
almeno un’unica cosa
chiamata cosa altrui;
che nero su bianco,
o almeno per supposizione
per una ragione importante o futile,
vengano messi punti interrogativi,
e in risposta -
i due punti:
(da Due punti, 2005 - Traduzione di Piero Marchesani)
.
La poetessa polacca Premio Nobel Wisława Szymborska scrive “in effetti ogni poesia potrebbe intitolarsi «Attimo»” ovvero la rappresentazione di quell’emozione colta al volo, di quel momento strappato alle grinfie del tempo, di quell’immagine presa per sempre nella retina. Ogni poesia è l’attimo fuggente che tenta la via dell’eternità, il seme portato dal vento che forse attecchirà lontano, l’intuizione di un secondo che prova a illuminare una porzione più vasta di mondo.
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FOTOGRAFIA © WALLSAVE
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LA FRASE DEL GIORNO
Nella prosa può esserci tutto, anche poesia, / ma nella poesia deve esserci solo poesia.
WISŁAWA SZYMBORSKA, Gente sul ponte
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