“La gatta frettolosa fece i gattini ciechi” recita un noto proverbio. E infatti, la fretta, che è il desiderio oppure la necessità di fare rapidamente una cosa, è nemica del bene. Purtroppo in questi tempi moderni che non consentono se non rare pause, tutti ne siamo vittime.
“La rapidità, che è una virtù, genera un vizio, che è la fretta” scriveva il saggista spagnolo Gregorio Marañon. Una degenerazione dunque, quella che porta a non rileggere un post, per esempio, e a lasciarvi qualche errore di battitura. Del resto, il blogger ha anche altro da fare e la fretta, “cattiva consigliera” di un altro proverbio, lo istiga a lasciar perdere, a non curare in modo migliore il suo prodotto. Anche Erodoto, nelle “Storie”, rileva che “La fretta genera l’errore in ogni cosa”. Un altro grande greco, Sofocle, scrive che “Non vanno d’accordo il ragionamento e la fretta”. A patto di non cadere nel vizio opposto, il temporeggiare…
Le sentenze singalesi del Subashitarnaya dicono: “In nessuna cosa si abbia fretta; la fretta guasta le faccende. Uno sciocco, per troppa furia, ridusse un pavone ad una cornacchia”. Facile dirlo, ma difficile ritagliare tempo per agire con rapidità e con sicurezza e qualità insieme. Infatti, secondo Publilio Siro, già nel I secolo a. C. “Non c’è nulla che si possa fare in fretta e contemporaneamente con prudenza”. Per Philip Chesterfield è anche questione di incapacità: “Chi ha premura dimostra che quello che sta facendo è un affare troppo grosso per lui”. Invece Giovanni Gioacchino Belli con verve tutta romana, invita a pazientare, a rasentare quasi la pigrizia: “Ch’edè ‘sta furia? Adacio Biacio: Roma / mica se fabbicò tutt’in un botto”.
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Fotografia © ComunicLab
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LA FRASE DEL GIORNO
La fretta non consente di approfondire le cose.
TITO LIVIO
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