martedì 4 febbraio 2025

Tutt’al più la bellezza


CZESŁAW MIŁOSZ

NON DI PIÙ

Dovrei dire un giorno come ho mutato
Parere sulla poesia e come è successo
Che mi consideri oggi uno dei tanti
Mercanti e artigiani dell’Impero del Giappone
Che componevano versi sui ciliegi in fiore,
I crisantemi e la luna piena.

Se potessi descrivere le cortigiane veneziane
Che stuzzicano con un vinco un pavone nel cortile,
E sgusciare dal tessuto di seta, dalla cintura
Perlata i loro seni appesantiti, la striscia
Rossastra lasciatagli sul ventre dalla fibbia della veste,
Almeno come apparivano al capitano dei galeoni
Giunti quel mattino carichi d’oro;
E se al tempo stesso potessi le loro povere ossa
In un cimitero, dove un grasso mare lecca la porta,
Racchiudere in una parola più resistente dell’ultimo pettine
Che nella polvere sotto la lastra, solo, attende la luce.

Allora non dubiterei. Da una sostanza refrattaria
Cosa si può raccogliere? Niente, tutt’al più la bellezza.
E allora devono bastarci i fiori dei ciliegi
I crisantemi e la luna piena.

(da Poesie, Adelphi, 1996 - Traduzione di Pietro Marchesani)

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Di Czesław Miłosz il traduttore Pietro Marchesani scrisse: "Poeta metafisico, in perpetua complicità con l’invisibile, è stato costretto dalla storia a vivere l’invisibile innanzitutto nella sua forma più letterale e più ossessiva: come ressa dei morti e delle cose scomparse. Il poeta è qui sempre il sopravvissuto, che si mormora un verso sobrio e terribile". Il poeta che fa i conti con il passato, con il succedersi delle epoche storiche, dal Giappone imperiale alla Venezia della Serenissima fino ai giorni nostri, è quello che scopre l'essenza stessa della poesia, quella bellezza che ne è l'intrinseca ossatura.

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FOTOGRAFIA © GETWALLPAPERS

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  LA FRASE DEL GIORNO 

In sé la poesia è qualcosa di sconveniente: / esce da noi e non sapevamo che ci fosse, / dunque sbattiamo le palpebre, come se da noi fosse balzata / fuori una tigre, e stesse nella luce, / colpendosi i fianchi con la coda.
CZESŁAW MIŁOSZ, Poesie

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Czesław Miłosz (Šeteniai, Lituania, 30 giugno 1911 – Cracovia, 14 agosto 2004),  poeta e saggista polacco. La sua poesia ha grandi ambizioni formali e una decisa intonazione pessimistica. Nel 1980 gli fu conferito il Nobel con la seguente motivazione: “A chi, con voce lungimirante e senza compromessi, ha esposto la condizione dell'uomo in un mondo di duri conflitti”.


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