ALFONSO CALDERÓN
DONNA ADDORMENTATA
Sei sola sulla spiaggia,
amore mio,
e il tuo corpo accarezzato dai venti
ricorda i singhiozzi della schiuma.
Sei sola, ma nella tua solitudine
sogni vergini ti circondano,
e l'architettura seducente del mare
che avvolge onde come corpi posseduti.
Sogni, ma i sogni, amore mio
sono gli archi dell'amore,
e poi nel ricordo
resterà solo un profumo sulle labbra assorte,
il sapore di un pianeta che giace tremante,
come la pioggia, dolce,
come il silenzio, dolce,
come l'oblio, assoluto.
(da Primo consiglio agli arcangeli del vento, 1949)
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Sono molti i poeti che descrivono l’amata addormentata (o l’amato). C’è quel mistero in chi dorme, quell’essere altrove pur rimanendo lì con il corpo. L’amata del poeta cileno Alfonso Calderón dorme su una spiaggia e fluttua nella sua solitudine nei territori oscuri del sogno: “Tu che conosci il caldo accento delle piume / e il calore infinito nascosto nella neve / cerca di penetrare questo vago futuro di sogno / in un prodigio di linfa o di rosa adolescente”.
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FOTOGRAFIA © PXHERE
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LA FRASE DEL GIORNO
Continuo a pensare alla necessità di una vita interiore, quella che ci permetta di lasciare alle spalle le esigenze del mondo contemporaneo ed entrare, un po' storditi, nella pace di un nuovo giorno.
ALFONSO CALDERÓN, Ritorno in Sicilia
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