OCTAVIO PAZ
NOTTURNO DI SAN ILDEFONSO, 1
Inventa la notte nella mia finestra
un’altra notte,
un altro spazio:
festa convulsa
in un metro quadrato di nero.
Momentanee
confederazioni di fuoco,
nomadi geometrie,
numeri erranti.
Dal giallo al verde al rosso
si dipana la spirale.
Finestra:
lamina calamitata di chiamate e risposte,
calligrafia ad alto voltaggio,
ingannevole cielo/inferno della tecnica
sulla pelle cangiante dell’istante.
Segni-semi:
la notte li proietta,
salgono,
esplodono là in alto,
precipitano,
ormai bruciati,
in un cono d’ombra,
riappaiono,
luci divaganti,
grappoli di sillabe,
incendi giratori,
si disperdono,
un’altra volta schegge.
La città li inventa e li annulla.
Sono all’entrata di un tunnel.
Queste frasi perforano il tempo.
Forse sono io quello che attende alla fine del tunnel.
Parlo con gli occhi chiusi.
Qualcuno
ha piantato sulle mie palpebre
un bosco di aghi magnetici,
qualcuno
guida il filo di queste parole.
La pagina
si trasforma in formicaio.
Il vuoto
si è installato alla bocca del mio stomaco.
Cado
interminabilmente su quel vuoto.
Cado senza cadere.
Ho le mani fredde,
i piedi freddi
- ma gli alfabeti ardono, ardono.
Lo spazio
si fa e si disfa.
La notte insiste,
la notte palpa la mia fronte,
palpa i miei pensieri.
Che cosa vuole?
(da Ritorno, 1976 - Traduzione di Ernesto Franco)
In Notturno di San Ildefonso, il Premio Nobel messicano Octavio Paz con un gioco di ricordi e di rievocazioni riunisce per le strade del centro di Città del Messico il giovane studente della Escuela Nacional Preparatoria che fu con lo scrittore maturo che è diventato. La notte è l’atmosfera ideale per rievocare il sogno e i fantasmi: nella passeggiata che comincia dopo questo incipit con la finestra piena di luce e di riflessi che lo chiama ad uscire, Paz riconoscerà i segni del tempo e della memoria.
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FOTOGRAFIA © MIKE B/PEXELS
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LA FRASE DEL GIORNO
La verità / è il fondo del tempo senza storia.
OCTAVIO PAZ, Ritorno
Octavio Irineo Paz Lozano (Città del Messico, 31 marzo 1914 – 20 aprile 1998), poeta, scrittore, saggista e diplomatico messicano, premio Nobel per la letteratura nel 1990. La sua poesia è fatta di sperimentazione e anticonformismo, un continuo mettersi in discussione del linguaggio, “lotta continua contro la significazione”.
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