FABIO PUSTERLA
CRESPI D'ADDA
Lungo i due lati del viale d’accesso
in doppia fila
si dispongono le tombe dei bambini:
piccole pietre uguali.
Il termine “bambino”
vuole indicare chi non ha raggiunto
l’età idonea al lavoro.
*
Si evitino
le formule patetiche.
Il grande edificio grigio sullo sfondo
suggerisce compostezza
e abnegazione.
*
Di fronte al cimitero
la natura ha disposto il suo omaggio:
grano e papaveri.
Ciò sia di sprone a tutti
affinché l’ordine regni in ogni orto.
*
La geometria perfetta delle strade
non è senza rapporto
col senso del dovere: ricordàtelo.
Un giorno
tutto sarà così.
*
Se qualcuno
volesse per avventura andare altrove,
faccia pure.
Sappia però di non avere alternative.
(da Le cose senza storia, Marfcos y Marcos, 1994)
.
Nel comune di Capriate San Gervasio, in provincia di Bergamo, sulla sponda orientale dell’Adda sorge una meravigliosa "macchina del tempo", considerata dall'UNESCO "Patrimonio mondiale dell'umanità": il villaggio operaio di Crespi d'Adda, un museo all'aperto di archeologia industriale. Sorse su iniziativa di Silvio Benigno Crespi, figlio del fondatore dell'omonima azienda di tessitura e direttore dello stabilimento di Capriate: un paese di case tutte uguali, poste alla stessa distanza e in file ripetitive su tre viali paralleli alla fabbrica ed al fiume. Tetti spioventi, coppi rossi, finestre incorniciate da mattoni, persiane di legno verniciate di verde, ogni edificio era destinato a ospitare una o due famiglie di operai e impiegati, raramente tre, con ingressi indipendenti. In breve si realizzò una cittadella industriale, simile a quelle che il Crespi aveva visto nei suoi viaggi in Inghilterra e in Germania, a Manteceun, a Willebroek e a Essen.
Il villaggio, dotato di chiesa e scuola, ha anche un cimitero, caratterizzato da ordinatissimi cippi tutti uguali, ogni pietra un operaio o una moglie o un figlio; si guarda sullo sfondo il ciclopico mausoleo padronale, che ospita chi coraggiosamente riuscì a mettere in pratica questa utopia e si immagina quel rapporto gerarchico, come lo ha immaginato in visita a Crespi il poeta svizzero Fabio Pusterla.
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FOTOGRAFIA © LUIGI CHIESA
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LA FRASE DEL GIORNO
Dio puniva la città con l’industria, che è il più severo castigo di Dio.
JOSEPH ROTH, Hotel Savoy
Fabio Pusterla (Mendrisio, 1957) è un poeta, traduttore e critico letterario svizzero di lingua italiana. Laureato in Lettere Moderne, insegna al Liceo Cantonale di Lugano 1 e all’Università della Svizzera Italiana. Ha vinto il Premio Montale 1986.
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