FRANCO FORTINI
IL PRESENTE
Guardo le acque e le canne
di un braccio di fiume e il sole
dentro l'acqua.
Guardavo, ero ma sono.
La melma si asciuga fra le radici.
Il mio verbo è al presente.
Questo mondo residuo d'incendi
vuole esistere.
Insetti tendono
trappole lunghe millenni.
Le effimere sfumano. Si sfanno
impresse nel dolce vento d'Arcadia.
Attraversa il fiume una barca.
È un servo del vescovo Baudo.
Va tra la paglia d'una capanna
sfogliata sotto molte lune.
Detto la mia legge ironica
alle foglie che ronzano, al trasvolo
nervoso del drago-cervo.
Confido alle canne false eterne
la grande strategia da Yenan allo Hopei.
Seguo il segno che una mano armata incide
sulla scorza del pino
e prepara il fuoco dell'ambra dove starò invisibile.
(da Questo muro, Mondadori, 1973)
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Un fiume: è il Magra, e il poeta Franco Fortini sulla sua riva sente il tempo come sospeso, presente, passato e futuro si fondono nel momento, in quell’istante continuo in cui siamo immersi. Ecco allora che in quello specchio di fiume si mischiano le epoche: l’Arcadia, terra ideale dell’armonia tra uomini e natura dell’antica poesia bucolica, il Medioevo dei feudatari ecclesiastici, la Cina della “lunga marcia” di Mao, e il futuro, quello in cui il poeta non ci sarà più ma resteranno i suoi versi come degli insetti rappresi nell’ambra fossile del tempo.
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FOTOGRAFIA © DANIELE RIVA
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LA FRASE DEL GIORNO
I presupposti da cui moviamo non sono arbitrari. /
La sola cosa che importa è /
il movimento reale che abolisce /
lo stato di cose presente.
FRANCO FORTINI, Questo muro
Franco Fortini, nato Franco Lattes (Firenze, 10 settembre 1917 – Milano, 28 novembre 1994), poeta, critico letterario, saggista e intellettuale italiano. La sua poesia è testimonianza anche ideologica delle lotte di classe del primo dopoguerra, voce progressista e coscienza critica del fallimento degli ideali.
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