EMILIO PRADOS
SOLITUDINE ALL’ALBA
Ah!, rosa, taci, taci:
nascondiamoci insieme
ai piedi dell’acqua.
Ah!, taci, taci, vento:
ai piedi del monte
lasciamo i nostri corpi.
- Cosa ci serve?
- Il sole nascente,
- gioia di primavera -
luce sul verde.
- E l’amore?...
- Nell’oblio.
(Come una voce di sogni
scorre l’acqua del fiume.)
(Cerré mi puerta al mundo, da Jardin cerrado, 1946)
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Il mondo metafisico fu tra i primi temi del poeta spagnolo Emilio Prados, esponente della Generazione del’27: nella sua gioventù Prados cercava l’illuminazione in cui traspare lo spirito, una vita trascendentale e meditativa capace di raggiungere la verità interiore, anche grazie ad elementi naturali quali il mare, la notte, il vento o il fiume. Poi però venne la guerra civile spagnola e le poesie di Prados divennero più contingenti, più sociali e e più sanguigne.
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FOTOGRAFIA © FLICKR
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LA FRASE DEL GIORNO
Ho chiuso la mia porta al mondo; / ho lasciato fuggire la mia carne nel sogno…
EMILIO PRADOS, Cuerpo perseguido
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