BLANCA SARASUA
MANDAMI UNA LETTERA
Mandami una lettera, anche se si perde.
Mandami delle candele accese, non so,
un monte, per esempio, che mi guardi dall’alto.
Mandami sonate, pergamene,
capitelli corinzi che puntellino
questa sdrucciolevole luce serale.
Qualcosa di Brahms, il mare e il suo epicentro.
Bandiere senza colori,
che si possano dipingere come si vuole.
E soprattutto aria, senza canali, aria libera.
Ma per ora, la lettera, anche se si perde.
(da Ballestas contra el miedo, 1990)
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Le lettere, d’amore o meno, non si scrivono più: la tecnologia le ha cancellate dalla faccia della terra sostituendole con le asettiche email e anche peggio con gli SMS prima e con i messaggi in chat o su Whatsapp dopo. Ma – siamo sul finire degli Anni ‘80 ai tempi di questi versi della poetessa spagnola Blanca Sarasua – le lettere (profumate di carta, di inchiostro, della fragranza lasciata dalle mani) sono ancora tra i desiderata degli innamorati. La Sarasua poi si allarga, evoca regali più costosi o apertamente impossibili, accontentandosi comunque del fascino romantico di una lettera d’amore.
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PETER VILHELM ILSTED, “RAGAZZA CHE LEGGE UNA LETTERA IN UN INTERNO”
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LA FRASE DEL GIORNO
Quando non ricevi mai lettere d'amore, devi far finta che qualsiasi cosa sia una lettera d'amore.
CHARLES M. SCHULZ, Peanuts
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