ALBERICO SALA
SEDICI FEBBRAIO
Sedici febbraio, le ceneri sono nere:
una notte di due minuti. Con vetri
di fumo guardano al sole, un cane
rotola un’arancia sul lungomare.
Tutto previsto e esatto: il Barnum
cosmico diverte. Ma gli uccelli
tacciono sui rami e il vento pende
dalle vele, l’onda regolare si piega.
L’ultima notte, ecco sarà così
sopra la terra?
Non mi spaventa:
il cono buio che mi penetra sei tu.
(da L’Antologia dei poeti italiani dell’ultimo secolo, Martello, 1972)
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Ecco giunto il giorno dell’eclissi di sole: un evento non così raro - basti pensare che non ce ne saranno altre fino al 2020, ma che in quel decennio se ne verificheranno ben otto! - che comunque affascina con tutto il suo strascico di storie e leggende, con quel timore ancestrale che prende ognuno di noi quando il sole diventa nero. Ho trovato la testimonianza poetica di Alberico Sala, che racconta l’eclissi totale di sole del 16 febbraio 1961: lo scrittore cremonese approfitta del fenomeno oggettivando il momento reale per indagare sulla condizione del vivere.
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FOTOGRAFIA © PETER RYAN/BBC
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LA FRASE DEL GIORNO
Nessuno può fissare il sole mentre risplende, ma tutti lo guardano durante l'eclissi.
BALTASÁR GRACIÁN, Oracolo manuale e arte di prudenza
Alberico Sala (Vailate, 11 marzo 1923 - 25 novembre 1991), scrittore, poeta e critico d'arte italiano. Fu giornalista e critico cinematografico all’Eco di Bergamo, Corriere d’informazione, al Corriere della sera e al Giorno. Tra i suoi temi la vita familiare, la pianura bergamasca e la condizione del vivere moderno.
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