sabato 16 gennaio 2010

La macchia rossa, il segno blu

MARIO BENEDETTI

AMORE, LA SERA

È un peccato che tu non sia con me
quando guardo l’orologio e sono le quattro
e finisco la pagina e penso dieci minuti
e stiro le gambe come tutte le sere
e faccio così con le spalle per allentare la schiena
e piego le dita e ne ricavo menzogne.

È un peccato che tu non sia con me
quando guardo l’orologio e sono le cinque
e sono una maniglia che calcola interessi
o due mani che saltano su quaranta tasti
o un orecchio che ascolta come latra il telefono
o un tipo che fa numeri e ne ricava verità.

È un peccato che tu non sia con me
quando guardo l’orologio e sono le sei.
Potresti avvicinarmi di soppiatto
e dirmi “Come va?” e resteremmo
io con la macchia rossa delle tue labbra
tu con il segno blu della carta carbone.

(da “Inventario tres”)


L’amore sognato, desiderato. Un’assenza di cui a mancare maggiormente è la tenerezza. Ecco il poeta al lavoro – in questo caso l’uruguayano Mario Benedetti – nell’era precedente al computer: macchina per scrivere, fogli bianchi, carta carbone, vecchia calcolatrice con maniglia. Il tempo scorre, il lavoro avanza affaticando il corpo: le dita danzano sui tasti della macchina, le bozze crescono foglio dopo foglio. Il tempo scorre e l’amore è lontano, non è lì a confortare con la sua sola presenza. Basterebbe poco, un bacio, una carezza, la macchia del rossetto sulla guancia del poeta, il segno blu lasciato dalle dita sporcate dalla carta carbone sul viso di lei…


Fotografia © Eye-Makeup

.

* * * * * * * * * * * * * * * * * * * * *
LA FRASE DEL GIORNO
La lontananza è il fascino dell’amore.
CORRADO ALVARO, Quasi una vita




Mario Orlando Hamlet Hardy Brenno Benedetti-Farugia, noto come Mario Benedetti (Paso de los Toros, 14 settembre 1920 – Montevideo, 17 maggio 2009), poeta, saggista, scrittore e drammaturgo uruguaiano. Figlio di immigrati italiani, fece parte della Generazione del’45. Nel 1973 fu costretto all’esilio dal golpe militare. Rientrò nel 1983.


2 commenti:

DolceBuba ha detto...

mentre la leggevo (forse per "deviazione professionale") più che il poeta al lavoro ho visualizzato l'impiegato svuotato nei sentimenti che vede le ore passare e ha sempre più bisogno di tenerezza

DR ha detto...

Credo che Benedetti abbia avuto un'esperienza simile. Esordì infatti con una raccolta sul lavoro in fabbrica...