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lunedì 15 settembre 2025

Ansia d’altri cieli


SALVATORE QUASIMODO

ISOLA

          Io non ho che te
           cuore della mia razza

Di te amore m’attrista,
mia terra, se oscuri profumi
perde la sera d’aranci,
o d’oleandri, sereno,
cammina con rose il torrente
che quasi n’è tocca la foce.

Ma se torno a tue rive
e dolce voce al canto
chiama da strada timorosa
non so se infanzia o amore,
ansia d’altri cieli mi volge,
e mi nascondo nelle perdute cose.

(da Oboe sommerso, Edizioni di Circoli, Genova, 1932)

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Una vera e propria dichiarazione d'amore per la sua terra, la Sicilia. Salvatore Quasimodo dal 1920 è lontano dalla sua amata isola: prima gli studi a Roma, poi l'impiego presso il Genio Civile a Reggio Calabria, Firenze, Imperia e Genova: il senso del paesaggio è però adesso quello di un'isola vagheggiata nella memoria e nel mito, e il poeta, se altrove prova nostalgia della sua terra, tornato lì viene ripreso dall'ansia di ripartire, come se vivesse in un continuo esilio.

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FOTOGRAFIA © GIUSEPPE GALLO/UNSPLASH

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   LA FRASE DEL GIORNO   

La mia terra è sui fiumi stretta al mare, / non altro luogo ha voce così lenta / dove i miei piedi vagano / tra giunchi pesanti di lumache.
SALVATORE QUASIMODO, Il falso e vero verde

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Salvatore Quasimodo (Modica, 20 agosto 1901 – Napoli, 14 giugno 1968), poeta e traduttore italiano, esponente di rilievo dell'ermetismo.  Essenziale ed epigrammatico, ha  temperato gli influssi originari in un linguaggio poeticamente sempre più autonomo, che libera un’intensa sensualità in trepide visioni. Premio Nobel per la letteratura 1959 “per la sua poetica lirica, che con ardente classicità esprime le tragiche esperienze della vita dei nostri tempi”.


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