GHIORGOS SEFERIS
SOLSTIZIO D’ESTATE, I
Il sole più grande da una parte
dall’altra la luna nuova
remoti nella memoria come quei seni.
E in mezzo l’abisso della notte stellata
diluvio di vita.
I cavalli sulle aie
scalpitano e sudano
su corpi sparsi.
Tutto è diretto là
e questa donna
che hai visto bella, a un tratto
cede, non resiste più, cade in ginocchio.
Le mole macinano ogni cosa
e ne fanno stelle.
Vigilia del giorno più lungo.
(da Tre poesie segrete, 1966 - Traduzione di Mario Vitti)
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E dunque eccoci al solstizio d’estate – questa sera alle 22.51 – quando il sole nel suo moto apparente raggiunge la sua declinazione massima rispetto a un emisfero, in questo caso il nostro, quello boreale. Ecco che il giorno ha la sua massima lunghezza e di conseguenza la notte è la più breve dell’anno. Il poeta greco Ghiorgos Seferis, lo descrive nell’incipit di questo suo poemetto che, come spesso accade nella sua poesia trasforma “un evento locale, una storia o una mitologia personale in una sorta di dichiarazione o metafora generale", come rileva Edmund Keeley realizzando quella ”accettazione ellenica della vita” che i giurati dell’Accademia Svedese valutarono valesse il Premio Nobel 1963.
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FOTOGRAFIA © J.B. STRAN/PUBLIC DOMAIN PICTURES
LA FRASE DEL GIORNO
Lento come un animale / che gira con mansuetudine / legato a un palo centrale, / oggi il sole giunge al culmine / dell'ecclittica boreale, / e sulle orme ormai tracciate / dell'orbita sua diuturna / riversa di nuovo l'urna / da dove sgorga l'estate / sul Missouri e sull'Eufrate.
JUAN RODOLFO WILCOCK, Poesie
Ghiorgos Seferis, pseudonimo di Gheorgios Seferiadis (Vourla, Turchia, 13 marzo 1900 - Atene, 20 settembre 1971), poeta, saggista e diplomatico greco, premio Nobel per la letteratura nel 1963 con la seguente motivazione: “Per la sua scrittura distinta, ispirata da un profondo sentire per il mondo della cultura ellenica”.
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